Cosenza, i NoMetro invadono il cantiere

Sono da poco passate le 17 e la gente inizia a raccogliersi davanti quello che è il simbolo della prepotenza e della malagestione politica della cosa pubblica: il distributore IP posto lungo quello che resta di Viale Parco. Ad “accogliere” i cittadini tutti i rappresentanti delle forze di polizia: carabinieri, celere, digos, anticrimine, baschi verdi, polizia provinciale, vigili urbani, mancano solo i pompieri. Segno evidente di una tensione sociale che, secondo i tutori dell’ordine, va tenuta sotto controllo.

In poco più di un quarto d’ora i cittadini presenti al presidio sono più di trecento. I capannelli sono tanti e la gente discute dell’assurda situazione che la chiusura di Viale Parco, senza nessuna ragione, ha creato: disagi continui alla circolazione e il crollo economico definitivo di quel che restava delle attività commerciali poste lungo il viale e nei “varchi attivi”. Presente in piazza un po’ tutta la città che da tempo e spontaneamente e in maniera trasversale si ritrova nella sigla NoMetro, compresi i 5Stelle. Una buona rappresentanza dei tanti cosentini che la metro non la vogliono.

I manifestanti, sempre più numerosi, chiedono il rispetto della sentenza del Tar che intima al sindaco Occhiuto il ripristino della viabilità del lato ovest di viale Parco, ovvero il lato dov’è posizionata la stazione di rifornimento IP della signora Gabriele, promotrice dell’esposto al Tar. Una sentenza che come molte altre non è stata tenuta minimamente in considerazione dal sindaco Occhiuto, nonostante l’effetto immediato della stessa, così come stabilito dai giudici del Tar.

Ma si sa che ad Occhiuto della Legge non gliene frega niente, o meglio la Legge in città è lui. Altrimenti non si spiega come mai, di fronte ad una sentenza non ottemperata, la procura di Cosenza non sia ancora intervenuta. Anche se al silenzio della procura sulle malefatte di Occhiuto, purtroppo, siamo abituati. Evidentemente, la procura è intrallazzata con Occhiuto nell’affare del parco del benessere (delle loro tasche), perciò tace. Ma le rivendicazioni non si fermano qui: dal microfono qualcuno ricorda al sindaco la sua assurda decisione di non “promuovere” il referendum cittadino sulla metro. E questo la dice lunga sulle intenzioni di Occhiuto di portare a termine l’ennesima truffa a danno dei cittadini. Sa che se dovessero esprimersi i cosentini boccerebbero senza dubbio questa inutile opera. Perciò decide lui per tutti. Quello che conta per questi politici è lucrare.

Il presidio presto diventa corteo: ed è lungo il viale che i manifestanti decidono di invadere il cantiere, abbattendo simbolicamente un pezzo di rete. Una breve sosta all’interno del cantiere a ribadire l’inutilità dell’opera e il corteo riparte verso il centro della città: Corso Mazzini. Dove la gente più che guardare aderisce alla protesta. E lentamente il corteo si ingrossa. Un’azione  quella posta in essere oggi dai manifestanti che lascia il segno, e che merita una risposta dalle istituzioni preposti. La mobilitazione continua a piazza XI settembre, dove sono ancora in corso molti interventi.