La Calabria alla Bit di MIlano. Lettera aperta di un tour operator stanco delle chiacchiere dei parassiti della politica

LETTERA APERTA DI UN TOUR OPERATOR STANCO DELLE CHIACCHIERE.

In oltre 30 anni di presenza alla Bit di Milano non ricordo una sola edizione in cui la presenza della Calabria (dal professore Nisticò passando a Nanà Veraldi, a Peppe Chiaravalloti, Agazio Loiero, Peppe “DJ” Scopelliti per finire a Palla Palla, visto che la Santelli non ha fatto in tempo) non sia stata presentata come un fatto epocale, una svolta storica, un successo mai visto.

La Calabria sbarca con successo alla Bit di Milano… urlavano tivù, giornali e giornaletti. In trent’anni di partecipazione come tour operator  ho visto cose che voi umani non potete mai immaginare: codazzi di portaborse, giornalisti, o presunti tali, spesso agenti pubblicitari, cineoperatori o presunti tali, tutti entusiasti, tutti al seguito dell’ assessore al Turismo del tempo, tutti al seguito della visita  eccezionale del presidente della Regione del tempo, per non parlare di quella del ministro del Turismo, tutti al seguito degli altri assessori, consiglieri regionali, sindaci, consiglieri comunali, provinciali, presidenti di consorzi, nani e ballerine… e chi più ne ha più ne metta.

Tutti in libera uscita a Milano, alla bella Milano, per parlare di turismo, tutti competenti e tutti ad annunciare svolte epocali. Quest’anno il nuovo presidente Roberto Occhiuto, da grande parassita qual è a giudizio universale, ha sentenziato entusiasticamente nel suo “idaliano” sempre più strascicato e incomprensibile: “Una volta tanto la Calabria si presenta con uno degli stand più belli alla Bit di Milano, che è la manifestazione più importante per promuovere il turismo della Regione”.

Applausi, dal seguito di peones e pezzenti festante. Peccato che non è una dichiarazione originale. Ogni anno la nostra regione  presenta lo stand più bello, quello più elegante e fastoso, quello che vince ogni volta premi misteriosi messi in campo da istituzioni altrettanto misteriose, riconoscimenti che vanno nel dimenticatoio inevitabilmente al termine della fiera. Ma possiamo perdonare il nostro presidente vista la sua (relativa) giovane età, ché se lo guardi bene e soprattutto se lo senti parlare sembra che abbia almeno 75 anni…

Altrimenti ricorderebbe che le stesse sue parole sono state puntualmente ripetute da tutti i suoi predecessori sia di destra che di sinistra, si fa per dire, che hanno calcato il proscenio  milanese. Ma lui ha già rimosso che fece chiudere gli ospedali di mezza Calabria insieme a Peppe Scopelliti, figurarsi se si ricorda delle chiacchiere alla Bit di Milano. Bellissimo… meraviglioso… insuperabile… elegante… funzionale… Così bello, anche  quello di quest’anno, così affascinante che più kitsch – per usare un eufemismo – non si poteva pensarlo. sembra quasi una location per la festa di un compleanno paesano con quei festoni di un color rosa scolorito che scendono lungo le pareti e le guide lungo il percorso di un altrettanto color rosa prugna con effetti stranianti per noi operatori costretti a presidiare il nostro spazio. In nome dell’ecologia e del riciclo poi, quest’anno, i poveri operatori turistici sono costretti  a lavorare con tavolini e sedie di cartone compresso di una scomodità e precarietà unica. Anche Greta Thunberg avrebbe manifestato tutta la sua indignazione, ecologisti si, masochisti di certo no. 

L’assessore Orsomarso, che anche qui a Milano chiamano Orsomarcio e la cui “panza” cresce a dismisura, fa bene a dirsi entusiasta del nuovo slogan “Calabria Straordinaria” e sembra di aver scoperto la nuova pietra filosofale per lo sviluppo turistico della Calabria: “Non solo mare, non solo montagna, non solo borghi, ma anche turismo culturale”. Minchia papà, che pensata geniale.

Anche lui è giovane rispetto alla carta di identità ma è talmente arteriosclerotico che non si ricorda dell’assessore del tempo che portò alla Bit di Milano, qualche decennio fa, il toro cozzante dal Museo di Sibari e facendo ricoprire tutto lo stand della Calabria di riproduzioni di quadri, opere d’arte, siti archeologici. Nella foga di riscoprire e valorizzare la storia della Calabria si scordò di far inserire qualche foto del nostro mare e delle nostre montagne. Anche qui nulla di nuovo, tutto visto, vissuto, rivisto. Così come i rapporti sul turismo in Calabria, che ogni anno annunciavano crescite a doppia cifra delle presenze in Calabria grazie all’azione impagabile, insuperabile, virtuosa del Presidente e dell’assessore di turno. Tutti perfettamente uguali e sovrapponibili, senza nessuna distinzione di colore…

Prima o poi qualcuno dovrà pur dirlo ai nostri amministratori e ai nostri politici che la Bit di Milano è da tempo che non è al centro della ribalta del mondo turistico. Da anni è disertata dai molti tour operator nazionali e internazionali, da molte catene alberghiere e da tanti albergatori calabresi. Qualcuno spieghi che spendere tanti soldi comunitari per la presenza alla Bit è un peccato, uno spreco, che esistono altre forme di promozione su cui puntare con ritorno di immagine più forti e immediati. Ma come glielo dici a tutti quei parassiti che stanno mangiando e bevendo (e chissà cos’altro) come se non ci fosse un domani?

Lettera firmata