Il pensiero di chi lavora dentro Iacchite’

Per tutti quelli che non lo sapessero Iacchite’, anche se piccola, è una vera e propria redazione giornalistica, fatta di persone che, pur non avendo l’esperienza del suo direttore responsabile Gabriele Carchidi, provano  in tutti i modi ad intraprendere il mestiere duro e complicato di essere giornalisti.

Lo fanno non solo con passione, ma dopo anni di studio. Allora è bene rinfrescare la memoria a tutti, sul fatto che esiste una deontologia nella professione del giornalista che recita diversi punti. Dopo il grave fatto della chiusura del giornale ve ne ricordiamo alcuni.

La libertà di stampa si realizza non solo nel diritto attivo di informare, ma anche nel diritto passivo dei cittadini ad essere informati secondo quanto afferma il documento dei giornalisti americani:

La libertà di stampa deve essere protetta come un diritto inalienabile del popolo in una società libera. Ciò comporta la libertà e la responsabilità di discutere, mettere in dubbio e contestare le azioni e i pronunciamenti del nostro governo e delle nostre istituzioni pubbliche e private. I giornalisti fanno rispettare il diritto di diffondere opinioni impopolari e il privilegio di concordare con la maggioranza.

Nel caso italiano, la libertà d’informare riconosciuta ai giornalisti è sempre entrata in conflitto con i grandi poteri.

E’ bene, sempre, rammentare la sentenza della Corte di cassazione, in sede civile, del 18 dicembre 1984, che fissò le condizioni di base alle quali una notizia può essere pubblicata anche se danneggia la reputazione di una persona: deve essere vera e completa, non può essere una mezza verità, può anche essere putativa purchè riferita al termine di un serio lavoro di verifica, deve sussistere l’utilità sociale, l’esposizione deve essere improntata a leale chiarezza.

E ancora, per ultimo, vogliamo rinfrescare a tutti il Codice di deontologia sulla privacy, consegnato all’Ordine dei giornalisti all’ufficio del Garante il 29 luglio 1998, costituito da 13 articoli. I primi due delineano il quadro deontologico entro cui si svolge la professione e soprattutto è ammessa la ricerca e la raccolta di informazioni che contengano dati personali, su individui coinvolti in fatti di cronaca o, più in generale, di pubblica notorietà; perciò richiamano la tutela costituzionale della libertà di stampa (art.21), stabiliscono l’obbligo per giornali e giornalisti di tenere archivi contenenti dati personali.

L’articolo 6 prevede al primo comma:

La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata quando l’informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonchè della qualificazione dei protagonisti.

Altro comma dell’art. 6 prevede:

Commenti o opinioni del giornalista appartengono alla libertà di informazione nonchè alla libertà di parola e di pensiero costituzionalmente garantita a tutti.

Ciò accade in una società civile e democratica che, purtroppo, non sembra essere la nostra. Consigliamo a tutti coloro che svolgono tale professione e a coloro che la ignorano, di leggere tale deontologia. Crediamo che il nostro giornale la rispetti in pieno.

Valentina Mollica