Dal programma elettorale del 2011, tutte le chiacchiere di Occhiuto/8: il recupero della Città del 900

Nel leggere il programma delle vave di Occhiuto del 2011, con il quale è diventato sindaco, mi chiedo, e lo chiedo ai sostenitori di Occhiuto che ci accusano di non portare argomenti ma solo calunnie, semmai dovesse ricandidarsi, se non lo arrestano prima, secondo voi, come programma farà un copia e incolla di questo?

Tanto, chi li legge i programmi? Nessuno. Tutti lo chiedono e lo vogliono, ma poi mai nessuno si chiede se è stato rispettato o no. Questo per noi rimane uno dei tanti misteri di questa città. Leggiamo le chiacchiere di oggi.

IL RECUPERO DELLA CITTÀ DEL 900

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Il nuovo sviluppo di Cosenza non potrà prescindere dal recupero della città del Novecento, polo di eccellenza, che può essere inteso come laboratorio urbano a sostegno della conservazione e dell’innovazione tecnologica.

Il recupero partirà con il restauro del Palazzo di Città, opera dell’architetto Salvatore Giuliani, liberandolo dalle contaminazioni di materiali e complementi impropri. In tal senso esso diventerà il luogo simbolo della ridefinizione urbana.

Tale operazione dovrà anche estendersi ad un ambito molto più ampio, avviando un processo che recuperi un “modus operandi‟ per delineare criteri, metodologie e confronti sulla questione della tutela e del restauro del moderno tanto nei singoli edifici, quanto nelle parti di città di fondazione del ‘900.

Lo abbiamo visto tutti il restauro a Palazzo di Bruzi. Na pittata al primo piano, i lavori in sala consiliare ancora in alto mare e per non farsi mancare mai niente, come al solito il mega progetto stratosferico: la riqualificazione del Palazzo della Città e del 900. Un appalto di cui non si capisce né capo né coda. Per capire bene questa ennesima truffa e chiacchiera di Occhiuto, e su come ha gestito il denaro pubblico vi consigliamo la lettura di questo articolo a firma Camillo Giuliani che spiega sia la mancata realizzazione della struttura da 400 mila euro che doveva “ampliare il comune”, sia tutta la questione relativa ai lavori dell’efficientamento energetico del palazzo della città. Leggetelo e capirete lo stato reale delle cose. Poi se vi piacciono le chiacchiere, fate voi.

L’incompiuta dentro casa

di Camillo Giuliani

I lavori a Palazzo dei Bruzi dovevano terminare entro novembre 2014, ma la conclusione è lontana

Che le pubbliche amministrazioni italiane abbiano sulla coscienza diverse opere incompiute è cosa risaputa. Che però un Comune l’incompiuta ce l’abbia in casa propria, ossia nel municipio, sembra davvero paradossale.

Sta accadendo, invece, a Cosenza con i lavori di efficientamento energetico di Palazzo dei Bruzi, quelli che negli anni dovrebbero portare un notevole risparmio sulle bollette e che, invece, rischiano di trasformarsi in un salasso per le casse comunali. Perché nonostante di soldi finora ne siano stati spesi parecchi (1,5 milioni circa, tra opere e consulenze varie, dei tre complessivi messi a disposizione dall’Ue), l’appalto è ancora lontano dalla conclusione e se questa non dovesse arrivare entro il 31 dicembre i quattrini tornerebbero a Bruxelles.

Il ritardo sarebbe comunque clamoroso: sono trascorsi 278 giorni dal 14 novembre 2014, data in cui la ditta sangiovannese Straface – che si era aggiudicata l’appalto per 2,34 milioni e dagli atti del Comune non avrebbe fornito la certificazione antimafia al momento di stipulare l’accordo – avrebbe dovuto consegnare il nuovo municipio “ecologico”.

foto camillo

Servivano 240 giorni in totale da contratto, ne sono passati quasi 600 e l’unica proroga apparsa sull’albo pretorio spiega che da metà novembre dello scorso anno la consegna era stata differita al giorno di San Valentino del 2015, ossia sei mesi fa.

In realtà di lavoro da fare ce n’è ancora, e parecchio: la sala Catera, storica sede del consiglio comunale, è sventrata da tempo, ma ancora peggio è messo il nuovo spazio sospeso all’interno del cortile che dovrà ospitare apparecchiature varie.

Ha un costo di 400mila euro, ma finora della struttura non è stato avvitato nemmeno un bullone. In compenso, il geologo Arcangelo Violo ha portato a casa una parcella da 45mila euro circa (tra onorario e rimborsi per le prove sul sito) per redigere la sua relazione a riguardo.

Poco meno dei 48mila circa andati all’ingegnere Francesco Converso nella sua qualità di supporto al Rup e quasi il doppio dei 26mila destinati al direttore dei lavori, ingegnere anche lui, Aldo Aiello o dei 25mila che si sono divisi i dipendenti comunali come incentivo per aver collaborato al progetto o, ancora, degli 11.495 finiti alla Icover per le necessarie verifiche sullo stesso.

Ma torniamo alla ditta Straface: dopo una prima anticipazione da 230mila euro (presi dai 900mila inviati preventivamente al Comune dalla Regione), si è vista approvare tre Sal (Stato di avanzamento dei lavori), incassando una prima tranche da 630mila euro a fine giugno del 2014, una seconda da 222mila nel dicembre dello stesso anno (poco dopo aver chiesto la già citata proroga di tre mesi) e uno il 10 febbraio 2015 (a soli quattro giorni dall’ipotetica nuova data di consegna) da 461mila euro.

Da allora non è apparso più un atto sull’albo pretorio relativo all’appalto: non una nuova proroga, non un pagamento. Ci sono ancora un milione da spendere, una sala da ristrutturare, un’intera (e ampia) struttura da realizzare, gli ultimi vecchi condizionatori da rimuovere, gli infissi da cambiare. E soltanto quattro mesi per finire i lavori, a meno di non volerli pagare con i soldi dei cosentini invece che dell’Ue.