Dal programma elettorale del 2011, tutte le chiacchiere di Occhiuto/7: il recupero dei fiumi

Dopo un pistolotto sulla storia dei nostri fiumi e sul rapporto tra uomo e natura, che vi risparmiamo, vediamo le chiacchiere di oggi per quanto riguarda il recupero dei nostri fiumi: il Crati e il Busento.

IL RECUPERO DEI FIUMI

La riqualificazione dei fiumi in termini paesaggistici, naturalistici, di sicurezza idraulica, di requisiti igienico-sanitari, di pratica sportiva e di frequentazione ludica compenserebbe in un colpo solo il deficit di verde e di strutture ludico-sportive, metterebbe in sicurezza gli alvei e darebbe un contributo enorme al decoro della città.

Le solite buone intenzioni. O meglio la solita premessa di chiacchiere che tanto non costano nulla. Tanto una in più una in meno non cambia niente. Andiamo avanti.

la visione di occhiuto

Da molti anni si parla di una riqualificazione dei fiumi, sono stati presentati progetti (comprendenti, tra l’altro, grandi piscine coperte e scoperte che nulla hanno a che fare con la sistemazione ambientale) ma poco o niente si è visto a parte un parco fluviale incompiuto che versa nell’abbandono.

Soprattutto è mancata una progettazione integrata sui vari obiettivi, che è possibile raggiungere ottimizzando le risorse impiegate per ottenere il massimo risultato.

La nostra proposta di riqualificazione dei fiumi di Cosenza mirerà a tre obiettivi:

1- garantire la sicurezza per le attività umane (sicurezza idraulica, sicurezza idrogeologica, sicurezza igienico-sanitaria);

2 – garantire la sostenibilità ambientale;

3 – promuovere la fruibilità turistica e ludico-sportiva.

Tutti e tre questi obiettivi passeranno attraverso una sistemazione degli alvei e delle sponde. Dal punto di vista delle esigenze ambientali e paesaggistiche, nonché della sicurezza idraulica e idrogeologica, i migliori risultati si potranno ottenere con le tecniche dell’ingegneria naturalistica, che costituiscono una valida alternativa al cemento già da vari decenni in altre regioni (da noi risultano praticamente ignorate). Evitando il più possibile l’invasività del cemento si potrà restituire alla città uno spazio naturale che dia sicurezza e nello stesso tempo una fruibilità confortevole e sostenibile. In tal modo sarà possibile ricreare l’ecosistema proprio delle aree umide che, sviluppandosi lungo il corso del fiume, diventerà un corridoio ecologico, un’area verde attrezzata che assocerà alle funzioni ricreative proprie dei parchi urbani finalità naturalistiche in senso stretto.

Gli argini di Occhiuto, chiri quattru mazzacani iettati intru u iumi, li abbiamo visti tutti come hanno funzionato alla prima pioggia vera. Io questo corridoio ecologico proprio non l’ho visto. Non mi pare che esistano delle vere aree attrezzate per finalità ludiche. Sì, qualche panchina messa a caso, niente di più. Comunque vediamo come voleva trasformare il Crati e il Busento l’archistar: tinitivi forte. Perfavore leggete quello che segue. E poi mi dite chi è il drogato tra me e Occhiuto.

buse2

Ma il rapporto con i fiumi non può essere soltanto di tipo estetico o ludico. Ad esempio, una frequentazione di tipo sportivo, oltre a completarne la fruibilità e quindi incrementare la ricaduta socio-economica degl’interventi, avrebbe un benefico effetto in termini sociali e culturali perché il contatto fisico con l’elemento acqua farebbe di quest’ultimo un tutt’uno con l’identità cittadina. Sono molti e vari gli sport che, se si intervenisse sul tratto cittadino dei nostri fiumi, si potrebbero praticare lungo di essi sia sulle sponde, come il trekking, il ciclismo, l’equitazione, la pesca sportiva, sia nell’acqua, come la canoa.

Nell’alveo di magra, sia del Crati che del Busento, si potrà realizzare una sagomatura stabilizzata che, garantendo un battente d’acqua anche inferiore a un metro, permetta la percorrenza di piccole canoe (tipo kayak). Lungo queste “piste” ideali le briglie e le soglie di cemento esistenti verrebbero in parte abbassate, ad esempio presso una delle estremità laterali, per creare rampe di risalita per l’ittiofauna che, contemporaneamente, consentirebbero l’avanzamento dei piccoli natanti.

In altri termini sarà possibile rendere i fiumi navigabili e sviluppare una piccola rete di trasporti pubblici, anche con finalità turistiche e una serie di attività sportive collegate.

Non solo dice che renderà navigabile il Crati e il Busento, con kayak, canoe, e roba simile, ma addirittura dice che vuole fare la rete di trasporti pubblici sul fiume. Ditemi voi se uno normale può pensare ad una cosa come questa, che è bellissima, ma non è realizzabile. Mah! Eppure c’è gente che abbocca a queste chiacchiere.

Oggi gli argini del Crati e del Busento rappresentano solo dei muri di difesa per la città, al di là dei quali può trovarsi di tutto, può succedere di tutto, può crescere di tutto. Domani quegli stessi argini potrebbero risultare quasi invisibili, perfettamente integrati nell‟ambiente antropico come in quello naturale, e i letti fluviali potrebbero essere resi fruibili, integrati nel sistema urbano della mobilità sostenibile e del verde.

Si potrà ridare vitalità alle aree lungofiume alle pendici del centro storico attraverso funzioni urbane attrattive: attività culturali e creative, attività turistiche e ricreative. Ci sono moltissimi esempi del genere: dai locali lungo il Tevere a Roma o lungo la Senna a Parigi, ai locali che animano i canali di Amsterdam, il lago Houhai di Pechino.

Gli immancabili riferimenti a capitali mondiali di milioni e milioni di abitanti. Giusto per darsi un tono. Per dire che lui è uno che ha girato. Insomma, una mare di chiacchiere, per arrivare a parare quello che sul lungomare di Paola fanno da secoli: la splendida iniziativa del lungo fiume buolevard. E ho detto tutto. Altro che il lago Houhai di Pechino. Leggiamo come chiude il capitolo fiumi.

Lungo il fiume prevediamo inoltre l’insediamento di un centro per la scultura e per le arti, con piccoli opifici e laboratori artigianali, che recupereranno gli edifici industriali dismessi convertendoli all’uso artistico ed espositivo con metodi ecosostenibili.

Se vi è capitato di vedere piccoli opifici, centri per sculture, roba simile avvisateci che veniamo e facciamo un servizio.

E non finisce qui.