Mafia e stragi del 1993, perquisizioni della Dda a familiari e presunti complici dei Graviano

Dieci perquisizioni a Palermo, una a Roma e una a Rovigo nei confronti di familiari e presunti fiancheggiatori dei fratelli Graviano nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi del 1993 a Firenze, Milano e Roma. L’operazione è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze con i pm Luca Tescaroli e Luca Turco. Nel procedimento sono indagati anche Silvio Berlusconi e Marcello dell’Utri dopo la riapertura del fascicolo, nell’ottobre del 2017, in seguito alle intercettazioni in carcere del boss Giuseppe Graviano che evocava Berlusconi come mandante occulto degli attentati.

A quanto riporta Repubblica, l’obiettivo degli inquirenti è cercare riscontri a nuove dichiarazioni che Graviano, in carcere al 41-bis dal 1994, ha reso negli ultimi tempi agli stessi magistrati fiorentini (pur non avendo mai scelto di collaborare con la giustizia). Durante il processo ‘Ndrangheta stragista a Reggio Calabria, concluso con la sua condanna all’ergastolo per gli omicidi dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, il capomafia di Brancaccio aveva parlato a lungo e lanciato più di un messaggio, raccontando che la propria famiglia era stata in affari con Berlusconi, e di averlo incontrato per tre volte.