Io so’ Pasquale (di Marco Travaglio)

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Chi pensa che manifestare per la pace sia inutile non ha letto la fiumana di commenti furiosi provocati dal corteo di oggi a Roma prim’ancora di svolgersi. Sono le Sturmtruppen che dal 24 febbraio fanno il presentat’arm sui rispettivi divani e oggi a Milano marciano per la guerra. Non si danno pace che la maggioranza silenziosa contraria alla cobelligeranza e all’escalation in Ucraina trovi finalmente il luogo e il modo per farsi vedere e sentire. E contagi le opinioni pubbliche europee, in gran parte contrarie al bellicismo dei loro governi, ma ammutolite o silenziate nel dibattito pubblico dominato dalla lobby armata. Se oggi a Roma saremo tanti e piazza San Giovanni dilagherà in tutta Europa, i governi non potranno ignorarlo, o andranno a casa. Il buonsenso espulso dai media atlantoidi rifà breccia nel muro della propaganda per la crisi causata dalla guerra criminale di Putin e alle autosanzioni dell’Ue. Più dura lo stallo, più gente muore, più salgono bollette, prezzi, aziende chiuse, disoccupati e poveri, più ci si domanda che senso abbia condannare gli ucraini al macello e l’Europa alla miseria per riconsegnare a Kiev i russofili di Donbass e Crimea, che potrebbero preferire ancora Mosca dopo otto anni di massacri ucraini e otto mesi di massacri russi. Il diritto all’autodeterminazione per loro non vale? Perché non indire dei referendum sotto l’egida internazionale (non farse armate modello Putin) per far decidere a loro il proprio destino?

È questa la pace possibile di cui parlano il Papa, decine di ex ambasciatori e intellettuali di ogni colore che firmano appelli e proposte. Ed è molto più concreta e meno ideologica dei gargarismi delle Sturmtruppen, che da otto mesi non riescono a partorire se non banalità (“c’è un aggressore e un aggredito”: tante grazie, e chi l’ha mai negato?) e bestialità (“col nemico non si tratta”: e con chi si tratta, con l’amico?). Da che mondo è mondo, le guerre finiscono in due modi. Con la resa dei vinti ai vincitori, quando ci sono. O, se c’è stallo come fra Russia e Ucraina, con un negoziato fra i belligeranti (sì, l’aggressore e l’aggredito) per un compromesso fondato sugli esiti del campo e sulla sicurezza per tutti in cambio di sacrifici da ciascuno.

Se i belligeranti hanno “solo” armi convenzionali, si può pure decidere cinicamente di lasciarli combattere finché uno dei due si arrende. È quel che han fatto sinora Usa, Nato e Ue, dimenticando che Putin, ammesso e non concesso che si trovi un giorno a un passo dalla resa, non alzerebbe bandiera bianca, ma sgancerebbe l’atomica. Su questo le Sturmtruppen sorvolano, per vedere quel Putin dove vuole arrivare: “E che so’ Pasquale, io?”. Noi preferiamo di no, perché Pasquale siamo noi. PER I PIU’ GIOVANI… ECCO IL MEMORABILE SKETCH DI TOTO’ A STUDIOUNO 1966 (https://drive.google.com/file/d/1wvXxgK9qXmroI2M2FzIsT00XZIQOg4Ft/view)