La Madonna del Pilerio, la corruzione e l’apparenza

Cosenza ha rinnovato anche per questo 2016 il suo atto di fede per la sua patrona, la Madonna del Pilerio.

Al di là della ritualità e quasi della “burocrazia” con la quale il sempre meno credibile clero cosentino ha celebrato l’evento, c’è da prendere atto che si coglie finalmente qualche voce fuori dal coro per il giudizio su una chiesa che continua ad avere bilanci fallimentari rispetto alla missione che dovrebbe avere. Ma anche segnali preoccupanti come gli elogi completamente fuori luogo ad Occhiuto da parte del “nuovo” vescovo, proiezione ideale di tutto il marcio che c’è nella diocesi cosentina.

carb

Ma è altrettanto chiaro che va fatta qualche riflessione profonda anche sul nostro essere cosentini e in questo senso quella di don Tommaso Scicchitano è molto calzante.

“Cara madonnina del Pilerio, Dio ti guardi a ripetere il gesto di cinquecento anni fa, quando prendesti la peste sul tuo volto e i cosentini furono sanati. Allora quegli uomini non avevano alcuna colpa della malattia che li portava alla morte. Oggi la peste di questa città è responsabilità della nostra indifferenza alle sofferenze degli altri, i bubboni della corruzione sono nascosti da tanta stucchevole apparenza.
Madonnina del Pilerio faccelo capire bene che siamo noi a dover cambiare”.

Prima o poi la maschera bigotta cala sola. L’apparenza affascinante che trascina le mandrie ingenuamente credulone perderà il suo potere magnetico. Non abbiate fretta né timore.

Il tempo lentamente porterà a termine il suo processo naturale.