La nemesi e la legge del contrappasso (di Sergio Aquino)

Sabato sera mi sono finalmente alzato dalla riva del fiume dalla quale aspettavo di vederlo passare con tutta la sua corte di sodali.
Oggi si atteggia a vittima perseguitata e tradita e invece dovrebbe pensare che il male fatto agli altri ritorna sempre indietro con gli interessi: è la nemesi.
Aspettavo tutto questo da quando, con complicità e aiuti ancora a me non del tutto chiari (ma che prima o poi scoprirò), ha fatto in modo che mia figlia Rosamaria, rea di condurre inchieste giornalistiche a lui scomode, fosse prima allontanata dalla redazione di Cosenza di un quotidiano (certo, per questo un plauso va anche al “coraggiosissimo” ex direttore di quel giornale e al suo ex editore, ambedue pronti ad esaudire i voleri dei potenti di turno: ma il tempo è galantuomo e prima o poi anche loro riceveranno la giusta ricompensa) e poi addirittura inquisita per aver progettato un attentato.
Rosamaria per fortuna ha le spalle forti, ha tanti amici che le vogliono bene e la stimano, ha una famiglia al suo fianco e, soprattutto, era innocente, così alla fine tutto si è risolto per il meglio: tutto, salvo il suo lavoro perso e la sua comprensibile repulsione verso questa Città.
Ora ha perso il potere e, in più, il fiato degli inquirenti ha cominciato a soffiare sul suo collo: è la legge del contrappasso, e non ci si può opporre!
Mi chiedo se tutto questo contribuirà ad aumentare gli attacchi di ansia.

Sergio Aquino