Cosenza. La presentazione di “Sodomia” alla Ubik con De Magistris, Facciolla e i “grimaldelli” di Spagnuolo

Oggi, lunedì 25 marzo ore 18.30 presso la libreria Ubik di Cosenza si parlerà di area grigia, di commistioni e di corruzione alla presentazione del libro SODOMiA-Vita di un Boss e di un Operaio nella Città del Potere. A interloquire con l’autore anche il procuratore Facciolla e Luigi De Magistris, oltre a Francesco Saccomanno.

Il libro scritto in un anno di ricerche tra interviste a testimoni diretti tra cui alcuni collaboratori, magistrati e testimoni e ricerche di archivio tra vecchi verbali ricostruisce la vita di un operaio e quella di un mafioso nella città di Cosenza dagli anni 80 ad oggi. Riannoda e mette infila i nomi e i cognomi, delle vicinanze e degli imprenditori che hanno creato un’area grigia a Cosenza, le date, i luoghi per come ricordati o scritti nelle carte, che hanno dato vita ad un territorio estremamente particolare. Piena di monopoli economici e imprenditori rapaci, capace di riciclare milioni e intessere relazioni con magistrati e politici nazionali pur facendosi passare per criminalità di serie B.

Le vite dei due protagonisti attraversano tra le altre cose le vicende di De Magistris e del procuratore Facciolla ospiti dell’incontro. Se del primo ormai la magistratura e la storia hanno appurato il suo allontanamento per volontà politica, la vicenda del secondo è ancora in corso seppure molti tra cui i protagonisti del libro ritengono ci sia una dinamica simile. Chi in quegli anni ha stretto patti e nascosto segreti, ha accumulato potere, con gli altri allontanati o comprati. Il libro si avvale della prefazione dell’ex procuratore Lupacchini che nelle righe iniziali ricorda la sua attività investigativa in Calabria e così scrive in SODOMiA

“… Potrei addirittura spingermi a rendere testimonianza circa l’evoluzione dei rapporti fra il dottor Mariano Lombardi, per anni procuratore capo a Catanzaro, e il dottor Mario Spagnuolo, a partire da quando costui era sostituto procuratore (anziano) a Cosenza, evocato da alcuni passi di quel racconto. Ho avuto modo, infatti, di compulsare documenti noti, del resto, lippis et tonsoribus, quantunque prodigiosamente sfuggiti, per anni e anni, all’attenzione selettiva dei titolari dell’azione disciplinare e al solerte organo di autogoverno della magistratura, della cui indipendenza, per Costituzione è custode e vindice. Documenti della portata dello scontro, fra loro, offerta dallo stesso dottor Lombardi nell’intento di rimuovere l’immagine del proprio aggiunto, d’inquirente rapace ed onnivoro, sempre pronto ad utilizzare il grimaldello delle indagini e del processo per l’omicidio di Pino Chiappetta, incurante delle prerogative funzionali e dei danni che potessero derivare alle strategie processuali, all’immagine e alla credibilità professionale dei colleghi della direzione distrettuale antimafia, dalle proprie spregiudicate scorrerie investigative, troppo spesso in linea con la “strategia offensiva” enunciata dalla “delegazione degli avvocati di Cosenza”, disegnata addosso al dottor Mario Spagnuolo nelle note sia del dottor Mariano Lombardi sia del dottor Stefano Tocci…”. 

https://www.amazon.it/SODOMiA-Operaio-nella-citt%C3%A0-Potere/dp/B0C1J3BT6F/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

Particolarità storiche tipiche di questo luogo come l’elevata presenza di pentitismo, il fallimento dell’istituto voluto da Falcone per la complicità di parte delle istituzioni, la nascita di un sistema di stipendi neri (mazzette regolarizzate) che riguardava molti professionisti e che ha fatto nascere un’area grigi di colletti bianchi e mafiosi e poi i depistaggi o le insabbiature. Gli omicidi irrisolti. L’impianto, (talvolta anzi molte volte) addirittura i nomi si sono tenuti e hanno proseguito negli anni e hanno permesso a taluni (i criminali) impunità e potere e gli altri (operai, studenti e semplici) vessazioni e mancanza di qualsiasi tutela. I due protagonisti (il mafioso e l’operaio) si incrociano e più volte potrebbero trovarsi a parti invertite, ma in una terra del genere nessuno può cambiare le cose né il proprio destino.