Grandi manovre al Parco: la svampita di Lorica e la biondina di Palla Palla

Al Parco Nazionale della Sila c’è un commissario che attende da tempo di poter diventare presidente. Si chiama Sonia Ferrari ma è meglio conosciuta come la svampita di Lorica.

Per ottenere il suo obiettivo dalla Regione a guida Palla Palla, la signora, nominata in quota Forza Italia, ha finanche messo a disposizione la candidatura di suo marito Antonio Armentano nella lista del PD alle ultime recentissime elezioni di Cosenza.

Michele Laudati e Sonia Ferrari
Michele Laudati e Sonia Ferrari

Sonia Ferrari viene mandata al Parco della Sila tra il marzo 2009 e quello del 2014. Trascorrono così i primi cinque anni di una presidenza incolore, senza nessun sussulto pratico, con una gestione burocratica di un ente paludato, autoreferenziale e al servizio di Michele Laudati, direttore generale del Parco e Satrapo del Cupone garantito in tutto, compresa la nomina, illegittima, della svampita di Lorica, dalla politica locale (leggi Palla Palla), che attraverso il Satrapo gestisce tutto per interposta persona, il che, visti i suoi trascorsi di ufficiale di lungo corso, di funzionario fedele dello stato, è una garanzia per tutti.

Franco-CovelloLaudati è stato tanto affidabile, ad esempio, da farsi la galera al posto dell’onorevole Franco Covello, in arte Caciocovello (il suo vero mentore). Ma si rivela una garanzia soprattutto per chi deve fare affari come tagliare illegalmente boschi demaniali, com’è successo in quel di Longobucco, o costruire sul lago inutili opere, rifare impianti di risalita pagati da noi per evitare il fallimento ad una impresa che lavora anche a Cosenza.

Ma Laudati garantisce impunità anche a chi sfrutta le acque dei laghi silani senza lasciare niente al territorio, a parte i danni. Uno così non lo trovi dovunque, perciò la svampita deve garantire che continui a fare il direttore del Parco nonostante l’età, superiore ai 70 anni. Ma su questo il ministero ci mette una buona parola e tutto si aggiusta. 

Tuttavia le cose si complicano maledettamente per la nostra eroina, tant’è che da marzo 2014 e dopo 26 mesi di commissariamento ancora non la nominano al Parco.

Cosa è successo da provocare questi ritardi nella sua nomina?

Proviamo a fare qualche ipotesi.

La prima: visto che a fine anno scade il contratto del Satrapo, colui cioè che garantisce la cupola politica silana che tutto fili liscio al Parco, allora anche lei non serve più e perciò si cambia.

La seconda: dopo le elezioni regionali in tanti sono rimasti senza stipendio e senza un ruolo e dunque il Parco fa gola a molti trombati, a troppi trombati diremmo. Perciò, i bene informati, propongono di tenere lei a guardia del bidone come commissario fino a dicembre e poi si vede cosa succede a Cosenza e nel PD.

La terza: tra quanti sono rimasti fuori dal consiglio regionale ci sono alcuni amici che, sebbene fossero candidati nel centrodestra, hanno dato una mano a Palla Palla alle primarie del PD e perciò bisogna risarcirli. I primi della lista sono quelli dell’Udc, che nel frattempo hanno pure il loro Ministro a Roma. Ma nell’Udc scoppia la guerra tra le bande: se sei di Cesa (come il quasi galeotto ex assessore all’agricoltura che ha aiutato Palla Palla più di tutti) non vai bene, se poi sei coinvolto nello scandalo Rimborsopoli non vai bene nemmeno (l’altro ex assessore regionale). Ma, visto che c’è un accordo nazionale per dare un presidente di un Parco qualsiasi a Galletti, e l’unico che è stato reso disponibile dal PD è quello della Sila, allora cominciano le danze.

Si propone Giuseppe Idà, che è sindaco di Rosarno (lo abbiamo visto in TV in questi giorni caldi) ed ha ben altre ambizioni.

Ma come come si fa a raccontare ai trombati del PD che si sceglie un politico di un altro partito e persino della provincia di Reggio? Va bene che Palla Palla si lavora tutti i sindaci alla perfezione ma questo è troppo.

Perciò scrive una lettera di fuoco con cui chiede di riconfermare subito la svampita di Lorica, e per rendere più roboante la sua richiesta fa firmare il documento a tutti i sindaci del Parco. Tutti allineati e coperti.

Ma nonostante la lettera, passano i giorni, le settimane ed i mesi ma non succede nulla sul nome del presidente.

La quarta: nessuno vuole la riconferma della svampita ma tutti fanno a mossa. Anche l’onorevole Caciocovello fa finta di sostenerla ma non passa perché la sua incapacità la precede negli uffici del ministero, della Regione (che è tutto dire) e tra gli stessi sindaci che quando la sentono parlare non riescono a trattenere le risate.

Sonia Ferrari
Sonia Ferrari

Perciò, fino a quando Palla Palla non si inventa la genialità o trova un nome tanto autorevole da mettere tutti a tacere la deve tenere li.

La quinta: la genialità Palla Palla potrebbe ritrovarsela a casa, visto e considerato che ha fatto mandare un curriculum per il Parco della Sila alla sua compagna, Adriana Toman, detta la biondina. Ma non è un’operazione facile. Perché la Toman tutto è tranne che una svampita e il fatto che sia la compagna di Oliverio potrebbe generare un casotto di dimensioni enormi. O no?

3 – (continua)