La stagione di caccia è finita: il bilancio è drammatico

E’ da qualche giorno terminata la stagione di caccia, “Grande Guerra” che ha visto tra le sue fila di vittime innocenti, le migliaia di specie appartenenti alla fauna dei nostri territori.

Dopo i numerosi e accorati appelli dell’estate e dell’autunno scorsi, il ricorso al TAR Calabria presentato dal WWF Calabria, abbiamo assistito scoraggiati, ma vigili, al continuo, scientifico e autorizzato massacro dei nostri animali selvatici.

Ricordiamo che la nostra regione, nonostante fosse stata letteralmente falcidiata da siccità e incendi durante l’estate 2017, aveva autorizzato la pre apertura della stagione di caccia e, addirittura, il prolungamento della chiusura (terminata il 10 febbraio…).

Durante il periodo degli appelli, della raccolta firme, delle minacce ricevute pubblicamente e privatamente a opera dei molti invasati armati di fucile che si professano “sportivi” (…), sapevamo già che questo autunno e questo inverno sarebbero stati lunghissimi ed estremamente pesanti  da sopportare.  E’ allarmante infatti il resoconto che il WWF Italia espone nel suo bilancio annuale della stagione di caccia appena trascorsa. In questi mesi le notizie di cronaca in tutt’Italia ci hanno offerto orsi uccisi, lupi seviziati ed esposti nelle fermate degli autobus, cervi sardi trucidati e soprattutto moltissimi casi di “umani” feriti e morti per mano di cacciatori.

Si, perché in Italia stiamo assistendo ad un sempre crescente aumento di vittime per mano dei cacciatori, i quali, sentendosi protetti da una legislazione a loro vantaggio e fruendo di agevolazioni regionali ad hoc, si spingono sempre più nelle proprietà private e incorrono in incidenti contro esseri umani e/o animali domestici anche a causa dell’anacronistico art.842 del Codice Civile che consente l’accesso ai cacciatori nelle proprietà altrui, salvo alcune eccezioni tra le quali il divieto di cacciare in forma vagante sui terreni in attualità di coltivazione (come ad esempio gli uliveti fino alla data del raccolto, i frutteti specializzati ecc.).

Per la stagione di caccia 2017-2018 il totale aggiornato è di: civili non cacciatori 34;  24 feriti e 10 morti; i cacciatori: 81- 61 feriti e 20 morti  3 i minori vittime: 2 feriti e 1 morto, per un totale di 115 vittime per armi da caccia/cacciatori! La nostra regione non è esente da tutto questo e anzi costituisce un drammatico “fiore all’occhiello” anche e soprattutto per gli episodi di bracconaggio.

Chi ha dimenticato il sequestro di 3.125 animali morti, 28 fucili e circa 600 cartucce nel Comune di Corigliano, effettuato a una vera e propria organizzazione di calabresi che organizzavano “tour venatori” per bracconieri/cacciatori del nord Italia? Ricordiamo che tutto questo è possibile anche a causa del “nomadismo venatorio”, ovvero la possibilità di spostarsi per cacciare anche in zone distanti centinaia di chilometri dal proprio ambito territoriale… Tutto ciò costituisce una totale de responsabilizzazione di chi attua l’hobby/sport sanguinario della caccia nei confronti delle faune territoriali,  che diventano terre di frontiera dove attingere senza alcuna coscienza della ricaduta dei propri atti.

E’ di qualche ora fa la notizia /appello del CODACONS Calabria che si spinge oltre e invoca  la sospensione dell’attività venatoria in Calabria per almeno cinque anni, ricordando a chi ci amministra che basterebbe applicare la legge 157/92 che consente alla Regione di “vietare o ridurre la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali”». Non possiamo che sposare e caldeggiare la proposta espressa dal Codacons Calabria e chiediamo a gran voce che venga aggiornato il piano faunistico della nostra Regione. Gli ultimi aggiornamenti risalgono a dieci anni fa (!) e ci chiediamo in base a quali dati sia stata agevolata così tanto la lobby dei cacciatori calabresi, se i nostri amministratori regionali non hanno alcun dato in merito alle specie ancora presenti nel nostro territorio e al loro stato di salute…

Goethe diceva che “la Caccia e’ sempre una forma di guerra”, noi crediamo che nel 2018 sia arrivato il momento di decidere realmente in che modo e con quali modalità tutelare il nostro territorio e il suo patrimonio flori-faunistico… si parla tanto di rilanciare il turismo e il nostro patrimonio? Ma in che modo? Incentivando le gite dei bracconieri del Nord Italia a caccia di uccellini? Perché finchè non verranno attuate le misure necessarie per ridurre fino ad estinguere le aree di caccia e introdurre dei –veri- progetti di tutela e salvaguardia flori faunistica, ci saranno sempre tracotanti bracconieri organizzatori di tour venatori,  amministratori conniventi e complici, magari preoccupati di perdere elettorato e noi tutti continueremo a svendere le vere ricchezze del nostro territorio per il solo vantaggio di pochi.

Salvatore Belfiore Associazione Culturale GALA