Lettere a Iacchite’: “Calabria, formazione professionale in balia delle clientele”

Il sistema degli enti di formazione professionale in Calabria continua ad essere avvolto da un alone di mistero. La Regione Calabria, a seguito della pubblicazione della graduatoria definitiva, ha avviato la procedura di valutazione della documentazione per la sottoscrizione delle convenzioni ma a distanza di 4 mesi solo pochi enti di formazione hanno perfezionato la procedura.

Le firme delle convenzioni sono avvenute senza un criterio logico (né su base provinciale né in ordine cronologico). Probabilmente l’unico criterio che il responsabile del procedimento ha adottato è stato quello clientelare.

Probabilmente le pressioni ricevute hanno indotto il RUP a convocare, per la firma della convenzione, 5 enti di formazione di cui 2 pur avendo la documentazione in regola, avrebbero dovuto “subire” il sorteggio in quanto progetti collocatisi in graduatoria con lo stesso punteggio.

Probabilmente gli altri 2 enti che hanno firmato le convenzioni, hanno raggiunto il “risultato” perché hanno giustamente denunciato il sistema ottenendo così un loro diritto.

Risulta incomprensibile come possa un funzionario non riuscire in 3 mesi ad effettuare una valutazione documentale.

Risulta incomprensibile come si è potuto affidare, a causa della rotazione, a un funzionario “inesperto” un procedimento così complicato, con l’aggravante che lo stesso non è sempre presente negli uffici della cittadella.

Incapacità, inadeguatezza nel ricoprire un incarico “voluto dall’alto”. Questo è il pensiero degli addetti ai lavori. Probabilmente la regione ha la necessità da una parte di alimentare il bisogno e dall’altra di garantire pochi eletti o elettori.

Risultato di tale “ingessamento” dell’attività da parte dell’amministrazione regionale e in particolare del RUP, è l’impossibilità dell’avvio dei percorsi da parte degli enti accreditati che lascia in attesa circa 700 giovani in obbligo di istruzione che vedono negarsi il proprio diritto all’istruzione e che, nel frattempo, restano alla finestra ad aspettare quanto gli è dovuto come se fosse una gentile concessione.

Cosa ancora più grave è che, come accaduto in passato, tali ingiustificati ritardi, rischiano di far perdere il requisito ad alcuni dei ragazzi che aspettano da più di un anno di essere chiamati per frequentare un percorso di formazione e istruzione i quali, superando i 16 anni di età resteranno fuori da ogni tipologia di intervento.

La Calabria non ha certo bisogno di infoltire la vasta schiera di “dispersi” e di ragazzi che non hanno alcuna qualifica per competere nel mercato del lavoro e che saranno i futuri disoccupati di una terra che dovrebbe sapere e volere sfruttare al massimo i fondi nazionali e comunitari per la formazione e la competitività delle aziende.

Lettera firmata