Le schifezze di Morra, è scontro tra filosofi: di quali porcherie si tratta?

Da filosofo qual è, quel maestro di un Morra, non poteva che usare la frase di un collega per rispondere al pesante e devastante attacco di Mario Occhiuto che lo accusa senza mezzi termini di essere un inconcludente e di non saper far altro nelle vita, oltre ad organizzare complotti ed infamità, che porcherie e schifezze.

Parole di fuoco che lasciano capire, a chi vuol capire, che Occhiuto sa più di qualcosa sulle “schifezze” di Morra. Altrimenti perché esprimersi con termini così perentori? E poi a cosa si riferisce Occhiuto quando dice al senatore: Il brutto della politica è che a volte ti impone di metterti sullo stesso piano di lestofanti della peggiore specie, gente (riferito senza ombra di dubbio al senatore Morra) che fino a qualche anno fa veniva a elemosinare alla tua corte e cercava di parlarti nelle orecchie di nascosto”.

Occhiuto nel suo attacco al senatore Morra ci fornisce questo “dettaglio” per sottolineare che qualche schifezza da raccontare ce l’ha. E per ricordare a Morra il periodo dei suoi pellegrinaggi alla corte del Re (qui Occhiuto commette ancora una volta il classico “lapsus freudiano”, ammettendo, nella foga di dare contro a Morra, di avere una “corte”, espressione infelice per un uomo che rappresenta lo stato) ad elemosinare favori e denaro.

Cosa sussurrava Morra nelle orecchie di Occhiuto? Cosa elemosinava? Che ci sia stato questo contatto, tra i due, ora è innegabile. Resta da capire la portata delle schifezze. Anche qui, Occhiuto, si infila in un vicolo cieco, perché la domanda è: ma tu e Morra, quindi, facevate schifezze insieme? Responsabilità civile e sociale vorrebbe che – dopo una così grave affermazione da parte del sindaco all’indirizzo di un senatore della Repubblica –  Occhiuto svelasse alla città di quale porcheria si tratta. Cosa sa di così compromettente Occhiuto su Morra?

Ritornando alla risposta di Morra che passa dalla spavalderia con la quale accusa Occhiuto di essere un uomo senza dignità, alla filosofia di Confucio, non prima, però, di aver citato Orazio.

E cosi dice:

E’ chiaro che Occhiuto con il suo messaggio “subliminale” ha messo a cuccia Morra. Che evidentemente non è potuto andare oltre la filosofia, così come aveva fatto in precedenza, perché ha capito che Sansone potrebbe morire con tutti i Filistei. Che tradotto ara cusentina sginifica: Morra tena i carbuni vagnati. Altrimenti avrebbe usato un altro tono, perché le accuse sono gravi. Invece lui si limita a citare Confucio.

Ed è già partito, in città, il toto segreti di Morra. La gente si chiede: quali sono queste schifezze commesse da Morra? Quali segreti nasconde il suo passato politico? Perché Morra incassa e non replica a muso duro ad accuse così gravi che infangano non poco la sua persona? Queste schifezze riguardano lui o la sua famiglia? Cosa sa Occhiuto di così grave, tanto da ridurre al silenzio Morra?

A replicare al filosofo Morra, un altro filosofo, Michelangelo Spataro che, recuperando le due citazioni usate dal collega filosofo, ci tiene a sottolineare che più che rifarsi alla filosofia di Confucio preferisce specchiarsi nella massima di Orazio, fino ad identificarsi a pieno nel significato che alla stessa gli attribuisce Voltaire. Siamo alla filosofia.  E se questo non è uno scontro tra filosofi, ditemi voi cos’è.