Gli ultimi lecchini di zio Silvio

Non sarà certo il pizzino di zio Silvio, scritto a favore di telecamera, sulle “qualità del futuro premier”, ad ostacolare la nascita del primo governo Meloni. Giorgia, cristiana e mamma –  che in quanto a sapersela giocare non ha niente da invidiare al Craxi, all’Andreotti o al D’Alema dei bei tempi che furono – ha già avuto il via libera dalla Casa Bianca, e gli estremismi di ieri si sono subito trasformati in accondiscendenze tout court. Gli americani, per Giorgia, oggi hanno sempre ragione “senza più tanti preamboli”. Hanno ragione a definire il fascismo il male assoluto, hanno ragione a fare la guerra a Putin e a bombardare democraticamente decine di paesi qua e là, hanno ragione a sostenere Israele nel genocidio dei palestinesi. Ed hanno ragione ad imporre la loro economia a tutto il mondo. Dicono bene, per Giorgia, quando sostengono che l’Europa, e in particolare l’Italia, sono una colonia degli Usa. Fanno bene, per Giorgia, a riempire i nostri territori di missili nucleari e a sostenere l’industria delle armi.

Insomma, per Giorgia, il Duce, il nazifascismo, il razzismo, e soprattutto l’antisemitismo, aberranti dottrine da lei sempre praticate e sulle quali ha costruito la sua ascesa politica, se ne possono anche andare affanculo. Queste “nostalgie” non le appartengono più. E giù di dichiarazioni per confermare agli “alleati” che la richiesta di totale sottomissione da loro avanzata nei colloqui segreti di questi ultimi giorni mediati da Draghi, come contropartita per governare, è stata accettata: “il mio governo continuerà a sostenere l’Ucraina”. “La Nato va rafforzata”. “L’Europa unita e forte è la via maestra da seguire”.  E sull’orrore del rastrellamento avvenuto nel ghetto di Roma il 16 ottobre del 1943 la Meloni, che negli anni passati non aveva mai detto una sola parola in occasione della ricorrenza di questa tragica e disumana pagina di storia, oggi dice: «Disumana deportazione della furia nazifascista: memoria dell’orrore di tutti gli italiani». Più assoggettata di così si muore. Prova superata per gli americani che le hanno dato il via libera per la formazione del nuovo governo. Ed è per questo che ha avuto l’ardire, lei che votato per “Ruby nipote di Mubarak”, di mettere all’angolo zio Silvio, amico da sempre degli americani ma oggi, in nome del nuovo ordine mondiale, diventato pedina sacrificabile. Alla fine zio Silvio dovrà cedere, pena la sostituzione, non può fare altro, ha troppo da perdere.

Se politicamente parlando la guerra nel centrodestra alla fine rientrerà, quello che invece sarà difficile ricomporre e il legame intrallazzino tra la Meloni e i disertori di FI al Senato. La Meloni si sa, è vendicativa, e lo smacco ricevuto al Senato dai senatori di Forza Mafia, se l’è legato al dito. Tra i disertori c’è il nostro cazzaro: il senatore plurindagato Mario Occhiuto. Uno degli ultimi lecchini, insieme al fratello, di zio Silvio. Il non aver votato La Russa lo pone di diritto nella lista nera dei proscritti della Meloni. Per i disertori nessuna pietà, è questo quello che meditata la Meloni. Un brutto passo falso del cazzaro che potrebbe davvero costargli caro. Del resto non poteva certo dire di no a zio Silvio. A lui, la famiglia Occhiuto, deve tutto, a cominciare dalle coperture politiche e giudiziarie di cui godono. Senza zio Silvio, sarebbero in galera già da tempo. Gli Occhiuto, si sa, sono ricattabili, devono fare tutto quello che gli chiede zio Silvio che è il custode di tutti i loro più loschi segreti. Se zio Silvio dice di non votare La Russa, Mario non vota La Russa. Zio Silvio è la sua unica ancora di salvezza. Dovesse perdere l’appoggio di zio Silvio, la vita politica e giudiziaria dei fratelli si complicherebbe e non poco. I tanti avvoltoi di Fratelli di ‘ndrangheta, ad esempio, che non hanno gradito l’arroganza e la prepotenza di Robertino il parassita, potrebbero ritornare alla carica e questa volta con molta più cavalleria. Se cade zio Silvio cadono anche i fratelli.

Leccare zio Silvio è l’unica cosa che Mario può fare, e difenderlo, nel disperato tentativo di farlo restare a galla per non affondare con lui, è l’estremo sacrificio a cui bisogna sottoporsi. Al punto tale da prendersi la responsabilità della paternità, insieme agli ultimi lecchini di Forza Mafia, del pizzino di zio Silvio contro la Meloni. Lui, Mario, che ha sempre accusato gli altri, a sgamo avvenuto, come autori dei suoi intrallazzi, arrivando persino ad accusare e a far condannare la sorella, ed invece questa volte confessa una colpa che non è sua. Un novità assoluta per il cazzaro. Ma anche una mossa che fa capire bene la gravità della situazione, che fino a ieri sembrava tutta rose e fiori, in cui si trovano da oggi i fratelli Occhiuto… gli ultimi lecchini di zio Silvio.