Fase 2. Salvini in Piemonte introduce il bonus regionale (2500 euro), in Calabria si arrangi chi può

Non vogliamo far cambiare idea a nessuno. Ognuno è libero di pensarla come gli pare. Ma quello che stiamo per raccontarvi evidenzia, inequivocabilmente, quali sono le reali intenzioni “politiche” della Lega per il sud: Salvini utilizza le regioni del sud come serbatoio di voti per raggiungere il potere e fare gli interessi del nord, senza nulla dare in cambio ai terroni del sud, e per sperimentare, in tempi di pandemia, improbabili percorsi accelerati di ritorno alla normalità. In poche parole: ci usa come ariete per far cadere il Governo, senza darci nulla in cambio, e alla bisogna, come nel caso della Regione Calabria e dell’ordinanza Santelli, come cavie. Mentre nelle regioni del nord, dove governa, a leggere quello che succede, la politica della Lega assume un’altra connotazione: concreta, disponibile, e attenta all’economia del territorio.  E per avere la prova di come la Lega sfrutta il voto del sud, basta leggere quel che segue.

In Calabria la Santelli, manovrata dalla Lega, le uniche cose concrete che è riuscita a mettere in campo sono le chiacchiere, oltre al boicottaggio delle “direttive” del Governo in materia di cassa integrazione, provocando solo enormi danni ai cittadini che hanno perso il lavoro e che attendono da mesi, oramai allo stremo, il giusto riconoscimento economico. I calabresi, dalla regione Calabria, all’oggi, non hanno avuto niente, nonostante l’emergenza. Solo promesse di interventi a partire da settembre (della serie tira oggi che viene domani, o campa cavallo che l’erba cresce). Non solo, la Lega ha imposto alla Santelli l’ordinanza “apri locali”, non perché era il popolo a chiederla, ma per sviare il discorso sulle tante RSA calabresi coinvolte in questa sempre più strana e assurda pandemia. E per il solito becero  opportunismo politico che caratterizza la Lega.

E non è certo un caso se tutte le RSA coinvolte nella diffusione del virus sono riconducibili ad alcuni consiglieri regionali di maggioranza e agli amici degli amici della Lega. Infatti la Santelli non spiccica più, anche se sollecitata, una sola parola su Villa Torano, o sulla Rsa di Chiaravalle. Per lei l’orrore di cui si è parlato, è acqua passata. Un brutto ricordo da dimenticare. C’è il futuro da guardare, sì, quello degli amici degli amici. Perciò è meglio aprire i bar, e buttarla in caciara, continuando però a tenere chiusi gli ospedali, altrimenti come “giustificare” ancora il foraggio pubblico regalato ai tanti amici della sanità privata? Tanto, dice la Lega, l’emergenza è passata in Calabria, e si può ritornare tranquillamente agli affari intrallazzati di sempre, senza problemi, tanto la gente quello che ha patito in questi mesi di quarantena se lo è già dimenticato, e poi non si mette certo a guardare quello che facciamo noi. Basta che li fai uscire per un caffè, e tutto fila liscio come sempre. E poi come Regione risparmiamo pure perché, facendoli aprire prima, li costringiamo a sistemare i locali a “norma” a spese loro. Perchè i soldi servono al nord. E non possiamo sprecare risorse al sud. Si arrangeranno come sempre.

INFATTI, nella Regione Piemonte, dove il governo regionale è simile a quello calabrese con a capo Alberto Cirio, un forzaitaliotaleghista, le cose vanno diversamente. Cirio e la sua giunta, prima di sfornare un’ordinanza alla Santelli, ha pensato bene di approvare una “mega-manovra da 88 milioni di euro, già pronti in cassa, per erogare decine di migliaia di bonus “cash”, a fondo perduto e direttamente sull’IBAN di bar, ristoranti, attività di ristorazione in genere che ne faranno richiesta. Ma anche di centri estetici, spa, parrucchieri, taxisti”. Questo è il nostro modo per aiutare tutte le aziende che sono state chiuse dal Decreto del Governo e che tutt’ora sanno solo che potranno riaprire a giugno”.  Queste le parole del presidente Cirio durante la conferenza stampa di presentazione della misura “bonus Piemonte”.

In pratica la Regione Piemonte ha destinato a tutte le attività commerciale un bonus a fondo perduto di 2500 euro. Per ottenere il bonus basta una mail: “ogni azienda riceverà una PEC dalla Regione, sarà sufficiente rispondere a questa mail confermando che si è il titolare dell’attività e che si vuole ottenere il bonus e indicando il proprio l’IBAN. Punto. Non serve DURC, non serve andare dal commercialista, non serve produrre documentazione per certificare il danno: è ovvio che c’è stato un danno”.

Avete capito? 2500 euro a fondo perduto per tutti, nessuno escluso, fondamentali per affrontare le necessarie spese legate alla riapertura, in sicurezza, di qualsivoglia attività: sanificare il locale, acquistare il plexiglass, pagare qualche bolletta arretrata. Un aiuto concreto che va nella direzione giusta che è quella di ritornare alla normalità.

Sulla differenza di “vedute” della Lega, non c’è altro da aggiungere, dopo questo paragone. È talmente chiara la diversità di trattamento che veramente può capirla chiunque. Anche i fans di Salvini più sfegatati.

Ora, alla luce di questo, la domanda ai leghisti calabresi, e in particolare al vicepresidente della regione Spirlì, sorge spontanea: perché in Piemonte i commercianti li aiutate e in Calabria invece no? Forse che i commercianti calabresi sono inferiori (come dice l’amico di Salvini, Feltri), e non degni di aiuto?

Inoltre: egregio vicepresidente Spirlì ci può spiegare il perché la Lega a cui lei appartiene discrimina i commercianti calabresi, costretti ad aprire bottega a proprie spese dopo mesi e mesi di chiusura, a differenza dei loro colleghi piemontesi? Ha per caso qualche consiglio da dare ai commercianti calabresi?

Sicuri di una sua non risposta, in subordine se può reciti, almeno, qualche rosario anche per i nostri commercianti. Visto che possono affidarsi solo a Dio, e non certo a chi come lei è incapace di distinguere una cipolla di Tropea da un mandarino cinese e che confonde la spiritualità con la politica così come si usava fare nel Medioevo. Non basta vestirsi da santone, come fa lei, per dirsi umile e disponibile. Lei oggi detiene un potere politico ed ha l’obbligo, nonchè il dovere, di usarlo al meglio e a favore dei cittadini, non può limitarsi alle sole benedizioni. Oltre alla preghiera, attivi anche il suo ufficio affinché anche la Calabria si doti dello stesso strumento di cui si è dotato il Piemonte.

Volete aprire la Calabria? Bene. Ma fatelo dotando tutti delle necessarie risorse economiche per ripartire in sicurezza. Senza sporchi giochi politici fatti sulla pelle dei cittadini e che compromettono seriamente quel poco di economia che resta a questa sventurata Regione. Del resto lo dice chiaramente il presidente Cirio: è ovvio che c’è stato un danno. Ed è compito delle istituzioni risarcire il cittadino. Caro Spirlì è questa la sua funzione, trovare il modo per risarcire tutti coloro i quali hanno subito danni da questa pandemia. E purtroppo per fare questo, non bastano le sue preghiere.