Cosenza, funzionaria ruba al Comune: Occhiuto le paga l’avvocato (con i soldi dei caggi)

Conosciamo una brava famiglia cosentina (che per l’estrema dignità dimostrata vuole restare anonima) che da tempo, purtroppo, ha un grande problema: una brutta malattia ha colpito l’unico figlio della coppia. Una malattia che impedisce a Francesco (nome di fantasia) di 13 anni di svolgere la sua vita al pari di tutti i suoi coetanei. Sono 7 anni che la famiglia gira ospedali, medici e specialisti, ma l’avanzare della malattia è inesorabile.

Papà Mimmo (nome di fantasia) ha da qualche mese perso il lavoro e mamma Luisa (nome di fantasia) si è sempre occupata di Francesco. Da più di un anno la famiglia di Francesco ha trovato una clinica in Svizzera che, attraverso un “trattamento farmacologico di nuova generazione”, riesce a lenire i dolori e a rallentare il corso della malattia. Una piccola oasi di speranza in un deserto di dolore. Ma le spese di viaggio, ogni sei mesi, costano –  per fortuna le visite, le medicine e la degenza (7 giorni) risultano a carico del sistema sanitario nazionale – e così un po’ di tempo fa Mimmo ha pensato di chiedere un aiuto al Comune di Cosenza rivolgendosi ai servizi sociali per chiedere un “contributo” per affrontare le spese di viaggio e di pernottamento (7 giorni) della famiglia nella località Svizzera per poter stare vicino a Francesco. Ebbene la risposta è stata veloce e lapidaria: non ci sono soldi. Se non fosse stato per l’interessamento di un loro caro amico che si è fatto carico di coprire, ogni sei mesi, le spese di viaggio e di pernottamento della famiglia (2000 euro), per Francesco non ci sarebbe stata nessuna possibilità di “cura”.

Da allora Mimmo non si è più recato in Comune. E Francesco grazie al buon cuore dell’amico può recarsi ogni sei mesi in Svizzere per sottoporsi al trattamento medico.

Se per la famiglia perbene e onesta di Mimmo non ci sono soldi, per i delinquenti, i corrotti, gli indagati, il Comune di Cosenza, al contrario, i soldi li trova sempre. Ed è il caso della dipendente pubblica Federico Ada, già responsabile dell’Economato Comunale.

La dipendente Federico Ada, come si sa, è indagata, insieme a Cirò e allo stesso sindaco Mario Occhiuto, dalla procura di Cosenza per peculato, falso e truffa. Sono accusati di aver sottratto illecitamente più di 80mila euro dalle casse pubbliche per missioni e viaggi fittizi del sindaco e di diversi consiglieri comunali. Presto, per loro, ci sarà il rinvio a giudizio e un processo. E come diceva Totò i processi e gli avvocati costano un occhio della testa. Così il nostro caro sindaco Occhiuto che di aiutare Francesco non gliene  mai fregato niente, ha pensato bene di concedere alla dipendente Federico la somma di 8mila euro pubblici, per pagarsi l’avvocato. Così come risulta dalla determina dirigenziale a firma Giovanni De Rose.

La signora Federico si è sempre rifiutata di collaborare con la Giustizia e di spiegare ai magistrati come sono andate realmente le cose, e per questo, visto che mantiene il silenzio e non se l’è cantata, Occhiuto l’ha premiata.

Ora, sarà anche previsto dalle norme il gratuito patrocinio per un dipendente pubblico, ma qui siamo di fronte ad un forte controsenso, oltre alla solita e classica questione etica, morale, e di opportunità: può la pubblica amministrazione pagare l’avvocato ad una propria dipendente accusata di aver commesso un reato proprio contro la pubblica amministrazione?

Per Francesco niente, per la Federico 8mila e passa euro. È questa la misura dell’umanità di questo sindaco che preferisce pagare sodali e complici, sempre con il denaro pubblico, per mantenere nascosti segreti e intrallazzi, piuttosto che aiutare i cosentini in difficoltà.

Di fronte a questo anche il cerchio magico del sindaco dovrebbe fare un seria riflessione e porre al sindaco la “questione di coscienza”. Sempre che una coscienza ce l’abbia…