Cosenza e Paola: “Sono nubifragi, non bombe d’acqua”. Il nodo dei “cambiamenti climatici” e i tombini intasati

Dopo le violente piogge di ieri, che hanno messo in ginocchio particolarmente Cosenza e Paola, gli esperti ci danno una mano a capire cosa è realmente successo e quali sono le terminologie più adatte.

Eraldo Rizzuti è un geologo molto bravo, che ha anche scritto un libro dal titolo eloquente: “Catastrofi naturali o incuria dell’uomo?”. Nell’immediatezza dei temporali di ieri, ha scritto testualmente: “Non sono bombe d’acqua, per favore non usate questo termine (abusato dai giornalisti): sono nubifragi.
In meteorologia un nubifragio è una precipitazione piovosa particolarmente intensa, durante la quale il tasso di pioggia caduta (rain rate) è uguale o superiore a 30 mm per ora. Nonostante solitamente abbia una breve durata, data la sua intensità, questo fenomeno è in grado di creare condizioni di allagamento e inondazioni, specie in zone predisposte. Si tratta di fenomeni associati tipicamente a temporali particolarmente violenti e duraturi, spesso con forte vento, in genere legati a linee temporalesche”.

Ma passiamo ai dati ufficiali. “Cosenza Vaglio Lise 71.4 mm. La pioggia registrata è caduta in poco più di 3 ore. Dalle ore 11:00 alle ore 11:30 sono caduti ben 51.8mm, ciò vuol dire che la precipitazione ha assunto la caratteristica di NUBIFRAGIO. Ricordiamo: si può usare il termine NUBIFRAGIO quando il tasso di pioggia caduta (rain rate) è uguale o superiore a 30 mm per ora. A Giugno, in media, dovrebbero cadere 26.3mm di pioggia in tutto il mese, ciò vuol dire che in 3 ore è caduta quasi il triplo della pioggia che dovrebbe di norma cadere in tutto il mese…”.

L’architetto Carlo Salatino, dal canto suo, spiega così quello che è accaduto ieri: “A Cosenza in poco più di 48 ore si è passati dai 40 gradi all’ombra a temporali dall’indicibile violenza. La città ed il suo hinterland è stata colpita per oltre trenta minuti da un potentissimo nubifragio che non si verificava da molti anni e che ha arrecato danni e disagi in tutta la città, in particolare nel centro storico.
Ora, sarà anche vero che le strade e la rete di raccolta delle acque bianche non è sufficiente per affrontare fenomeni come quello odierno, ma imprecare per i tombini intasati (e contro la solita politica che non fa il suo dovere) equivale a negare i cambiamenti climatici in corso, rispetto ai quali le nostre città non sono oggettivamente preparate.
I cambiamenti climatici sono l’emergenza mondiale più importante in atto e solo con la piena coscienza di quanto sta accadendo (o potrà accadere in futuro) si potranno prendere i provvedimenti necessari per mitigarne i danni”.