Katya Gentile: “Stati d’ansia…”

Katya Gentile, ex vicesindaco della città, è intervenuta sul caso Iacchite’.

Ecco il testo del suo post

Stati d’ansia…

Oggi voglio consegnarvi le mie riflessioni affinché non passi inosservata una prassi del tutto inusuale e senza vergogna. Quando al sindaco di Cosenza vengono le crisi d’ansia, invece di andare dal medico, va in Procura a sporgere denuncia.
Immaginiamo se lo facessimo tutti…
Questo suo è un clichè usato e abusato perché pensa così di poter mettere a tacere chiunque usando il deterrente della Procura, come una minaccia o un atto di intimidazione. (Con me lo fece addirittura durante una Giunta).
Prontamente la Procura di Cosenza, dal canto suo, agisce per tutelarlo, sostituendosi al medico ed alle sue cure, eliminando alla radice la causa del problema, oscurando la pagina di informazione Iacchite.it. Diciamoci la verità, Carchidi non piace a molti, penso che abbiano più querele lui ed i giornali che ha diretto o per cui ha scritto di chiunque altro in Europa. Questo perchè, a mio modesto modo di vedere, di tanto in tanto si rende vulnerabile sparando nel mucchio, lanciando bombe al vetriolo che colpiscono anche chi si trova a passare di lì per caso, attenendosi, ogni tanto, poco ai fatti e di più alle congetture. Bisogna però anche riconoscergli che la sua freddezza di killer spietato, giornalisticamente parlando, e la sua buona scrittura gli consentono (nel bene e nel male) di dare e diversificare le notizie, in un panorama giornalistico che si è appiattito totalmente rispetto a ciò che si può o non si può dire. E sarà anche per questo che, a parte qualche raro caso, nessuno quotidiano calabrese ha inteso riportare la notizia, come se, prescindendo dalle simpatie o antipatie, in un clima di oscurantismo che rievoca i Tribunali della Santa Inquisizione, non fosse stato sferrato un attacco alla democrazia.
Anche io sono stata “vittima” delle pagine di Carchidi and co e sono tra quelli che aveva denunciato uno dei suoi collaboratori, ma non mi sono sottratta ad un’intervista scomoda durata oltre un’ora e mezza, pur di liberare il campo da dubbi e illazioni che mi riguardavano.

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Perché il Sindaco non ha fatto lo stesso e ha deciso invece di recarsi in Procura, pauroso e ansioso, asserendo di essere perseguitato. Ora sta lì sul suo profilo a gongolare rassicurando: ” prima che certe barzellette sul sindaco che ricorre a cure mediche in preda a stati d’ansia si diffondano e diventino virali, rassicuro una certa fascia della popolazione sull’assoluta falsità di quanto sta circolando. “ smentendo tra l’altro, anche il magistrato che, imbonito e sulla base delle sue dichiarazioni, ha scritto nel suo provvedimento: “infastidendolo e disturbandolo in vari modi con post diffamatori… Cagionando nella persona offesa un grave stato d’ansia e di paura… Ha indubbiamente indotto nel querelante un effetto fortemente destabilizzante del suo equilibrio psicologico.”
Era forse consapevole che tutti gli atti del Comune su cui si fondavano i vari articoli che lo riguardavano potevano diventare fonte di problemi, ad un esame attento di una magistratura inquirente super partes? Per questo ha deciso di andare in Procura lui per primo a confondere le acque? Mi dico ancora: sarà anche fortunato perché, se è vero che le capacità mistificatorie e menzognere di Occhiuto sono note ai più, lui riesce sempre a trovare in Procura qualcuno che le disconosce, ma non si dovrebbe pure fare qualche verifica, anche per onor di verità, oltre che per dovere, prima di assumere un provvedimento così dirompente?
Poi mi sovviene che la Procura di Cosenza (quella che Occhiuto dice essere al servizio dei Gentile) che apre indagini (una mi riguarda direttamente) sulla base dei fantasiosi racconti di un sindaco in preda al panico – perchè qualcosa da nascondere e da temere evidentemente ce l’ha – è la stessa che archivia ogni procedimento a suo carico – che si tratti di querele per calunnia e diffamazione o di denunce per presunti reati ambientali, o ancora di presunti reati di falso in atto pubblico, abuso di potere, truffa ai danni del Comune o della Comunitá Europea, poco importa.
Io non ci sto. Voglio continuare a credere nello Stato, nella legge e nella giustizia, perciò sono stanca di continuare ad assistere al sovvertimento dell’ordine delle cose, attraverso cui, tra l’altro, i carnefici diventano vittime. Sono stanca di vivere in una città in cui il malaffare perpetrato dal Sindaco e dai suoi fidi compagni trovi coperture, oltre che in politica e nel giornalismo di facciata, anche in quella parte di magistratura malata che non rappresenta degnamente il nostro Paese. Abbiamo tutti il coraggio di chiamare le cose col proprio nome, troviamo tutti il coraggio di ribellarci a ciò che è diventato intollerabile, diamo forza alle parole attraverso il coraggio delle nostre azioni. Dimostriamo il nostro dissenso.

Katya Gentile