Cosenza: Franza o Spagna purchè se magna

Qualcuno ci rimprovera di non pubblicare mai notizie positive, altri ci dicono che non ci sta mai bene niente, qualcun altro si dice infastidito dai termini che usiamo, la stragrande maggioranza dei nostri lettori ci dice di andare avanti così che stiamo facendo bene. Come sempre è questione di punti di vista. Noi vorremmo pubblicare notizie positive per tutti i cosentini tipo, che so, da domani l’acqua sarà disponibile 24 ore su 24, in tutta la città. Oppure, da domani tutti i cosentini saranno esentati dai balzelli comunali. E ancora, da domani tutti i cosentini avranno un lavoro, e gli asili comunali saranno gratuiti per tutti. E cose così. Ma che dobbiamo fare, ce le dobbiamo inventare? Oppure dobbiamo far finta che tutto va bene? O peggio, dire che la corruzione e il malaffare a Cosenza non esistono?

Magari potrei dire pure che i commercianti non pagano la tangente, e che non è vero che tanti di loro sono in mano agli strozzini. Che non è vero che la sanità fa schifo, e  che nessuno ci lucra sopra. Che non è vero che al Comune lavorano sempre le stesse ditte prestanome di noti mafiosi. Che non è vero che le famiglie politiche a Cosenza sono le stesse da decenni, e si sono arricchite da far schifo sulla pelle dei lavoratori. Che non è vero che c’è chi gode di una corsia preferenziale per ogni cosa, e chi invece è lasciato solo e nella disperazione. Che non è vero che la procura copre i politici corrotti e i mafiosi, e commina 9 anni di reclusione ad un ragazzo per un furto di 70 euro. Che non è vero che criminali incalliti, con l’avallo delle istituzione, gestiscono come fosse loro la cosa pubblica. Che non è vero che le graduatorie per qualsiasi cosa si taroccano, e i concorsi e le gare pubbliche si truccano. Che non è vero che esiste la pastetta. Che non è vero che a fare soldi sono sempre gli stessi. Che non è vero che gli anziani sono abbandonati al loro destino. Che non è vero che c’è chi non arriva a fine mese, mentre il Comune paga gente che non farà mai un giorno di lavoro. Che non è vero che Cosenza è gestita da una cupola politica/massonica/mafiosa. Che non è vero che i voti si comprano. Ecco, potrei dire tutto questo per far felice quei pochi che ci rimproverano di non fare mai un sorriso. Gli stessi che, magari, si lamentano nei bar, negli uffici, per le strade, nelle piazze che non “funziona” niente, giusto per darsi un tono da “onesti”, salvo poi adeguarsi ad ogni tipo di andazzo purchè se “magni”. I classici tipi cosentini che “a nu parmu du culu mia, faciti chiru ca vuliti”. Quelli che guardano solo al loro microcosmo. Quelli che si accodano per convenienza sempre al potente, salvo poi criticarlo non appena gira le spalle. Quelli che “Franza o Spagna purchè se magna”.

A questo, permettetemi di dirlo, preferisco la mia tristezza alla loro vigliaccheria. Preferisco passare per piddrizzuni, piuttosto che negare la realtà. Preferisco  rischiare piuttosto che nascondermi. Preferisco essere attivo che qualunquista. Mi fa ribrezzo e paura la mediocrità con cui oggi si affrontano i problemi. Il qualunquismo è il peggior male del nostro secolo, e non c’è cura per questa malattia se non quella di aspettare l’estinzione di questa strana specie. Disse qualcuno sul qualunquismo: “Qualunquista è il superficiale che non si cura di penetrare le cose, le giudica tutte a un tanto il pezzo, conserva nel solaio della mente le idee ricevute, i giudizi acquisiti, le angherie culturali inconsciamente subite. Mangia, beve e tira a campare”.

Meglio essere nemico di questi, piuttosto che nemico della realtà.

GdD