Il Miele di San Lucido

dalla pagina FB di Franco Bruno

Il Miele di San Lucido

Nella valle del Saricayir, vicino ad Artvin, in Turchia, Gunduz Gunay osservava le api del suo alveare entrare ed uscire con insistenza da una caverna. Un giorno decise di seguirle. La grotta si spinge fino a 1800 metri nel sottosuolo. Sui muri la meraviglia di grandi quantità di miele. Creato proprio lì, nella caverna e lasciato per più o meno sette anni ad invecchiare da solo, senza la mano di nessuno. È il miele degli Elfi. Gunay, oggi lo vende a 5000 euro al chilo.

In Nepal abili indigeni rocciatori, della tribù dei Kulung, usano il fumo. Così allontanano le api e con lunghe canne di bambù possono portare gli alveari giù dai costoni. È il Mad Honey. Miele di rododendro. Antichi riti sciamanici usano il mad honey per il provocare estasi e trance. Poco più di 150 euro al chilo.

Poi c’è il miele di fiori di Sulla di San Lucido, in Calabria, prodotto da Andrea. La Arenamieli prende i suoi alveari, li porta in posti quasi inaccessibili, lungo le colline che dal Mar Tirreno si inerpicano rapidamente verso Monte Cocuzzo. Non è un caso che i fondali siano così profondi in quel pezzo di mare. Quella inclinazione, così rapida, innesca un vento che viaggia a velocità altissime. Alcuni lo chiamano il vento di San Francesco. Si genera una microclima unico. Da quei posti le api di Andrea tirano fuori un miele monofloreale strepitoso.

Sono di parte è ovvio. E mi dispiace non sapervi descrivere gli odori e i sapori dell’honey nostrano di cui vi parlo. Anche io, come altri, ho avuto la sensazione di avvertire l’odore del mare, del vento. Un sapore dolce ma aspro. Avvolgente e deciso. Non sono un esperto. Non conosco le regole dell’assaggio di Gonnet e non sono iscritto all’Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele. Un consiglio però voglio darvelo: andate sul sito Arenamieli, compratene un po’. Poi mi direte…