Lettere a Iacchite’: “Vibo, come sono cambiati i metodi delle estorsioni: chi rifiuta le “amicizie” non campa più”

Gentile direttore Gabriele Carchidi,
io sono una ragazza ormai disillusa, che sognando credeva bastasse l’impegno e la passione per poter esprimere ciò di cui Vibo Valentia sembra poterne fare a meno ‘il lavoro quello serio fatto con passione’.

Da mazzetta fatale a stellissima cake, dopo 20 anni dalle vicende che hanno dato seguito all’operazione “Errore fatale” in provincia di Vibo Valentia. il metodo mafioso per espletare estorsioni si é rinnovato. Sono lontani i tempi in cui si andava in giro a chiedere mazzette e a prendere pallettoni, o almeno alcuni si sono evoluti, forse proprio per evitare spiacevoli sequel.

Oramai si studia, sono tutti dottori o comunque gli amici dottori sono in fila per dare consulenza alle nuove generazioni delle famiglie mafiose. Il metodo adesso è più dolce, sofisticato e attinge alla psicologia, infatti non si presentano più i malviventi armati a fare valere il proprio status e riscuotere quello che secondo loro gli é dovuto, mandano in giro delle dolci faccine angeliche (eufemisticamente parlando) a cui rifiutare l’amicizia e quindi consigli per gli acquisti ed eventuali commissioni di lavori con sotto intesa pretesa di forma gratuita risulta un affronto…

In passato un simile affronto si pagava con qualche intimidazione: serrande sparate, benzina, cartucce minacce eccetera. Oggi no, non è più così. Infatti dagli inizi degli anni 2000 appunto nel periodo degli avvenimenti dell’operazione “Errore fatale” l’arrivo di enormi quantità di cocaina confermate anche delle operazioni successive, hanno reso questi piccoli centri del Vibonese delle piazze di spaccio a tutto tondo e agli imprenditori si chiede solo collaborazione, di mettere a disposizione i propri locali per i traffici al dettaglio, di chiudere gli occhi quando questi avvengono, riciclaggio, ed eventualmente di tanto in tanto qualche servizio in forma gratuita per ricambiare il piacere di tenerti l’attività sempre viva di clienti, soprattutto quelli che spendono, che poi sono quelli che sono nel traffico mani e piedi.

Il rifiuto a queste patetiche amicizie si palesa con uno svuotamento dell’attività indotto con lo stesso metodo dell’affollamento controllato. Un po’ come avviene per le elezioni: il candidato da votare é quello che fa mangiare gli amici e  prende le preferenze, mentre quelli che si oppongono restano in coda….  Lo si era letto appunto dagli avvicendamenti che hanno preceduto i fatti dell’operazione “Errore fatale”, che la classe imprenditoriale é un tutt’uno con la ndrangheta non per caso gli stessi fatti si sono manifestati all’indomani di dure intimidazioni ad attività imprenditoriali vicine alla famiglia egemone sul territorio.

Si ostinano a fare la classificazione massoneria-‘ndrangheta ma alla fine a Vibo Valentia ci si mette il grembiulino solo per nascondere il vero volto di una cultura basata sulla prevaricazione. Per me i tempi dei sogni imprenditoriali sono finiti e dopo la mia breve esperienza, ho deciso di studiare e dare il mio contributo affinché lo stato di degrado socioculturale di questa provincia possa in qualche modo migliorare. Volevo ringraziarla per dare voce a chi non può parlare con la sua testata giornalistica decisamente fuori dal coro.

Lettera firmata