Cosenza, ospedale dell’Annunziata allo sbando ma i responsabili incassano i premi

La ex commissaria dell'Azienda Ospedaliera Panizzoli e la ex subcommissaria alla sanitò calabrese Maria Crocco

di Francesca Canino

Un paio di giorni fa, la segreteria aziendale CISL medici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza ha inoltrato un comunicato stampa che solleva diversi dubbi sulla “promozione” del lavoro svolto dal commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, Giuseppina Panizzoli. Il commissario ad acta Saverio Cotticelli, il sub commissario Maria Crocco e l’Agenas hanno dichiarato positivo l’operato del commissario Panizzoli, che potrà incassare ben 50.000 euro di premio per gli obiettivi raggiunti. Tutto ciò lascia perplessi se si considera che i problemi dell’ospedale bruzio si sono purtroppo amplificati e che il management dell’azienda ospedaliera di Cosenza ha rinunciato, nei mesi scorsi, a un finanziamento di 10 milioni di euro che avrebbe permesso l’acquisto di nuove attrezzature. Una rinuncia inspiegabile che ha impedito all’Annunziata di posizionarsi al livello di un vero HUB sanitario e di poter contrastare l’emigrazione sanitaria.

Nel Decreto di valutazione dell’operato della dr.ssa Panizzoli, emesso dalla struttura commissariale regionale, si inizia citando l’adozione del nuovo Atto aziendale entro i termini previsti dal Decreto Calabria «peccato che – si legge nel comunicato stampa della CISL Medici – lo stesso commissario Cotticelli, a distanza di oltre sei mesi, non lo abbia ancora ratificato… Si parla poi di individuazione e piano di risoluzione delle criticità. Per valutarlo basta guardare la situazione al Pronto Soccorso, senza sollievo e neanche prospettive». Su questo punto bisogna soffermarsi: il pronto soccorso dell’Annunziata è quasi ogni giorno sulle pagine dei giornali a causa della totale disorganizzazione che vi regna. Il suo direttore e il commissario Panizzoli non hanno mai pensato di risolvere – o almeno tentare di risolvere – le criticità che rendono infernale l’accesso e la permanenza in questo reparto ( ), contraddistinto da carenza di personale, caos, tempi di attesa biblici che i pazienti/contribuenti non meritano affatto. Ci si chiede sovente perché il pronto soccorso bruzio giace in condizioni da terzo mondo, se c’è un direttore che lavora e perché il commissario Panizzoli ha mostrato disinteresse, pur sapendo che sul territorio non esistono strutture che erogano prestazioni di primo soccorso. Equivale a dire che i cittadini possono soffrire, rischiare la vita, rimanere invalidi, tanto il premio di (im)produttività arriva lo stesso grazie alle tasse pagate dagli stessi malati che ricevono trattamenti immeritati.

«Si accenna al governo delle liste d’attesa – continua il comunicato della CISL Medici – ed al loro “tendenziale rispetto” dei piani regionali. Se mesi di attesa per prestazioni anche urgenti voglia dire aver raggiunto l’obiettivo…» e qui si deve stendere un velo pietoso, visto che molte prestazioni possono essere erogate anche tra 14 mesi. Ma non finisce qui: «Hanno licenziato gli operatori delle cooperative – in conclusione del comunicato –  sostituendoli con personale dipendente che operava in altre strutture ridotte, a loro volta, in estrema carenza. Si conclude con la presentazione del progetto di efficientamento dell’utilizzo delle sale operatorie dell’Annunziata entro il 9 maggio di cui, ad oggi, non si è notato alcun effetto». Davvero vogliono far credere ai cittadini che gli obiettivi sono stati raggiunti?