Cosenza, ma le opere del Mab appartengono ai cosentini? Le stranezze dell’assicurazione mancante

Da qualche giorno si discute molto sui social e anche nelle piazze non virtuali sul reale valore del Mab, Museo all’aperto Bilotti, sotto la lente di ingrandimento per le recenti notizie circolate a riguardo del patrimonio che la famiglia di mecenati-cartonari ha inteso donare alla città. I dubbi su tale donazione non sono pochi, infatti ci si chiede ormai da anni se di donazione vera e propria si tratta o di un comodato d’uso o altro.

Ricordiamo ancora un fatto accaduto oltre sei anni fa, che ha visto protagonista Enzo Bilotti, padre del marchese Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona, il quale in un pomeriggio invernale pensò di portarsi via il Ferro rosso di Consagra da corso Mazzini ove era stato situato.

Vale la pena ribadire che gli spostamenti di dette opere possono attuarsi solo previa autorizzazione della Soprintendenza, ma Bilotti senior non si curò di questo particolare e la portò via, all’insaputa di tutti. La città apprese subito di questa “sparizione” e pensò a un furto degno di Arsenio Lupin. Ore dopo, il marchese senior, ops, non era marchese, ma solo il padre di un marchese, rilasciò alcune dichiarazioni ai giornalisti, dicendo che la sparizione era da attribuire a lui, azione resasi necessaria perché il Comune di Cosenza, a suo dire, non tutelava le opere. In tanti si posero alcuni interrogativi del tipo: ‹‹Ma se ha fatto ciò significa che è lui il proprietario››.
Interrogativo legittimo. Non si è mai saputo chi fosse il proprietario del Mab, né che tipo di contratto fosse stato stipulato tra il mecenate senior e l’amministrazione comunale di Cosenza, né che cosa è stato donato/concesso o altro, né cosa è stato dato in cambio delle statue. In altre parole: le opere del Mab appartengono ai cosentini? E apparterranno ad essi per sempre? Quanto è costato e quanto costa il Mab ai cosentini? Oltre all’intitolazione di piazze tra le più importanti della città, cosa è stato dato ai Bilotti? E che valore hanno le statue? Sono copie o multipli?

LE STRANEZZE DELL’ASSICURAZIONE MANCANTE

In attesa di trovare le giuste risposte ai quesiti testé formulati, potremmo cercare di capire qualcosa da alcune determine comunali. Le opere del Mab sono state prive di assicurazione per anni, nel corso dei quali hanno subito anche un paio di danneggiamenti, ma circa un anno e mezzo fa, sono state assicurate dalla compagnia assicurativa “Groupama di Elisa Vommaro” (che ha assicurato anche alcune mostre e i Bocs art). Il periodo in cui sono state assicurate era l’aprile scorso, cioè mentre ci si preparava alle elezioni amministrative ed Elisa Vommaro risultava candidata nelle liste di Occhiuto. Un anno dopo, a polizza scaduta, si doveva, dunque, rinnovare la polizza assicurativa per il Mab e il 2 marzo 2017 è stata pubblicata una determina che riporta testualmente che “negli atti di donazione modale che la famiglia Bilotti ha sottoscritto con il Comune di Cosenza per il potenziamento delle statue del Museo è espressamente previsto che il Comune provveda alla sicurezza delle opere “attraverso la stipula di una polizza assicurativa con Compagnia di suo gradimento ma comunque di primaria importanza e per un adeguato importo contro i rischi di danneggiamento, di atti di vandalismo e comunque di ogni e qualsiasi atto che pregiudichi la manutenzione, la conservazione, la sicurezza e l’integrità delle sculture”, pena la risoluzione della donazione stessa da parte della famiglia Bilotti››.

Ma come mai non si è avuta risoluzione alcuna della donazione negli anni in cui le statue risultavano non assicurate? Eppure era risaputo dalla famiglia mecenate che le statue del Mab non erano state coperte da alcuna assicurazione per molti anni, forse mai ne era stata stipulata una, ma tant’è, nessuno ha detto nulla, salvo far sparire un’opera, come abbiamo scritto prima, per molto meno.

Per le opere d’arte esposte all’aperto, soggette pertanto ai danni causati dalle intemperie (come è accaduto alla Colonna di Sosno l’anno scorso, andata in frantumi dopo essere stata restaurata in seguito a un urto subito da un camioncino di Ecologia oggi), dai vandali di corso Mazzini, dal fuoco che tutto brucia, anche i libri pregiati, e di chissà cos’altro, è necessaria una assicurazione che copra i danneggiamenti derivanti da quanto appena detto. Invece no, il Mab è stato per anni senza assicurazione.

Allora, è lecito porsi un altro interrogativo: ma forse non vale niente? E sono solo dei souvenir dozzinali che una famiglia di parvenu ha fatto finta di regalare alla città per guadagnarci su?

Ritorniamo alla seconda assicurazione, quella stipulata ad aprile 2017: la determina affida di nuovo alla Groupama di Vommaro Elisa la polizza incendio con una spesa annuale pari a € 12.816, mentre la polizza furto, danni e atti vandalici alla Compagnia MunichRE, per il tramite della SYNKRONOS ITALIA SRL, che comporta una spesa annuale di € 19.496, per un totale di € 32.312. Cifra modestissima che non convince, ma quanto vale ‘sto Mab?