Lettere a Iacchite’: “Cosenza, il Liceo Classico Telesio e la società dell’apparire”

Siamo un gruppo di padri e madri di ragazzi e ragazze che frequentano il Liceo Classico “Telesio” di Cosenza. Essendo amici, ci confrontiamo di frequente con quanto vivono i nostri figli, nella scuola come nella città.

Stiamo progressivamente conoscendo una scuola dove regna un’atmosfera particolare, incline più al fumo propagandistico che non alla sostanza della qualità didattico-educativa (garantita solo dall’impegno di quei docenti amanti del loro lavoro e, spesso, proprio loro bistrattati da chi predilige solo dei signorsì riverenti), più ad una pratica autoritaria che non ad una apertura al dialogo con tutte le famiglie.

Quest’anno è iniziato però nel peggiore dei modi, con una serie di fatti che fanno emergere un’azione dirigistica oramai fuori controllo.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la pubblicazione sul profilo facebook dell’Istituto dell’iniziativa “l’angolo di Attilio” (dal nome del titolare dello sponsor). Si tratta di una zona della scuola arredata da un negozio di mobili, con tanto di insegna pubblicitaria in bella mostra! In sostanza, un salottino con cui rendere “più confortevole ed accogliente la permanenza” dei ragazzi a scuola. Incredibile, l’accoglienza nelle scuole ora è garantita… dai salottini!

Gli sponsor sui muri delle scuole pubbliche, di Stato, come sulle magliette dei calciatori e sulle automobili nelle corse. Una operazione che ci lascia senza parole!

Quando in tanti democratici cittadini protestammo insieme agli insegnanti contro la cosiddetta “buona scuola”, uno dei punti avversati fu proprio l’introduzione dei finanziamenti di privati agli Istituti scolastici. Si paventava, appunto, che i contributi arrivassero a determinate scuole e non ad altre, al centro più che alla periferie, alle scuole d’élite più che a quelle di massa. Una ulteriore differenziazione che di fatto inficia proprio il dettato costituzionale e la ragion d’essere dell’istruzione pubblica: la parità delle opportunità, l’eguaglianza nell’accesso e nelle possibilità di svolgimento dei percorsi didattico-educativi. Questa vicenda dimostra che avevamo ragione.

Ed ancora, pochi giorni fa una mail del dirigente recava la richiesta di un contributo volontario da parte delle famiglie. Abbiamo pensato subito a qualche attività fondamentale, ad un ampliamento dell’offerta formativa, ad un’azione perequativa nei confronti di chi ha meno possibilità. Macché, ci veniva comunicata la volontà di partecipare come scuola ai campionati di calcio a 5 e di volley con un impegno di “soli” 15.000 (quindicimila!) euro, e di contare sul contributo economico di “genitori attenti e partecipativi”. Ancora una volta, la logica imperante che non dà a tutti pari opportunità: se c’è chi apre il portafoglio, bene; se non potete permettervelo, tanti saluti!. Ed in ogni caso, per il dirigente vale il pensiero illuminante… di chi? Di Socrate, Platone o Aristotele? Di Umberto Eco, Noam Chomsky o Jürgen Habermas? Del Dalai Lama o di Papa Francesco? No, del grande pensatore e filosofo contemporaneo Michael Jordan.

Non a caso, è emblematico, rispetto ai grandi temi planetari attuali, l’atteggiamento tenuto dalla scuola durante la settimana che ha preceduto le mobilitazioni mondiali contro i cambiamenti climatici del 27 settembre. Mentre in tutte le scuole se ne parlava ampiamente e circolavano le note del Ministro e del Capo Gabinetto del MIUR, al liceo Telesio il nulla, se non uno scarno comunicato che, incredibilmente, indicava proprio il 27 settembre come la data in cui discutere all’interno della scuola, infischiandosene della manifestazione mondiale promossa per quel giorno dai ragazzi di Fridays For Future.

Per di più, abbiamo saputo della forzata divisione, sulla base dell’esito dei test di ingresso di lingua inglese, di chi si è iscritto alla prima classe della sperimentazione Cambridge. Due classi differenziate in base alla situazione di partenza, in barba ad ogni impostazione didattica di oggi ed in ossequio ad una logica pre ‘68: i bravi in un’aula, i meno bravi nell’altra e, comunque, con diversi docenti. Tra l’altro, questa sperimentazione, non riconosciuta a livello ministeriale, presuppone il pagamento di 4/500 euro all’anno da parte di ogni famiglia (in una scuola pubblica!) e di cifre astronomiche per i viaggi organizzati (l’anno scorso circa 3.000 euro per un viaggio negli Stati Uniti).

Ma che messaggio educativo si intende dare ai nostri figli? Che idea di futuro si vuole veicolare? O avete i soldi o non andate da nessuna parte!

In realtà, a prescindere dalla comoda e melliflua ma ingannevole modalità con cui viene presentato “l’Angolo di Attilio”, a nostro avviso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio grimaldello che va subito bloccato. Teniamo che la  forsennata ricerca di soldi da privati possa generare distorsioni rilevanti del ruolo fondamentale che deve svolgere la scuola pubblica e che, così facendo, le aziende finanziatrici possano arrivare ad influire sia sulla conduzione della scuola stessa che sui programmi didattici,  dettando le lezioni a dirigenti e docenti a caccia di fondi e visibilità. Il rischio che paventiamo è quello legato ad una sorta di trasposizione nella scuola del peggio della società dell’apparire e dell’immagine che ci propinano i media, ancora peggiore se attuata attraverso forme di colonizzazione del sapere da parte dagli sponsor: di questo passo, i nostri figli torneranno a casa dalla scuola e ci parleranno dell’imperdibile “Divina Colazione da Mc” (Donald’s) nonché della mitica “Odissea di Barbara”(D’Urso)?

Alcuni genitori di ragazzi e ragazze

Frequentanti il Liceo classico Telesio