Mappe Criminali e la ‘ndrangheta: un viaggio per cercare gli “invisibili”

Muove carichi di cocaina in tutto il mondo, colleziona appalti, nonostante arresti e processi continua ostinata ad infettare l’Italia e non solo. Per tutti, la ‘Ndrangheta è la mafia più potente, più ramificata. Nella sua vera struttura però rimane un mistero.
Lo raccontano e hanno l’ambizione di svelarlo con contenuti esclusivi e interviste inedite la quinta e la sesta puntata di “Mappe Criminali”, una produzione Invisible Dog per SkyTv8 in onda tutti i martedì in seconda serata, che con il giornalista Daniele Piervincenzi attraversa l’Italia per ricostruirne le geografie criminali.

Dopo il litorale romano e la Capitale, la Sicilia sulle orme di “Iddu” e la Puglia con il racconto della mafia garganica, il viaggio di Mappe Criminali è proseguito ieri sera con la prima puntata dell’inchiesta alla scoperta della ‘Ndrangheta. Quella visibile, che vive di latifondo, di appalti, che si prende il territorio e lo contamina con la propria presenza. E quella invisibile, che da decenni ha imparato a nascondersi, ma governa.
Un viaggio che ha attraversato l’Italia dal Sud al Nord, dove i clan sono radicati da decenni ma hanno imparato a nascondersi. O quanto meno, alla bisogna, a celare il proprio vero volto.

Così si sono infiltrati in Liguria, dove sono diventati interlocutori della politica e si sono fatti impresa, senza dimenticare mai le proprie radici e la propria ferocia. E se la Madonna della Montagna, quella cara alle famiglie della ‘Ndrangheta tutta, ogni anno percorre le vie di Ventimiglia proprio mentre viene portata in processione a Polsi, il santuario calabrese di cui si sono appropriati i clan, a Savona Rolando Fazzari ha dovuto subire decenni di minacce, intimidazioni e dispetti per rinnegare quel padre boss che per lui voleva lo stesso destino. E ha cercato di imporglielo con la violenza.

Perché la ferocia per i clan è un marchio di fabbrica e un biglietto da visita. Lo hanno mostrato le famiglie lametine quando hanno cercato di prendersi Viterbo con una stagione di attentati e intimidazioni. Nella Calabria che ancora vive di latifondo, si traduce in danneggiamenti o ruberie, e lo stesso accade sui cantieri dei grandi appalti. Ma chi denuncia, come l’imprenditore Gaetano Saffioti, è eccezione, la regola è sperare di riuscire a convivere con i clan.

Magari con l’aiuto di un mediatore, come quello che Mappe Criminali ha scoperto mentre sembrava smistare appalti e lavori sulla Salerno-Reggio Calabria, il “corpo del reato più lungo d’Italia” che da decenni foraggia i clan.
Questa però è solo la parte più visibile, epidermica dell’organizzazione criminale. “Perché la ‘Ndrangheta è uno di quei fenomeni che cerca sempre di far vedere quello che gli altri vogliono vedere, quello che agli altri fa piacere e quello che gli altri credono di capire”. Parola di un ex luogotenente dei clan di Platì che ha guidato l’espansione dei clan al Nord e nel mondo del narcotraffico e per la prima volta e in esclusiva si racconta a “Mappe Criminali”. Martedì prossimo Daniele Piervincenzi ci parlerà della ‘ndrangheta invisibile.