Debiti fuori bilancio, il ritorno al futuro del commissario mascherato

L’unica pratica di un certo livello che doveva liquidare il commissario straordinario Angelo Carbone era il bilancio, che il consiglio comunale sciolto non poteva più approvare.

In estrema sintesi, il commissario, travestendosi da Occhiuto, ha approvato 2 milioni e 450mila euro di debiti fuori bilancio e ne ha lasciati sul groppone del nuovo consiglio comunale (tanto, avrà detto tra se e se, sempre lui ci sarà) altri 6 milioni e 858mila euro.

Più della metà per sentenze; 800mila non approvati dai revisori; 2,3 milioni perché devono essere oggetto di ulteriore istruttoria da completare, così come quella sulle sentenze, entro e non oltre il 31 luglio. Quindi bisogna fare presto, molto presto.

Non si tratta di dossier privati, sono atti pubblici, visionabili da chiunque sull’Albo pretorio del Comune di Cosenza, disponibili anche on line.

E’ il solito trionfo di debitori e creditori, affidamenti diretti e le (solite) ditte amiche. Nonostante le inchieste, nonostante gli avvisi di garanzia, il commissario è andato avanti come una ruspa, un caterpillar.

Sono i debiti fuori bilancio, nei quali compaiono anche due delle ditte su cui sta indagando la procura di Cosenza in riferimento all’inchiesta sul frazionamento dei servizi affidati dal Comune: “Fratelli Amato” e “Cmt di Francesco Amendola”.

759mila euro, invece, sono stati bloccati dal Collegio dei revisori dei conti.
Per essi è prevista una “ulteriore istruttoria”, dato che risultano “carenti di documentazione e motivazioni (…), ad eccezione del debito della ditta “Costa costruzioni” di importo pari a 423.850 euro, viziato da violazione di legge per come specificato nel verbale” del 27 novembre 2014.

Ricapitolando: dopo aver saldato un paio di milioni di euro l’anno scorso per sentenze del passato ora ci sono altri 4 milioni freschi freschi da aggiungere al conto…

Resta anche il dato dei debiti fuori bilancio veri e propri: circa 2,5 milioni di euro per i quali è stata assicurata la copertura finanziaria con l’ultimo atto firmato dal commissario.

E l’amara sottolineatura che questo commissario si è messo a 90 gradi e ha avallato tutte le “buone pratiche”, nel senso ironico del termine, di Mario il cazzaro. E che i prossimi cinque anni (salvo complicazioni) saranno perfettamente uguali a quelli trascorsi.

Come in un moderno e beffardo “ritorno al futuro”.