Lamezia, si reinsediano i commissari. Meetup 5stelle: “Mascaro non ha mai rotto i legami con Galati”

Pino Galati e Paolo Mascaro

Hanno già ufficialmente preso possesso dei loro uffici i commissari prefettizi chiamati nuovamente a guidare il Comune in attesa dell’esito da parte del Consiglio di Stato sullo scioglimento. Se quanto chiesto dall’Avvocatura di Stato verrà confermato, Alecci, Fusaro e Colosimo resteranno in carica fino alla fine originale del loro mandato, con proroga che potranno richiedere entro il mese di Maggio. Il commissario Fusaro è stato il primo della triade a “reindossare” la fascia tricolore dopo quanto accaduto: ha infatti partecipato, proprio nella giornata di ieri, all’inaugurazione della nuova Concattedrale “San Benedetto”.

Presente oggi invece in Comune Francesco Alecci. Lo stesso non ha presenziato all’incontro tenutosi oggi nella sala consiliare sui piani locali del lavoro, ma avrebbe già iniziato il suo lavoro lasciato dopo la revoca da parte del Tar. Tante le problematiche che dovranno in questi giorni essere vagliate, in primis l’approvazione del bilancio previsionale in scadenza e la gestione degli uffici comunali.

LA POSIZIONE DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE

“Le decisioni dello Stato si rispettano. Lo avevamo già dichiarato all’indomani della sentenza del Tar del Lazio e lo ribadiamo anche oggi”. E’ quanto affermano dal MeetUp 5 Stelle che così prosegue la sua nota: “Attendiamo quindi con serenità la pronuncia del Consiglio di Stato, tra poco più di due settimane, in merito alla decisione d’urgenza con la quale sabato scorso lo stesso presidente del C.d.S. ha ordinato d’urgenza la sospensione della sentenza del Tar. Possiamo capire l’amarezza del sindaco Mascaro e quella della cittadinanza per il ritorno della stessa triade commissariale il cui operato si è sin qui dimostrato oggettivamente fallimentare, ma non ci piace affatto il nuovo attacco frontale alle istituzioni del primo”.

“Premesso che sarebbero bastate le sue immediate dimissioni, da noi vanamente richieste, nell’immediatezza del deflagrare dell’operazione Crisalide per scongiurare quantomeno il lungo commissariamento e magari l’onta del terzo scioglimento – affermano ancora – bisogna comunque ricordare che il sindaco “sospeso” e’ a sua volta alle prese con tre grane giudiziarie. Per il reato di false fatturazioni, che avrebbe commesso ai tempi di presidenza della Vigor Lamezia, ha ricevuto avviso di conclusione indagini. Idem per la vicenda, obiettivamente meno grave, della concessione del PalaSparti per le “Final Eight 2017” di calcio a 5 femminile. E’ invece già stato rinviato a giudizio, con l’accusa di concorso in abuso di ufficio e false informazioni rese al Pm, nell’ambito della vicenda Sacal (per intenderci, quella per la quale avevamo invitato, come al solito invano, Mascaro a querelare immediatamente, qualora si fosse ritenuto realmente estraneo alla vicenda, l’allora “suo” rappresentante in Sacal).

Ma quello che più ci preoccupa, è che determinati soggetti e partiti politici non ci pare abbiano mai realmente appreso la “lezione” a seguito degli “incresciosi” episodi verificatisi a “contorno” delle ultime elezioni comunali. Mascaro, ad esempio – continua la nota – non ha mai inteso spendere una parola per invitare l’allora presidente del consiglio Francesco De Sarro a fare un passo indietro per motivi di mera opportunità politica. Lo stesso De Sarro junior, dopo lo scioglimento del consiglio è stato addirittura premiato dai vertici provinciali e locali di Forza Italia, venendo nominato, rispettivamente, vice-coordinatore provinciale del partito e nuovo capogruppo degli “azzurri” nella massima assise cittadina al momento congelata.

Per non parlare delle mancate dimissioni da consigliere di quel Luigi Muraca classe ’68, finito in carcere con un’accusa grave ed infamante, e tirato in ballo in un’intercettazione dell’ex parlamentare Galati finita agli atti del procedimento “Quinta bolgia”. A Mascaro – concludono – addebiteremo sempre l’incoscienza politica di aver fortemente ricercato e ottenuto il sostegno di un certo Pino Galati e di essere stato di fatto sostenuto da una maggioranza composta sostanzialmente da consiglieri comunali a lui a dir poco vicini. Diversi, troppi, componenti dell’ultimo civico consesso non avevano i requisiti morali per rappresentare istituzionalmente una città già di per sè difficile e complessa”.