Mattarella e il festival dell’ipocrisia

Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato l’anno accademico dell’Università della Calabria. Quando si parla di distacco dei cittadini dalle istituzioni e si cerca un perché, una possibile risposta può venire da quanto sta succedendo in queste ore all’Unical: la maggiore istituzione dello Stato viene in Calabria ed è scortato, blindato, inavvicinabile. Ad accoglierlo non ci sono folle di studenti ma le massime “autorità” calabresi: esponenti politici, parlamentari, rappresentanti della regione, amministratori, funzionari, burocrati, baroni, sepolcri imbiancati e tirati a lucido per l’occasione.

La stessa platea che si presenta puntualmente in tutte le occasioni più importanti. Quando il Presidente lancerà qualche monito, parlerà del ritardo della nostra Regione rispetto al resto d’Europa e dei mali che affliggono questa terra, ad applaudirlo, soprattutto nelle prime file, saranno proprio i responsabili di tutto ciò: la classe dirigente più scadente d’Italia che tra un selfie e un tweet non proverà nemmeno un attimo di vergogna nel pensare che sono proprio loro la causa dei tanti problemi che ci attanagliano, sono loro che non fanno nulla per migliorare la gravosa situazione in cui la Calabria versa. Compresa la governance dell’Unical che, da luogo in cui il merito dovrebbe essere l’unico metodo di selezione, ha permesso che ad assistere a questa manifestazione fossero soprattutto pezzi grossi, amici, amici degli amici, raccomandati, lecchini, arrampicatori sociali, massoni, corrotti e corruttori.

Certo, bisogna fare le dovute eccezioni: qualche posto vacante per qualcuno che si impegna veramente per cercare di migliorare le condizioni della Calabria sarà rimasto, tra cui rappresentanti della società civile, docenti e ricercatori precari che sono di fatto la vera spina dorsale che tiene in piedi quello che, nonostante tutto, è il fiore all’occhiello della nostra Regione. Il meglio, ma soprattutto il peggio, riunito nello stesso luogo quindi. E tra il meglio spicca la presenza di Nicola Gratteri, probabilmente imbarazzato nell’essere seduto fianco a fianco a chi magari nei prossimi mesi farà giungere un mandato di comparizione. Ed è proprio a lui che, si spera, Mattarella riserverà un ringraziamento ed un incoraggiamento ad andare avanti nella sua battaglia di pulizia e legalità.

P. S. Sarebbe bello se qualcuno dei presenti, al sentir risuonare l’Inno di Mameli, prima che sul cuore si mettesse una mano sulla coscienza.