Cosenza, le femministe incontrano i vertici dell’Annunziata

Le femministe al tavolo con i vertici dell’Annunziata

A maggio, come collettivo Fem.In. Cosentine in Lotta abbiamo presentato una petizione  popolare al Dr. Belcastro, Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e delle Politiche Sanitarie  e al Commissario Ad Acta, il Dr. Saverio Cotticelli. La Regione ha dato la responsabilità della  mancata implementazione della pillola Ru486 all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, imputando ai  vertici ospedalieri di non aver mai risposto al Protocollo sull’aborto farmacologico emesso nel 2017  e di aver ignorato la richiesta di ricognizione effettuata dopo la presentazione della petizione.

In seguito a queste informazioni, abbiamo scritto una lettera aperta diretta alla dirigenza  dell’Annunziata, al dr, Morelli e al dr. Scarpelli, chiedendo spiegazioni in merito alle omissioni di  risposta e con l’intenzione di voler portare su un tavolo l’esigenza di rinnovare un servizio che, ad  oggi, è gravemente carente.

Oggi, in risposta alla lettera aperta, siamo state/i convocate/i dalla reggente della Direzione  Generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la Dottoressa Adelaide Marsico, per sederci ad un  tavolo insieme al Direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia, il Dr. Morelli, e il Direttore  Sanitario, il Dr. De Paola. Dall’incontro è emersa in primo luogo la difficoltà dell’ospedale a  garantire un servizio funzionale e ed efficace di interruzione volontaria di gravidanza a causa della  dilagante “epidemia” di obiettori di coscienza presenti nel reparto di Ginecologia. L’azienda  Ospedaliera, infatti, ha un solo medico non obiettore, che è l’unico ad eseguire tutti gli interventi  chirurgici di IVG, nella sede di Rogliano. Il Dr. Morelli ha fatto presente che erano state già  disposte due nuove assunzioni di medici non obiettori, che sono state in seguito bloccate dalla  Regione. La carenza di personale è naturalmente il leitmotiv dell’impossibilità di garantire un  servizio di aborto adeguato per la portata dell’ utenza che ha l’Annunziata, infatti molte donne  vengono dirottate a Catanzaro per effettuare l’IVG. Abbiamo fatto presente che l’obiezione di  coscienza non può essere una motivazione valida per non affrontare le carenze di un servizio che  dovrebbe essere accessibile a tutte con facilità e il dr. Morelli, seppur obiettore, ha concordato con  noi sulla necessità di potenziarlo. A questo proposito, sembra che nella sede dell’Ospedale di  Cosenza ci sia già il cantiere per costruire un reparto che sarà destinato alla salute della donna, nel  quale trasferire anche il servizio di aborto chirurgico, ora dislocato nella sede di Rogliano.

La buona notizia è che in questo reparto, oltre all’IVG tramite raschiamento dell’utero, le donne di Cosenza e  dell’intera provincia, potranno usufruire anche dell’aborto farmacologico, già ampiamente utilizzato  in tutta Italia e all’estero. Il dr. Morelli si è assunto l’impegno di scrivere il progetto riguardante  l’introduzione della pillola Ru486 nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e di presentarlo nel giro di  un mese alla Dirigente Generale, presente al tavolo.

E’ presto per cantare vittoria; le nostre pressioni, infatti, continueranno ad essere rivolte ai vertici  dell’Annunziata così come al Dipartimento Regionale competente al fine di concretizzare le  assunzioni di medici e mediche non “affetti/e” dall’obiezione di coscienza. Nel frattempo  aspettiamo impazienti il progetto del dr. Morelli e il via libera della dottoressa Marsico. In ultima  analisi, ci risulta evidente che il servizio di aborto nel nostro ospedale non sia l’unica piaga del  servizio sanitario territoriale, ma speriamo e vogliamo che l’introduzione di un metodo  all’avanguardia come l’IVG farmacologico possa diventare la prima dimostrazione di come sia  possibile e necessario migliorare la sanità dal basso, partendo dalle cittadine e dai cittadini che  attraversano questo territorio.

Fem.In Cosentine in Lotta