Maxi blitz Stige, quando l’azienda Spadafora vicina a Oliverio forniva biomasse per 9.110 tonnellate

Palla Palla e Pignanelli

Era il 9 luglio del 2018 quando la Dda di Catanzaro dava notizia del clamoroso arresto del maresciallo Carmine Greco, comandante della stazione dei carabinieri forestali di Longobucco, nell’ambito dell’operazione “Stige”, condannato poi a 13 anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Crotone. La Dda aveva scoperchiato un pentolone incredibile. Il maresciallo – secondo il procuratore Gratteri, che infatti l’ha arrestato – se la faceva con un certo Spadafora, titolare di una serie di aziende di legnami, che tagliava tutta la legna che voleva, finanziava le campagne elettorali di Oliverio e, alla fine, faceva anche arrestare qualcuno (una funzionaria di Calabria Verde) tramite il maresciallo corrotto per non dare troppo nell’occhio.. E torna d’attualità – visto che Gratteri prima ha sequestrato tutto l’impero di Spadafora valutabile in oltre 50 milioni e proprio ieri gli ha sequestrato tutta l’impresa – una lettera aperta firmata dall’ex deputato del M5s Giuseppe D’Ippolito (poi sciaguratamente passato con… Di Maio nel “nulla cosmico”) alla quale Palla Palla non ha mai risposto. Del resto, anche ieri gli investigatori hanno affermato che l’operazione per scoperchiare il pentolone del business delle biomasse rappresenta l’ideale epilogo dell’operazione Stige. 

LETTERA APERTA A OLIVERIO: IL GOVERNATORE CHIARISCA SUL CONTRIBUTO ELETTORALE RICEVUTO DA PRESUNTI AFFILIATI DI ‘NDRANGHETA

di Giuseppe D’Ippolito

Caro governatore Mario Oliverio,

ora deve chiarire se ha ricevuto o meno contributi elettorali da una ditta boschiva di San Giovanni in Fiore in odor di ‘ndrangheta.
Deve dirlo ai calabresi, ai suoi elettori e al suo partito. Ha l’obbligo di farlo subito, senza perdere altro tempo. Le ricordo, infatti, che nel suo programma per le regionali del 2014 lei ha scritto che «la Calabria deve proiettare una immagine positiva di se stessa nel mondo e per questo è necessario combattere i fenomeni negativi che hanno contribuito e contribuiscono ad affermare stereotipi negativi, a partire dalla criminalità organizzata che deve essere contrastata con determinazione».

Deve spiegare all’opinione pubblica come sono andati i fatti, che cosa sapeva e perché ha firmato le carte sulle spese elettorali (per le regionali del 2014) vidimate dalla Corte d’Appello, su cui figurava a chiare lettere il nome di un’azienda di legnami, del suo paese di origine, i cui effettivi proprietari erano già noti per specifiche frequentazioni e attitudini, come conferma l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Stige”.

Francesco Oliverio

Non solo, nella stessa ordinanza si legge che il pentito Francesco Oliverio, in passato elemento di spicco del clan di Belvedere Spinello, raccontò della capacità di raccogliere voti – proprio nella sua San Giovanni in Fiore, presidente! – del sodalizio criminale cui lo stesso apparteneva. Il pentito Oliverio riferì – compare nella citata ordinanza – che alla vittoria elettorale del centrodestra a San Giovanni in Fiore, sia nel 2010 che nel 2011, concorse la decisione del suo sodalizio di ‘ndrangheta di farle un dispetto, governatore, spostando consensi a vantaggio dell’avversario. Mi chiedo il perché di quel dispetto, e attendo una sua risposta esaustiva, ricordandole, con Paolo Borsellino, che i partiti hanno il dovere di vigilare al loro interno e che la giustizia penale non può arrivare dovunque né può essere invocata d’ufficio per distinguere buoni e cattivi.

Ai proclami della politica devono seguire fatti coerenti. Finora, presidente Oliverio, c’è un grosso punto interrogativo che la riguarda, e questo è un fatto oggettivo. Lei ha ringraziato la magistratura per i 169 arresti di “Stige”, ma il giorno dopo è venuto fuori che un’impresa condotta da un presunto affiliato di ‘ndrangheta le ha bonificato 2mila euro per la campagna elettorale che l’ha vista vincere e conquistare la poltrona di governatore dei calabresi.

È la stessa impresa che, secondo i dati aggiornati alla primavera del 2016, ha fornito alla Centrale del Mercure biomasse per 9.110 tonnellate; in assoluto la seconda per quantità consegnate.

Le rammento che il responsabile della Protezione civile regionale, Carlo Tansi, ha più volte lanciato l’allarme di interessi mafiosi nel settore delle biomasse. E le rappresento che in tema di tagli boschivi c’è un’indagine in corso che tocca anche il suo capo di gabinetto, Gaetano Pignanelli, sempre di San Giovanni in Fiore.

Aggiungo che il suo compaesano Salvatore De Luca, transitato in Regione dalla Provincia di Cosenza, è stato nominato nell’aprile scorso presidente della Commissione regionale di valutazione interdipartimentale per l’approvazione dei Piani di gestione forestale. Da qui non costruisco alcun teorema, ma mi pare che, proprio in virtù dei predetti fatti, a maggior ragione lei abbia, governatore Oliverio, il preciso dovere di chiarirci che cosa sapeva di quel contributo elettorale oggi più che imbarazzante, che lei ha dichiarato alla Corte d’Appello con l’apposizione della sua firma. E ci dica, per ultimo, perché l’elenco dei suoi finanziatori elettorali non compare sul portale della Regione e del Consiglio della Calabria.
In attesa di riscontro, la saluto cordialmente.