Gioacchino Criaco: “È la Misericordia che bagna Napoli”

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco, scrittore calabrese

È la Misericordia che bagna Napoli

Ma che riscatto, rivalsa, redenzione! Napoli non ha scuse da porgere, e pure se ha infinite ragioni per pretenderle, non le chiede. Ha schiere sterminate di medaglie e coppe che potrebbe appuntarsi al petto, esporre in bacheca. Mantiene petto stretto e bacheca piccola, sa che l’orgoglio è cattiva medicina, appartiene ai nati piccoli. Di infantile Napoli mantiene il candore, la meraviglia, si rinnova nella gioia, quando viene. Non ostenta e non arringa. Perdona. È la Misericordia il pregio delle creature straordinarie, stare nel cielo senza impedire agli altri di raggiungerlo, realizzare imprese perché gli altri le emulino. È un casello autostradale con la barra alzata, un portone sempre varcabile. E lo sport è una delle forme di letteratura più belle, utili. Avessero avuto ad altre latitudini il Napoli calcistico odierno, avrebbero vinto tutto, non avrebbero concesso nulla agli altri. Starebbero in corsa in tutti i tornei in cui hanno ceduto il passo.

Senza essere complottisti, in qualche modo li avrebbero bloccati. Col Napoli non c’è stato bisogno, chi guarda al futuro per indole, per cultura, per nascita, produce speranza in chi è in corsa, non la toglie. Si rincorre ogni paradiso per farne condivisione, non strozzarsi. Così, la Napoli del calcio arriva a una festa lasciando ad altri altre cose da festeggiare e facendo coincidere le vicende sportive con l’indole culturale, la propensione agli scatti in avanti che coinvolgano tutti, si ritaglia una dimensione che abbatte i confini, che va oltre le dogane, per fatti di umanità, di arte, di visione, non per schemi puramente economici. È il punto di riferimento di tutto un mondo vasto che sta a Sud, che lambisce le spiagge variegate del mare che ha piantato civiltà immortali.

È la più europea e internazionale delle città euro mediterranee, e nonostante tutte le zavorre con cui viene da secoli caricata, continua a essere vascello che naviga anche per noi che non siamo di Napoli, inaffondabile in barba alle falle che le aprono ai fianchi. E che sia oggi o fra qualche giorno, la festa, sarà festa.