Metro leggera, l’elemosina di Occhiuto

Lo dice Katya, lo diciamo noi, ora lo dicono anche i suoi amici: Occhiuto è incapace di dire la verità. Un bugiardo cronico. Patologico. Non ci riesce proprio ad essere sincero. E’ più forte di lui. Qualunque cosa dica, bisogna sempre fare la radice quadrata, o verificare passo passo ogni sua parola.

Un lavoraccio ogni volta che si esprime: non si capisce mai dove inizia la verità e finisce la bugia, e viceversa. Un uomo da sempre abituato a vivere nella menzogna. Non so come fa. Non è che gli altri non dicono le bugie, per carità, me compreso. Ma le limitiamo a quelle sociali, quelle che ci servono per vivere. O al massimo alla nostra cerchia di affetti e amicizie, limitando i danni alla nostra sfera sociale.

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Se Occhiuto si fermasse qui come noi, non ci sarebbe niente di strano. Ognuno organizza la propria esistenza come vuole. Del resto le bugie fanno parte della vita di ognuno di noi. Chi più chi meno, le diciamo tutti.

L’importante, quando si decide di dire una bugia, è non rubare la verità a nessuno. Perché anche le bugie hanno una etica. Una morale. Bisogna avere una coscienza alta per comprendere il rischio che si corre quando si dice una bugia, perché se è vero che “sistemano” il presente, in maniera fittizia, di sicuro non hanno futuro. Specie se coinvolgiamo, nelle nostre bugie, affetti e amicizie che a ritrovata verità, possiamo ferire. Magari in maniera irreversibile. Conseguenze di cui bisogna avere contezza quando si decide di mentire, ed accettarle, senza scaricare, quando veniamo sgamati, responsabilità sugli altri.

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Altrimenti da “semplice” bugiardo si diventa anche vigliacco. Quando un onesto bugiardo viene sgamato, di solito, “alle strette” confessa. Non va oltre, accetta la situazione. Chi invece insiste, vuol dire che è patologico, o che ha talmente paura della verità che preferisce vivere nella menzogna. Quindi, si può dire che le bugie appartengono alla sfera privata di ognuno di noi che le “pronuncia” all’interno della sue relazioni sociali.

Questa “naturale tendenza” dell’uomo di mentire, non può però essere riproposta, come “aspetto caratteriale”, quando si decide di ricoprire una carica pubblica. Qui non siamo più nel privato dove ognuno fa quel che vuole, come ho detto, la cosa pubblica merita una gestione limpida trasparente e veritiera.

Chi decide di guidare una comunità deve avere una coscienza grande quando il monte Bianco. Quando si hanno responsabilità grandi, bisogna sempre passarsi una mano sulla coscienza prima di dire una bugia. Ecco perché chi decide di fare il sindaco, o di ricoprire un qualsiasi incarico pubblico, ha il dovere di dire il vero. Almeno così dovrebbe essere in una società evoluta culturalmente ed emancipata socialmente.

Bisogna avere una etica politica e sociale. Valori e principi del tutto estranei ad Occhiuto. Che sa bene quali sono le responsabilità morali di un sindaco: raccontare il vero ai cittadini e dire come realmente stanno le cose.

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E’ questa la differenza tra un normale cittadino che racconta chiacchiere alla moglie, piuttosto che all’amico o al suo datore di lavoro: le responsabilità per lui si fermano alle sue relazioni. Per un sindaco no, le responsabilità delle sue chiacchiere ricadono, inevitabilmente, sui cittadini.

Fin quando raccontava bugie sui suoi debiti, sulle sue attività (tutte fallite), sui suoi presunti successi, sulla sue capacità politiche e professionali, agli amici suoi, ai suoi familiari, ai poveri disgraziati che hanno avuto la sventura di lavorare con lui (senza mai essere pagati), erano cacchi suoi.

Ma se sei sindaco non puoi comportarti come normalmente lui si comporta nella vita privata, senza capu e nnè cuda, perché le responsabilità sono diverse, ci va di sotto tutta una città. E questo è inaccettabile. Tutta la sua amministrazione è stata caratterizzata da una montagne di bugie. Un giorno dice una cosa e l’altro il contrario.

Lo deve fare per forza, ha troppi imbrogli da fare, vista la sua drammatica situazione economica, non del tutto sanata con questa prima ruberia del suo mandato a sindaco. Per ogni bugia che ha raccontato se ne sono generate altre. Fino a costruire una catena lunga quanto la muraglia cinese.

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L’ultima in ordine cronologico, è la sua contrarietà alla metro leggera. Fin quando stava con i cinghiali, era questo il loro obiettivo e il loro patto elettorale: portare a Cosenza questo enorme finanziamento. Infatti i cinghiali all’epoca avevano tutta la filiera politica bella e pronta: Pinuzzu assessore ai lavori pubblici alla Regione, Katya assessore ai lavori pubblici al comune di Cosenza e Tonino era in procinto di diventare sottosegretario alle infrastrutture, nomina che saltò per il caso del “cinghiale”. Tutto organizzato per spartirsi la torta.

Ma l’affare saltò perché successe quello che tutti sappiamo: i cinghiali non si fidavano di Cucunato al quarto piano e volevano sistemarci uno dei loro e scoppiò la lite con la scusa del Bocciodromo, tra gli Occhiuto e i Gentile. Storia che ho raccontato sulla Provincia di Cosenza a direzione Carchidi in 5 puntate dal titolo “il patto dei lazzaroni”. E per questo Occhiuto mi ha denunciato. Ma ora la verità sta venendo fuori.

A conferma che Occhiuto era d’accordo con la metro leggera, perché doveva lucrarci sopra insieme ai cinghiali, non c’è solo il documento sottoscritto da tutti i consiglieri e da Occhiuto, che abbiamo pubblicato ieri, ma lo aveva anche scritto nel programma del 2011.

Il libro dei sogni di cui non si trova più traccia nel web (lo hanno fatto sparire, per trovarlo è stata una impresa difficilissima in cui è riuscito solo Camillo), così recitava sulla metro leggera: “intendiamo affiancarci al progetto che sta portando avanti la Regione per la metropolitana leggera. Questa collegherà Cosenza all’Università, passando nella zona della vecchia ferrovia, da piazza Matteotti lungo viale Parco fino a Commenda e Quattromiglia nel comune di Rende, per arrivare poi a pochi metri dall’Università”.

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Chiaro. Se fosse stato ancora lui sindaco, di sicuro oggi non sarebbe contro l’opera. Occhiuto ha sempre sostenuto questa opera e oggi vuol fare passare l’ennesima menzogna dicendo che lui è sempre stato contrario. Addirittura promuovendo una manifestazione.

E nonostante sgamato da tutti, continua, come un bugiardo patologico, a mentire. Dice che lui è coerente perché la metro la voleva fare dal lato ovest di viale Parco, come se il lato ovest di viale Parco si trovasse in Norvegia. Sempre lì è.

Chi è contrario a questa opera, ha sempre detto chiaramente che l’opera è dannosa in sé, è antieconomica, e non serve a niente. Non che si può fare ad ovest, ad est, di sopra, di sotto, di lato, al centro, come dice Occhiuto. Che la metro la voleva fare. Ma dai! Per favore. Na poco di senso critico. Non mmuccatevi tutto. E che cacchio. E’ contrario perché lo hanno buttato fuori dal banchetto.

Ed ora i cinghiali sono di nuovo in pista perché controllano di nuovo la filiera. Sono alla Regione e al governo. E tra poco pure al Comune. E quest’ opera gli serve per organizzarsi la buonauscita.

Occhiuto fa l’ambientalista solo per cercare, secondo lui, di mettere i bastoni tra le ruote ai cinghiali, per vedere se gli danno qualcosa, tipo un po’ di progettazione. Sta elemosinando, utilizzando tutti quelli che sinceramente oggi parteciperanno a questa manifestazione, un tozzo di pane ai cinghiali. Un uomo senza nessuna dignità. Altro che contrarietà.

Ma questa verità non può raccontarvela. Né puoi chiedergli conto, visto che carta canta, di questa sua palese e abbagliante bugia perché sarebbe come chiedere alla menzogna cosa ne pensa della verità.

GdD