Lettere a Iacchite’. “Cosenza, autista dell’Amaco vieta ad una famiglia di migranti di salire sul bus”

Egregio direttore,

le scrivo per raccontarle un brutto episodio di razzismo avvenuto oggi proprio davanti ai miei occhi, nella mia amata Cosenza.
Erano le 13, 15 e mi trovavo, in attesa del bus, in via Alimena. Ad attendere il bus con me una famiglia di migranti africani composta da due donne, un uomo e un bambino in carrozzina. Dopo un’attesa di circa 10 minuti arriva la Circolare Rossa, targata CX206KF, alla fermata. Il conducente apre le porte e i passeggeri iniziano a salire, me compreso.

La donna africana, aiutata dal marito, tenta di far salire la carrozzina sul bus e nel mentre sono impegnati in questa azione, l’autista, inspiegabilmente, chiude le porte, incastrando il passeggino nelle porte: metà dentro e metà fuori. La donna e l’uomo iniziano a gridare chiedendo all’autista di aprire le porte, e lo stesso, con chiara espressione di disgusto verso la loro presenza, apre la porta, permettendo alla coppia di recuperare il passeggino con il bimbo e riparte quasi sgommando.

Al che, dopo aver assistito a questa vergognosa scena, chiedo chiarimenti all’autista, invitandolo anche a fermarsi per permettere alla coppia col bambino di salire a bordo. Ma il conducente, con aria di stizza, e come se niente gli avessi detto, continuava la sua corsa, noncurante delle mie lamentele. Gli faccio presente che è un suo dovere far salire la gente, visto che svolge un lavoro pubblico, ma non sortisco nessun effetto se non quello di ricevere una risposta che ha chiarito, se mai ce ne fosse stato bisogno, la natura razzista del suo gesto: “… e sì unni vuagliu fa sagli… attia chi tinni frica?”.
A questo punto ho deciso di chiamare i carabinieri per denunciare questo squallido episodio, e dopo aver chiamato il 112 mi sono recato nella caserma Paolo Grippa. Dopo aver esposto l’accaduto al comandante, lo stesso mi ha invitato a recarmi presso l’Amaco e presentare alla dirigenza un esposto. E così ho fatto.
Sono sicuro che la maggior parte degli autisti sono persone perbene e che svolgono il loro lavoro con serietà e professionalità, ma quello che guidava la Circolare Rossa oggi, di sicuro, non fa parte di questi.

Lettera firmata