Metro, il trionfo di Lo Feudo: un uomo per tutte le stagioni

Oliverio e Lo Feudo, il deus ex machina delle Ferrovie delle Calabria

143 mila euro l’anno. Da venti anni dirigente delle Ferrovie della Calabria, servitore di mille padroni. Il suo nome è Giuseppe Lo Feudo, ingegnere, governativo più di un Prefetto.

È lui che comanda le Ferrovie da decenni, lui le ha gestite portandole a un debito spaventoso coperto con i fondi Fas. Ed è lui oggi ad essere garantito e supportato da Mario Oliverio.

È parente di Franco Covello, ex senatore e politico di lungo corso della circoscrizione di Paola-Castrovillari. Ma con tanto potere anche a Cosenza. Dalla Democrazia Cristiana a Forza Italia. Alla Margherita. Approdato al PD con l’adorata figliola Stefania, completamente inchinata a Madame Fifi. Ma Covello è stato anche (e soprattutto) ex amministratore unico delle Ferrovie della Calabria. Quindi, colui che pose Lo Feudo ai vertici delle Ferrovie. Una promozione in famiglia.

Franco-Covello Lo Feudo non si è fatto molti scrupoli quando la stella di “Caciocovello” si è affievolita: ai tempi di Scopelliti divenne subito amico di Fausto Orsomarso. Non mancava a una riunione di partito. Ovviamente, passato il Santo, passata la festa.

Attualmente ha (finalmente!) raggiunto il porto del PD.

Lo Feudo ha votato Guccione alle regionali 2014 su indicazione di Oliverio ma lo ha lasciato non appena ha litigato con il Governatore. Insieme a Marazzita e Pinna, gli altri due dirigenti, costa 400 mila euro annui per una gestione disastrosa che produce deficit a tutta forza.

Da Mario Oliverio ci si aspettava che lo togliesse fuori dalle stanze, ma è ancora saldo lì. Pronto a far saltare la riforma monca voluta dall’assessore Musmanno per continuare a essere il padrone della locomotiva. Una locomotiva lenta, dove ci sono appalti di milioni di euro che nessuno va a verificare.

Lo Feudo
Lo Feudo

Il “buco” certificato è di 120 milioni. Ma non dipende dalle “consulenze”. E nemmeno da tutte le manovre fatte con Circosta, l’azienda pagata a peso d’oro per affossare le Ferrovie calabresi. Lo Feudo lo esclude. E lo adduce, invece, ai crediti che vantano le Ferrovie nei confronti dello Stato e della Regione Calabria. “L’inflazione è la vera causa del dissesto finanziario”. Sìssignori, Lo Feudo questo è. Non si vergogna di nulla, come i suoi (infiniti) amici politici della pappatoia.

I più informati ci dicevano che avrebbe messo il becco anche nella metro leggera di Cosenza e proprio all’inizio dell’anno scorso (a febbraio per la precisione) è arrivata la conferma con la sua nota di compiacimento per il “lavoro” di Palla Palla. Ma soprattutto con tutto l’elenco di aree di proprietà delle sue Ferrovie della Calabria sulle quali dovrebbe passare la metro.

Subappalti e soliti magheggi. E infatti ogniqualvolta Oliverio e il responsabile del procedimento Zinno fanno un “pirito” (scusate il francesismo), lui è lì col suo codazzo. Pronto a leccare e a prendersi i soldi. Tra percentuali, tangenti e quant’altro.

E non è finita qui. Parigi val bene una Messa direbbe ancora l’immarcescibile Lo Feudo.
Il 3 giugno 2016, a spese nostre, l’intoccabile covelliano che Oliverio non tocca è andato a Parigi.
Convegno internazionale sui trasporti. Non c’è che dire. Lo merita Lo Feudo.
Non fosse altro per l’ennesimo buco di bilancio che ha costretto la Regione a capitalizzare ancora per 2,5 mln di euro.
Dopo avere coperto i debiti con i Fondi Fas la Regione ha dovuto ancora mettere mano al portafogli.
E Lo Feudo? Va a Parigi. Alla faccia nostra.

Il feudo di Lo Feudo, uomo buono per tutte le stagioni.