Mongrassano, Rende, Camigliatello: alberi sotto attacco (di Francesca Canino)

di Francesca Canino 

Appalti contro la natura. Le amministrazioni comunali sono ormai diventate una piaga ambientale, decidono con sempre maggiore frequenza di abbattere boschi, migliaia di alberi che sono parte integrante del paesaggio, fornitori di ossigeno, patrimonio di tutti i cittadini. I comuni, si sa, “devono fare cassa” e per questo motivo spuntano sui loro albi pretori le procedure di gara per la vendita alle imprese boschive di materiale legnoso. Ovvero di alberi da tagliare. 1555 sono quelli mandati a morire dal comune di Mongrassano con un “appaltino” che porterà nelle casse comunali migliaia di euro. Ma procediamo con ordine.

Un bando di gara ad asta pubblica campeggia nell’albo pretorio del suddetto comune, dal quale si apprende che sarà oggetto di appalto “l’esecuzione dei lavori di taglio bosco e la vendita del materiale legnoso ritraibile da un bosco in località Sciupano e Pizzo Fino, costituito da 1555 di cui 1130 essenza quercine, 306 Faggi, 65 Ontani, 51 Carpini, 3 Aceri e taglio di ceduo di castagno con superficie di Ha 04.96.60. Luogo di esecuzione: in Agro e di Proprietà del Comune di Mongrassano, località Sciupano e Pizzo Fino”.

Si tratta di piante ad alto fusto, come si legge nella Descrizione: “Taglio, allestimento ed esbosco del materiale legnoso ritraibile dall’utilizzazione di N°1555 piante di alto fusto e del ceduo di castagno…”.

L’autorizzazione all’ennesimo scempio è stata rilasciata dalla Regione Calabria, Dipartimento UAO del 30/05/2022 – Prot. 253919/REGCAL. L’esperimento d’asta pubblica relativa alla vendita del materiale legnoso ha avuto luogo il 28 luglio scorso.

Nel punto riguardante la Procedura di Gara, si apprende, tra le altre cose, che “La vendita a rialzo avverrà a corpo partendo dal prezzo a base d’asta di € 66.924,91 oltre Iva, più € 12.652,66 per spese di progettazione, RUP, D.L., collaudo”.

Mongrassano non è l’unico comune a provare “avversione” per gli alberi, visti i tagli sconsiderati e immotivati di numerosi alberi effettuati la scorsa estate e anche nelle ultime settimane a Rende. E ancora, sono sospetti i segni di vernice rossa apparsi su decine di pini a Camigliatello, come riporta “ICalabresi”: “Su decine di pini alti anche venti metri è apparsa della vernice rossa per marchiarli, ma Regione, Comune e Parco non forniscono chiarimenti a riguardo e le leggi sui tagli boschivi prevedono altre procedure. Abbattimento in arrivo per lasciar spazio alle auto?”. Nessuno risponde, fanno finta di non sapere, intanto si spera che non vengano abbattuti.

La Calabria ogni anno è devastata dagli incendi, che non sono dovuti al caldo cosiddetto eccessivo, bensì a motivi ben diversi riconducibili a interessi economici gestiti da una regia criminale. Ma se a distruggere il patrimonio boschivo contribuiscono anche le Istituzioni, l’ambiente non ha più alcuna speranza. Allora, sarebbe conveniente abolire tutte le manifestazioni a tutela dell’ambiente, che periodicamente associazioni ed enti, spesso teatranti del finto ambientalismo, propinano fino alla noia. È ben risaputo che ognuna di esse sottende entrate, elargizioni, propagande mascherate, una fiera di ipocrisia non più sopportabile. A farne le spese gli alberi e la salute degli esseri viventi, a farne guadagni i soliti noti attaccati ai carri politici.