Sabato sera mi sono finalmente alzato dalla riva del fiume dalla quale aspettavo di vederlo passare con tutta la sua corte di sodali.
Oggi si atteggia a vittima perseguitata e tradita e invece dovrebbe pensare che il male fatto agli altri ritorna sempre indietro con gli interessi: è la nemesi.
Aspettavo tutto questo da quando, con complicità e aiuti ancora a me non del tutto chiari (ma che prima o poi scoprirò), ha fatto in modo che mia figlia Rosamaria, rea di condurre inchieste giornalistiche a lui scomode, fosse prima allontanata dalla redazione di Cosenza di un quotidiano (certo, per questo un plauso va anche al “coraggiosissimo” ex direttore di quel giornale e al suo ex editore, ambedue pronti ad esaudire i voleri dei potenti di turno: ma il tempo è galantuomo e prima o poi anche loro riceveranno la giusta ricompensa) e poi addirittura inquisita per aver progettato un attentato.
Rosamaria per fortuna ha le spalle forti, ha tanti amici che le vogliono bene e la stimano, ha una famiglia al suo fianco e, soprattutto, era innocente, così alla fine tutto si è risolto per il meglio: tutto, salvo il suo lavoro perso e la sua comprensibile repulsione verso questa Città.
Ora ha perso il potere e, in più, il fiato degli inquirenti ha cominciato a soffiare sul suo collo: è la legge del contrappasso, e non ci si può opporre!
Mi chiedo se tutto questo contribuirà ad aumentare gli attacchi di ansia.
Sergio Aquino