Cosenza, povera giustizia: la Mingrone fa saltare le udienze per una… festa!

Maria Luisa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza

Siamo venuti a conoscenza del motivo che ha “impedito” ieri alla dottoressa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza, di svolgere le udienze da lei stessa fissate alle 13,30.

Il motivo del rimando e della lunga attesa senza una spiegazione agli avvocati che l’hanno aspettata per ore davanti alla porta del suo ufficio, è che la Mingrone doveva partecipare ad una festa di pensionamento di un impiegato. Una festa che evidentemente non si è risolta con la classica bicchierata, una stretta di mano, e poi tutti al lavoro, ma bensì una festa che è durata quasi tre ore. Cosa avranno fatto? Hanno ballato, mangiato, giocato? Mah!

C’è da dire che la dottoressa Mingrone non è nuova ad imprese di tal genere, o meglio non è nuova a tirare filone al lavoro. Infatti avevamo già pubblicato qualche mese fa come si svolge la settimana lavorativa della Mingrone, e per l’occasione ve la riproponiamo.

La dottoressa Mingrone, presidente del nostro Tribunale, gli orari di lavoro se li stabilisce da sola: lunedì assente. Di lavorare il lunedì come si sa nessuno ne ha voglia. Come diceva Vasco: la Mingrone odia i lunedì.

Martedì mezza giornata, perché la Mingrone, che vive fuori Cosenza, deve preparare la valigia, la 24 ore con tutte le carte, mettersi in macchina e raggiungere Cosenza e, gira vota e riminia, arriva in ufficio nel tardo pomeriggio di Martedì, qualche ora, giusto per farsi vedere, e poi via.

Mercoledì giornata piena: arrivo in ufficio non prima delle 10,00. Pausa pranzo alle 13,00 fino alle 14,30. Pennichella pomeridiana dalle ore 14,45 fino alle 17,00. Ore 17,30 ritorno in ufficio fino alle 19,00.

Giovedì stessa giornata del mercoledì.

Venerdì mattina, a differenza di tutti gli altri comuni mortali, per la Mingrone inizia il week end. Ore 09,00 partenza da Cosenza per ritornare alla sua città, e ci vediamo martedì mattina, salvo imprevisti. Il tutto per uno stipendio mensile uguale a quello di 23 lavoratori delle cooperative sociali di Cosenza messi insieme.

A Cosenza si dice: voglia di lavorà saltami addosso, ma fammi lavorà meno che posso. Il giusto motto per la Mingrone.