Cosenza, il sogno è realtà. Lo staff tecnico: Roberto Occhiuzzi, un “Principe” per Braglia

Abbiamo già scritto che l’orgoglio cosentino in questo Cosenza capace di realizzare il sogno Serie B è rappresentato dallo staff, sia medico, sia tecnico. E abbiamo già sottolineato i meriti dello staff guidato dal dottore Enrico Costabile, che tra i suoi successi può legittimamente rivendicare la “rinascita” di David Okereke, curato a dovere per una mancanza di ferro che gli impediva di rendere al meglio.

Oggi passiamo allo staff tecnico e il primo “medaglione” non può che essere quello di Roberto Occhiuzzi, il vice di Piero Braglia. Classe 1979, cetrarese, Roberto ha sempre avuto Cosenza e il Cosenza nel destino, fin da quando era un ragazzino e faceva parte del settore giovanile rossoblù e fu lanciato ancora acerbo nella mischia al “Mirabello” di Reggio Emilia.

Da allora ne è passata acqua sotto i ponti e l’esterno destro d’attacco Roberto Occhiuzzi è riuscito a realizzare tutti i suoi sogni di calciatore: l’esplosione con la maglia biancorossa del Rende targato Mirabelli è datata 2003-04. C’era anche lui nella “corazzata” di Franco Giugno che a sorpresa vinse quel campionato di Serie D espugnando anche il San Vito. E c’era sempre lui quando i biancorossi sfiorarono il paradiso nei playoff giocati contro il Taranto per la C1. Figuratevi poi quanto poteva essere felice quando Mirabelli portò a termine l’operazione “Cosenza” con Damiano Paletta e Pino Chianello al ponte di comando e Mimmo Toscano in panchina. Furono due anni indimenticabili con due promozioni consecutive dalla Serie D alla C1 come nessuno mai prima era riuscito a fare.

Roberto Occhiuzzi indossava la maglia numero sette e per tutti era semplicemente “Il Principe” per tutta una serie di motivi: aveva una tecnica individuale sopraffina abbinata ad una grande corsa e sulla fascia destra andava avanti e indietro facendoci una “singa” come diciamo a Cosenza. Baciava il pallone ogni volta che batteva un calcio d’angolo importante, distribuiva assist a volontà (memorabili quelli a Bernardi nella sfida finale del 2008 contro il Bacoli) e spesso andava anche a segno. Poi, superati i 30 anni, il lento declino per finire la carriera ed ecco che inizia quella di allenatore. Naturalmente da Cosenza.Roberto Occhiuzzi ha allenato per due anni gli Allievi Nazionali del Cosenza e nella stagione 2015-16 è riuscito anche a portarli alla fase nazionale, battuti solo dal Pavia, che poi si sarebbe laureato Campione d’Italia. Il grande salto è arrivato nella stagione successiva quando, esonerato Roselli, c’era bisogno di un “secondo” per Stefano De Angelis e la scelta ricadde su di lui. Una bellissima avventura fino alla sfida col Pordenone, che avremmo meritato di vincere e poi la riconferma come “vice” di Piero Braglia, con il quale non solo è andato d’amore e d’accordo ma ha creato un feeling decisamente particolare, che li rende una squadra perfetta. Roberto ha festeggiato con tutto se stesso questa inattesa promozione e ora spera di continuare il suo viaggio con Braglia per un’altra stagione da ricordare.

A precisa domanda dei colleghi di Solo Cosenza, Occhiuzzi svela il sogno nel cassetto, anche se non ci vuole un mago per capire quale sia: “La stima del Presidente nei miei confronti è qualcosa da ricambiare: il mio obiettivo è allenare, un giorno, il Cosenza, per ora mi limito a fare il compito che mi spetta, dare una mano in tutto e per tutto al Mister, che spesso arriva sulle cose prima di me, parliamo sempre di uno dei migliori tecnici della categoria”.

Andrea Bilotta

Dalla sua esperienza di tecnico delle giovanili, Occhiuzzi poi dà un suo giudizio sul fatto che ancora non ci sono cosentini in prima squadra. “Col Settore Giovanile siamo partiti quattro anni fa, non bisogna avere fretta, vi faccio l’esempio di Andrea Bilotta che è un ’99 che gioca titolare in Serie D: l’anno prossimo arriverà qui un Bilotta con 30 partite sulle spalle giocate in una piazza esigente come Taranto, questo significa che tornerà un nostro ragazzo pronto da inserire in squadra. Bisogna avere fiducia nei tecnici ed in chi lavora per e coi nostri giovani”. A partire dal “capo”, il sempreverde Enzo Patania, che sta portando avanti un lavoro encomiabile che prima o poi sarà i suoi frutti.