Cosenza, “Leggenda privata” stasera alla Ubik

LEGGENDA PRIVATA, L’ULTIMO ROMANZO DI MICHELE MARI, EDITO DA EINAUDI E FINALISTA AL PREMIO SILA ’49 SARÀ PRESENTATO OGGI ALLE ORE 18 PRESSO LA LIBRERIA UBIK DI COSENZA.
A CONVERSARE CON L’AUTORE SARÀ UGO G. CARUSO
Accolto alla sua uscita da un coro pressoché unanime di consensi, Leggenda privata è stato giudicato come il romanzo migliore di Michele Mari, un ulteriore passo in avanti negli impervi territori dell’autografia e della selffiction già praticati originalmente dallo scrittore milanese nei suoi lavori precedenti.
L’opera procede su una struttura apparentemente binaria: la cornice è decisamente gotica e rimanda chiaramente alle frequentazioni di certa letteratura che hanno sostanziato i passati cimenti di Mari ma se non mancano le digressioni visionarie e gli sconfinamenti in atmosfere horror, per contro vi si narrano senza reticenze un’infanzia e un’adolescenza sofferte, già più volte affiorate per spezzoni nelle prove precedenti.
La vicenda narrata è infatti quella di una famiglia vera: la famiglia Mari, spiata dagli occhi di Michele prima bambino e poi adolescente. E’ una storia dolorosa, a volte anche drammatica, snocciolata attraverso la rievocazione frammentaria di aneddoti quasi sempre molto divertenti ma non di rado anche incredibilmente crudeli. E che gli episodi siano autentici lo certificano la precisione dei ricordi e il rimando ai documenti: testimoni, disegni, soprattutto molte fotografie, bellissime e inquietanti pubblicate nel libro.
Ma soprattutto si stagliano, al centro del racconto, i genitori di Michele, Enzo Mari e Gabriela Ferrario detta Iela. Evocati solo occasionalmente nei libri precedenti, in Leggenda privata i protagonisti assoluti sono loro – due metà di una coppia saldata da un’antitesi che non si potrebbe immaginare più completa.
Di origine meridionale e miserabile lui, lei di ottima famiglia borghese, parente di Eugenio Montale e intima di Dino Buzzati, compagna di escursioni di Walter Bonatti, frequentatrice degli ambienti culturali milanesi in cui fanno capolino anche Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. I genitori di Enzo Mari barbarici e vitali, quelli di Iela Ferrario gretti e conformisti. Lui autoritario, sadico, votato alla dominazione e all’abbassamento dell’altro («occupava le persone come un inquilino occupa un appartamento ristrutturandolo secondo razionalissime leggi»), lei incline da un lato alla sublimazione, dall’altro alla sottomissione, al masochismo, al dolore («È slava, tua mamma? Quante volte me lo sono sentito chiedere. Slava no schiava sí, l’etimo è lo stesso»).
Enzo intelligente carnefice, condannato all’eccezionalità dal suo talento (più volte Compasso d’oro, è ritenuto uno dei massimi teorici mondiali del designer ed è stato protagonista della straordinaria stagione creativa milanese degli anni ’50 e ’60), Iela altrettanto intelligente ma vittima nell’anima, segretamente attratta dall’immagine del proprio degrado. Enzo imbarazzato dalla paternità, che non smette di salire, Iela barricata nella maternità, che non smette di scendere. L’incontro fra questi due genitori – un distruttore e un’autodistruttiva – non può che produrre, prima dell’inevitabile separazione, un «amplesso abominevole», e un figlio «disturbato». Così Michele («Due modi diversi di essere seri, lui e lei: io credo di aver preso il peggio da entrambi»). E così, più profondamente, il libro stesso: resoconto tragicomico di separazioni e di autismi, riscattati dall’estetica e cementati dalla disperazione.
È opinione diffusa che la recente letteratura italiana nasca dal frastuono, dalle mode caduche, da recensori mediocri e conformisti, da agenti letterari spregiudicati, da addetti ai lavori e non irreversibilmente allineati da scandali mirati, da promozioni editoriali a tutto campo, da un mercato culturale corrivo e insaziabile. Si tratta di libri destinati prevalentemente alla cronaca e poi al rapido oblio, quasi mai ad una seconda lettura. Al contrario, Leggenda privata nasce dal silenzio di un corridoio avvolto dall’ombra e ad un ammirato silenzio si consegna. Come si sarà quindi compreso, un incontro stimolante e prezioso, diciamo pure la classica occasione imperdibile.