Cosenza nel pallone, tutti i “baby prodigio” rossoblù: da Franco Rizzo a Gianni Azzinnari

Gianni Azzinnari in azione contro il Corigliano

L’exploit del baby rossoblù Gianni Azzinnari, coriglianese, classe 2001, prodotto del fertile vivaio dello Sporting Club Corigliano del presidente Massimo Fino, match winner a Trapani, riporta alla memoria tutti i “ragazzini prodigio” che hanno esordito (e magari anche segnato) con la maglia rossoblù del Cosenza. E per fortuna l’elenco è abbastanza lungo, a testimonianza che il vivaio di Cosenza e della sua grande provincia è sempre stato prodigo di talenti per la nostra squadra del cuore. Così come il palmares del nostro settore giovanile, vicecampione d’Italia nel 1947 con i leggendari Boys Demaria, ancora vicecampioni d’Italia nel 1962 con la “De Martino” di Ciccio Delmorgine e Campioni d’Italia Berretti nel 1993 con Enzo Patania, guarda caso il talent scout che ha “scoperto” anche Gianni Azzinnari. Della serie: la storia si ripete.

Ad aprire l’elenco i pionieri del calcio cosentino Luciano Gisberti (classe 1916), Ciccio Delmorgine (1920) e Raffaele Bruno (1922), che hanno esordito negli anni Trenta a 16 anni con la maglia del Cosenza e – nel caso di Bruno – anche con un gol. Altri tempi, certo, ma anche allora come oggi non era certo facile essere profeti in patria.

Franco Rizzo con la maglia del Cosenza

Facendo un salto più avanti, ecco che troviamo il Campione numero uno per eccellenza del calcio cosentino, il primo ad indossare la maglia azzurra della Nazionale e a vincere lo scudetto ovvero Franco Rizzo, ala destra o mezzala di punta. Classe 1943, il ragazzo di Rovito dopo essersi rivelato con la Morrone vincendo il campionato di Promozione, ha esordito con il Cosenza del Professore Zsengeller nel 1960, quando aveva appena compiuto 17 anni e ha segnato il suo primo gol quando non ne aveva ancora diciotto, sfondando addirittura la rete. Il preludio ad una grande carriera.

Poi è toccato a Rolando Gramoglia, attaccante cosentino, classe 1944, proveniente dalla squadra di quartiere della Castellana, tra i maggiori protagonisti delle imprese della De Martino di Ciccio Delmorgine, lanciato nella mischia in Serie B da mister Todeschini al vecchio “Emilio Morrone” contro il Palermo ed autore di un gol indimenticabile. L’attaccante all’epoca aveva appena 18 anni.

Rolando Gramoglia

Anche Saverio Fera, classe 1946, centrocampista, si era rivelato con una squadra di quartiere, la Cariocas, e poi aveva fatto strada nella Morrone ancora giovanissimo prima di esordire e segnare ad Avellino con la maglia rossoblù nell’anno di grazia 1967.

Nicola Fusaro

Solo un anno dopo sarebbe stato il turno di due ragazzi di Acri, classe 1950, che in pratica viaggiavano in coppia: Pasquale Fiore, centrocampista e Nicola Fusaro, attaccante. Quest’ultimo, a 18 anni, segnò anche il suo primo gol al San Vito contro la Salernitana. Un altro ragazzo prodigio che avrebbe conosciuto anche i fasti della Serie A mentre Fiore è il papà di Stefano, che 25 anni dopo avrebbe ripetuto il suo exploit in rossoblù.

Pasquale e Stefano Fiore

Prima di Stefano, però, è doveroso citare Walter Perrotta, classe 1959, portabandiera della squadra del quartiere di San Vito, la Friends di Armando Spera. Esordio in Serie C nel 1976, a 18 anni non ancora compiuti e primo gol – indimenticabile – nel vecchio Stadio della Vittoria. Un altro predestinato.

Come Vincenzo Liguori, classe 1958, che rappresentava la squadra di quartiere di Torre Alta, talento autentico, bravissimo sia da esterno che da interno di centrocampo e dotato di piede destro esplosivo.

Vincenzo Liguori

E come Ciccio Marino, classe 1961, da Cerisano, però difensore, che qualche anno più tardi rappresenterà il vivaio cosentino nel Cosenza dei primi anni Ottanta, propiziando anche il memorabile autogol che valse ai Lupi l’unica vittoria sul Rende, per giunta al “Marco Lorenzon”. Unico cosentino titolare della promozione in Serie B nel 1988.A metà degli anni Ottanta, grazie al grande lavoro di Franco Gagliardi, emergono due ragazzini “esplosivi”: Bruno Russo, classe 1966 e Walter Mirabelli, classe 1968. Russo, centrocampista offensivo, è un ragazzo di Mirto Crosia che impressiona tutti per la sua progressione e che esordisce, segnando un gran gol al San Vito al Foggia nel 1985, a 18 anni. Mirabelli, centravanti, portabandiera del quartiere di via Popilia, talento scoperto da Vincenzo Perri per la sua Popiliana, arriva al Cosenza nel 1986 e a 17 anni e mezzo segna il suo primo gol in casa alla Nocerina ripetendosi poi in un derby stramaledetto col Catanzaro, deciso dal solito Palanca al San Vito.E’ un classe 1968 ed è un attaccante anche Emilio Follone, da San Marco Argentano, che a 19 anni si conquista la fiducia di Bruno Giorgi e gioca in Coppa Italia, proprio come Azzinnari, sia a Bergamo che a Verona e segna in entrambe le occasioni, anche se il Cosenza perderà 2-1 e 4-2. Esordio in Coppa Italia anche per un altro celebre golden boy cosentino, il centrocampista Luca Altomare, classe 1972, proveniente dal Castrolibero, che ammalia con la sua tecnica sopraffina sia Di Marzio che Giorgi e se ne va, a neanche 18 anni, al Napoli, dove resterà per dieci anni. Prima di tornare in rossoblù a fine carriera. Nel 1991 esordisce a 17 anni in Serie B (Cosenza-Ascoli 1-1) ma senza segnare un altro grande golden boy rossoblù ovvero Bruno Trocini, per tutti Brunello, che è impossibile non citare in questa nostra galleria. Figlio dell’ex difensore Giorgio, attaccante di genio e potenza, passerà alla Juventus.

Stefano Fiore

Poi arriva la nidiata di Enzo Patania, che ci porterà al titolo di Campioni d’Italia Berretti. Il fiore all’occhiello di quella squadra è senza dubbio Stefano Fiore, mezzala di regia, classe 1975, dotato di grandissima tecnica e visione di gioco. Nel 1993, a neanche 18 anni, alla sua seconda partita in Serie B, realizza un gran gol al volo al San Vito contro il Brescia e da lì spicca il volo verso Parma, Udine, la Nazionale. Un talento di primo piano per il calcio italiano, che sarebbe tornato a Cosenza a fine carriera e non avrebbe trovato il giusto feeling con il presidente Guarascio. Di quella nidiata sono in tanti ad esordire “bambini” con il Cosenza: Franco Florio, Giovanni Paschetta, Fabio Di Lauro, Salvatore Miceli…

Segue, a distanza di un paio d’anni, Mario La Canna, classe 1977, attaccante di grande rapidità e intelligenza, che segna il suo primo gol a 18 anni al fianco di Gigi Marulla (con annesso tormentone e coro). Protagonista assoluto anche nel Torneo di Viareggio, dove il settore giovanile rossoblù gioca per tutti gli anni Novanta. E subito dopo, a ruota, è la volta di Stefano Morrone, centrocampista classe 1978, che esplode con il Cosenza di Giuliano Sonzogni a 18 anni e strabilia tutti ad Avellino e al Flaminio di Roma segnando i suoi primi irresistibili gol che gli apriranno la strada per una carriera luminosa.

Stefano Morrone

Dei “ragazzi” nati negli anni Ottanta, citazione doverosa per Adriano Fiore, anche lui come Stefano figlio di Pasquale, classe 1980, che a 20 anni segna al Bentegodi di Verona contro il Chievo quello che potrebbe essere (ma purtroppo non sarà) il gol della Serie A. Per Ciccio Modesto, quantunque non sia cosentino, classe 1982, che sarà lanciato in prima squadra da Gigi De Rosa a 19 anni non ancora compiuti, nel 2001, strabiliando tutti gli addetti ai lavori. E per Paolo Gallo, centravanti classe 1985, con un innato fiuto del gol, che ha esordito in Serie B con mister Mondonico al “Braglia”, sempre nel 2002, a soli 17 anni.

Siamo arrivati, così, purtroppo, anche alla fine del percorso del Cosenza in Serie B e per trovare i nuovi talenti dobbiamo saltare agli anni di Paletta, Chianello e Mirabelli, che consacreranno due grandi profili: Ciccio De Rose, centrocampista, classe 1987, e Domenico Danti, classe 1989, da San Giovanni in Fiore, autore di splendide reti quando è ancora un ragazzino di 18 anni, nel 2008. Il resto è storia di ieri. Fino ad Azzinnari.