Cosenza, metro: depositato il secondo ricorso al Tar Calabria (di Matteo Olivieri)

Metrotramvia, depositato il secondo ricorso al Tar Calabria

di Matteo Olivieri

A distanza di poco più di un mese dal primo ricorso depositato al Tar Calabria, la signora Milena Gabriele – proprietaria della stazione di servizio ubicata su Viale Parco – lancia un altro guanto di sfida e, assistita dagli avvocati Piero Funari e Albino Domanico, cita nuovamente in giudizio il Comune di Cosenza e la Regione Calabria, per ottenere l’annullamento di ulteriori atti amministrativi pubblicati nelle ultime settimane.

In particolare, l’attenzione dei legali si è concentrata sul decreto dirigenziale della Regione Calabria n. 9254 del 22 Agosto 2018, pubblicato sul BURC n. 96 del 26 Settembre 2018 (quindi, in data successiva al deposito del primo ricorso), con cui si è approvato «in via anticipata» il 1. lotto del progetto esecutivo, ovvero quello relativo al “parco lineare viale Giacomo Mancini”, nonostante che nel decreto si affermi che «sono rilevabili criticità» e – addirittura – numerose informazioni tecniche lì contenute siano «assenti» o «non sono esaustive».

La signora Gabriele, che lamenta di essere stata “murata viva” a seguito della decisione del Comune di Cosenza di chiudere al traffico il viale Parco, nonostante sia ancora assente la progettazione esecutiva che dia inizio ai lavori, ha quantificato finora il calo del fatturato della propria attività commerciale in misura prudenziale, pari ad almeno il 60%. A ciò si aggiunge il fatto che, l’unica strada di accesso alla stazione di servizio percorribile nei due sensi di marcia, è proprietà privata della sig.ra Gabriele, la quale però lamenta che questa venga ostruita in modo sistematico da automobilisti indisciplinati alla disperata ricerca di un parcheggio. A tal riguardo, nonostante le ripetute segnalazioni al locale comando della Polizia municipale, nessuno è mai finora intervenuto per far rispettare le norme del codice della strada.

La signora Gabriele, che accusa l’amministrazione comunale di veri e propri comportamenti persecutori nei suoi confronti, con l’obiettivo dichiarato di ottenere l’allontanamento della stazione di servizio da viale Parco (nonostante per essa sia stata pagata una concessione della durata di 50 anni e siano stati investiti molti soldi che danno lavoro a numerose persone), ha dunque affidato il mandato agli avvocati per citare in giudizio il Comune di Cosenza per un evidente “eccesso di potere per sviamento e travisamento dei fatti” nonché “per irragionevolezza, illogicità e contraddittorietà dell’azione amministrativa”.

«Dopo essermi consultata con i miei legali di fiducia – afferma Milena Gabriele – mi sono decisa ad impugnare espressamente anche tali novi provvedimenti, e a richiederne l’annullamento, visto che sono palesemente illegittimi perché affetti dai medesimi vizi già denunciati con il primo ricorso.» Il giudice, che ha deciso di accogliere anche tale secondo ricorso e di integrarlo al precedente, ha stabilito pure di accorpare la discussione dei entrambi i ricorsi in occasione dell’udienza di merito già stabilita per il prossimo 30 gennaio 2019.

In quella data, il giudice sarà pertanto chiamato ad esprimersi sulle apparenti illegittimità degli atti amministrativi e su numerose anomalie procedurali, tra le quali il fatto che il provvedimento della giunta comunale, con il quale è stata disposta la chiusura al traffico del Viale parco, rimane a tutt’oggi dagli “estremi sconosciuti”, nonostante le ripetute richieste di accesso agli atti effettuate dai legali. Come pure ignoto rimane il provvedimento con il quale il Comune di Cosenza ha recepito l’accordo di programma sottoscritto nel giugno del 2017 tra la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cosenza e quello di Rende. In questo caso, nessun provvedimento risulta essere mai transitato dal Consiglio Comunale per l’approvazione, e pertanto ad oggi è dubbia perfino la legittimità amministrativa dell’atto sottoscritto.

L’udienza del prossimo 30 gennaio sarà l’occasione utile per prendere atto anche dei risultati della consulenza affidata dal giudice amministrativo alla Polizia stradale, volta ad “identificare e descrivere i percorsi e i punti di accesso pedonale e veicolare alla stazione di servizio automobilistico di cui è titolare la ricorrente”. Tale attività di verifica, lo ricordiamo, è stata “ritenuta necessaria, ai fini del decidere sull’istanza cautelare”, alla luce delle “discordanti dichiarazioni rese” in ordine all’impatto dei lavori sull’accessibilità, pedonale e veicolare, alla stazione di servizio. Infatti, in base alle dichiarazioni rese dai tecnici del Comune di Cosenza e della Regione Calabria, non sarebbe corretto parlare di “divieto” di circolazione bensì di “modifiche” che non producono impatti sostanziali sulla circolazione stradale.

Nel frattempo, sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria di oggi è stato pubblicato il decreto n. 8858 del 08 agosto 2018, con cui si autorizza il personale tecnico della ditta appaltatrice “ad introdursi nelle proprietà private per lo svolgimento di attività preliminari di rilievi topografici, propedeutiche alla progettazione esecutiva” nel Comune di Rende. Ovvero: si è ancora nella fase di “attività preliminari di rilievi topografici propedeutiche alla progettazione esecutiva”, e prima che la progettazione esecutiva venga consegnata, validata e approvata passerà ancora molto tempo, anche in considerazione del fatto che la prima gara per il “collaudo tecnico-amministrativo e statico” è andata deserta, ed è ancora ignoto l’esito della seconda gara, il cui termine è scaduto da poco. E, senza progettazione esecutiva, non potranno cominciare i lavori. Insomma, tutto il contrario di quello che i giornali di regime annunciano in prima pagina. Per quanto tempo ancora la viabilità cittadina dovrà rimanere chiusa in assenza delle dovute autorizzazioni di legge, e – soprattutto – la città di Cosenza rimanere ostaggio di decisioni scellerate?