Lettere a Iacchite’: “Fincalabra e il metodo Salvino”

Buongiorno, in riferimento alla delega della Procura di Catanzaro n. 5778/2018 mod. 44, si allega alla presente richiesta informazioni. Si autorizza risposta anche tramite email, per qualsiasi chiarimento contattare il Brig. Capo Quattrocchi.

Questa è la comunicazione che abbiamo trovato qualche tempo fa sulla nostra mail. Si tratta di una richiesta di informazioni su un articolo particolarmente delicato, che riguarda l’intricata matassa di Fincalabra e che abbiamo pubblicato nello scorso mese di luglio. Abbiamo risposto che l’autore dell’articolo non è un giornalista e il suo nome comunque non lo avremmo rivelato (né al brigadiere né a nessun altro magistrato), essendo coperto dal segreto professionale.

Dunque, la procura di Catanzaro è interessata a questo articolo e molto probabilmente lo ritiene “notizia di reato”, come dovrebbe fare anche per tanti altri… Di conseguenza, eccoci qui a ripubblicarlo. E’ il minimo che possiamo fare.

Siamo un gruppo di lavoratori di Fincalabra Spa.

Da anni viviamo nel precariato nonostante le promesse ricevute e siamo stanchi di vedere quotidianamente il malaffare senza che nessuno faccia niente. La finanziaria Fincalabra Spa, soggetto gestore dei fondi strutturali europei per conto della Regione Calabria, è l’esempio della cattiva gestione delle risorse pubbliche.

Fincalabra dal 2014 è di fatto commissariata. Il suo presidente è Carmelo Salvino, il dirigente generale del Dipartimento Agricoltura della Regione, uomo di fiducia del presidente Oliverio ma soprattutto di Nicola Adamo. Ci aveva promesso le assunzioni purché fossimo morbidi nella selezione delle imprese, tuttavia poiché molti non si sono piegati, per ritorsione ci manda a dire che non ci stabilizzerà mai.

Il primo atto di Salvino è stato quello di riorganizzare la società. Ha cambiato il modello organizzativo per dare più potere ai soliti amici degli amici. Ha creato una maxi area operativa con 100 unità e a capo della stessa ha messo Antonio Mazzei, il compare di Nuccio Idone, avendo questi battezzato il figlio. Per chi non lo sapesse, Idone è l’ex vicepresidente di Fincalabra, condannato nell’inchiesta Gotha della Dda di Reggio.

Mazzei per anni è stato il braccio operativo di Idone, coinvolgendolo nel progetto Calabria Innova, Area Science Park, per anni hanno veicolato tramite rimborsi spese, fornitori, aziende finanziate e consulenze a mo’ di tangenti. Il nome del signor Farinelli è il caso limite di questo sistema di corruzione.

Salvino ha dato la responsabilità amministrativa a Marco Aloise, uomo storico di Alleanza Nazionale, trombato tutte le volte che si è candidato (l’ultima a sindaco di Paola) con procedimenti in corso per vicende riguardanti l’Azienda Ospedaliera di Cosenza nella sua qualità di direttore amministrativo. Il suo asso nella manica è lo studio di commercialista della moglie, chissà perché…

Ma il buon Salvino si è superato allorquando ha nominato a responsabile del personale Vincenzo Ruberto, storico autista del deputato Pino Galati, assunto come ragioniere da Fincalabra senza averne i requisiti. La leggenda urbana narra di lavori in piscina e in villa scambiati con finanziamenti ma si sa che a volte la realtà supera abbondantemente la fantasia.

I bilanci di Fincalabra, costantemente in perdita, sono il frutto della cattiva gestione societaria e anziché mandare via questi personaggi, da qui alla fine del mandato di Oliverio si preparano addirittura miglioramenti di posizioni e promozioni con ulteriori sprechi di denaro pubblico a danno delle imprese calabresi.

Mazzei, su ordine di Oliverio, e con i buoni uffici della massoneria che conta, sarà il nuovo direttore generale con un assegno annuo di 150mila euro. Enzo Ruberto guadagnerà 120mila euro all’anno per eseguire altri ordini della politica.

Pur essendo chiusa da tempo la sede di Vibo, Salvino addirittura per due anni non ha trasferito il personale – tutto con rigorosa tessera d’ordinanza Pd e Cgil – e ha pagato agli stessi una diaria giornaliera di 100 euro oltre agli stipendi.

Carmine Canino, noto portaborse ex Forza Italia, ex Udeur, ex Udc, ora Pd, sottoscrive contratti senza alcuna procura per decine di migliaia di euro e il Cda ratifica perché formato da suoi sodali.

Ma il dipendente che porta gli ordini da casa Oliverio è un tale che si chiama Giovanni Lopez, il quale ha il solo compito di indicare le aziende che devono passare. Da anni vive alla Cittadella con uno stipendio di 3500 euro al mese e smista le direttive in tutti i Dipartimenti.

La società produce perdite, le aziende aspettano dal bando “Macchinari, Innovazione, Autoimpiego” da quasi due anni il sostegno regionale e i responsabili aziendali passano le loro giornate dietro le porte dei politici a contrattare i loro avanzamenti di carriera. Il personale è minacciato, i sindacati aziendali fanno finta di non sapere e continuano le promozioni per i figli illustri, i compari e gli autisti benedetti dalla politica.

Lettera firmata