Cosenza, Occhiuto e Madame Fifì: “Quando finisce un amore”

Partiamo da un punto: Occhiuto fino a poco tempo fa è stato di fatto il sindaco del Pd. Si potrebbe anche dire un appartenente a tutti gli effetti del Partito Democratico. Ha amministrato per nome e per conto (tranne che per gli affari suoi concordati prima) di quelli che lo hanno messo seduto sulla poltrona di sindaco: Madame Fifì e Nicola Adamo in accordo sottobanco con i cinghiali (fino alla cacciata di Katya).

Ve lo ricordate? Senza i voti di nascosto dei due (Madame Fifì e Nicola), oltre a quelli comprati dalla criminalità organizzata cosentina, Occhiuto non sarebbe mai salito a palazzo dei Bruzi nel 2011. Questo è innegabile. Così come – tre anni fa -, dopo aver bloccato le inchieste della Dda di Catanzaro, Occhiuto ha rivinto le elezioni e il Pd, docilmente, ha impallinato quel povero fesso di Carletto Guccione col voto disgiunto: bestie come Marco Ambrogio e Damiano Covelli non si sono fatti scrupolo di “portare” Occhiuto sindaco pur di essere eletti consiglieri comunali e fottersi altri soldi oltre a quelli che già incassano senza vergogna. enza-bruno-bossio-640

Del resto, anche esponenti in vista del Pd dicono questo. Non lo hanno mai nascosto. Questo è un dato chiaro come la luce del sole. Occhiuto, tutto quello che ha combinato, non lo ha fatto certo da solo. Anche questo è chiaro, ma è meglio ribadirlo.

Senza il sostegno della cupola – tribunale, questura, prefettura, e camerae caritatis varie – non avrebbe potuto fare niente. Senza l’appoggio politico giusto e le necessarie coperture non sarebbe andato da nessuna parte. Lo avrebbero fermato dopo 10 secondi.

Al Comune di Cosenza non comanda il sindaco – al sindaco è permesso di guardarsi solo le cose sue, quelle già concordate – ma bensì una definita lobby massonica/politica/criminale, che gestisce gli appalti che contano. Lo abbiamo scritto tante volte facendo nomi e cognomi. Chiunque sia eletto, deve sempre dare conto a questi. Lo sanno tutti.occhiuto pecoraro copertina1

Per fare un esempio dell’apparanzamiantu di Occhiuto: davvero qualcuno pensa che l’ingegnere Pecoraro avrebbe favorito Occhiuto e le sue ditte senza il benestare di Madame Fifì? Se qualche analista politico vuole fare la figura dell’ingenuotto, pensando di sì, faccia pure. Ma ciò che scriviamo non può essere smentito da nessuno.

Dopo la lite Occhiuto/cinghiali, e la defenestrazione di Cucunato dal quarto piano (dirigente esterno nominato da Occhiuto e suo uomo di fiducia da sempre, ai lavori pubblici prima di passare a miglior vita dopo essere stato “consumato” dal cazzaro), fu proprio Madame Fifì a mediare la questione. Propose ai litiganti la figura dell’ingegnere Pecoraro, in sostituzione di Cucunato, uomo da sempre vicino al cardinale Franco Ambrogio, come garante delle parti, ma soprattutto, cosa che interessava alla Madama, come continuatore del metodo “prima gli amici degli amici e se poi ne rimane si vede”, a loro tanto caro.ambro

Metodo, quello del cardinale Ambrogio, eseguito alla perfezione dall’ingegnere Pecoraro, che in termini di concessione di affidamenti diretti dati all’acqua i rosi, non è secondo a nessuno.

L’era tanto silente che fu di Perugini, tanto silente al quarto piano non fu. Ecco perché nel momento del bisogno Occhiuto chiede alla sua amica del cuore Madame Fifì di dargli una mano. Della serie l’intrallazzo continua. Gli serviva un uomo su cui contare al quarto piano, dopo la lite con i cinghiali che volevano piazzarci un uomo loro, da scegliere tra i dirigenti, e solo Pecoraro poteva garantire questo.

Madame Fifì assicurò entrambi i contendenti (Occhiuto/cinghiali) che Pecoraro avrebbe garantito la pappatoia a tutti. E le acque si calmarono. Sempre fino a quando conviene. Perché si sa, e lo abbiamo visto con Morrone, come sono i politici, vanno dove tira il vento e dove c’è guagna. E ri curtiddrati, ara schiena, fioccanu.paolini sindaco

Cosa che ha fatto oggi Madame Fifì con Occhiuto con la storia del Parco del benessere e della metro. Una piroetta, un doppio salto mortale carpiato come sa fare solo e soltanto lei. Appena è cambiata la situazione lo ha mollato di nuovo. Sempre la stessa Madame Fifì che aveva mollato pure Paolini, senza pensarci due volte. Lei e la sua razza (politica) quando si tratta della loro sopravvivenza non guardano in faccia nessuno.

Pur di salvarsi, lo hanno rinnegato subito ancora una volta. Com’è loro stile e com’era già accaduto tre anni fa prima che Jole “Isis” Santelli salvasse Occhiuto intervenendo su Gratteri. Detto questo, e preso atto che Occhiuto, più che di Forza Italia, è stato del Pd – vedi pure, qualora questo non bastasse, l’opposizione a nonna fatta ad Occhiuto in questi anni dal Pd – vorremmo ancora dire un’altra cosa.

A fare il pollice verso nei confronti di Occhiuto oggi sono gli stessi con i quali si era accordato per denaro prima di vincere le elezioni nel 2011, che oggi, confortati dal fatto che presto Occhiuto non sarà più candidabile, in attesa dell’operazione della DDA ormai non più rinviabile o comunque della sua incandidabilità alla Regione in rappresentanza del cosiddetto superclan dei calabresi, hanno saltato il fosso.

Sempre gli stessi: Gentile/Morrone/MadameFifì/Guccione/Adamo. Già nella storia della sfiducia di tre anni fa non c’erano né vittime né carnefici, ma solo lazzaroni che si scannavano su come spartirsi la torta. Quindi, Occhiuto, in tutti questi anni non è mai stato da solo ma sempre accompagnato da qualcuno di questi. Prima suoi amici, ma oggi che si presenta la maliparata, tutti alleati contro di lui.

Evidentemente, per mollarlo in questo modo senza una apparente motivazione politica, sanno il fatto loro. Presto potranno motivare alla città la loro scelta e magari passare anche per degli eroi. Gente così, se non è sicura dei fatti suoi, non si mette a questo rischio.

Sanno che a breve Occhiuto o finirà travolto da diverse inchieste, e insieme a lui tutti quelli che stanno nei verbali dei pentiti Foggetti e non solo, nessuno escluso. Oppure – anche se salverà il culo dalla magistratura – non sarà candidato alla Regione e perderà anche Cosenza, di conseguenza farà la stessa fine “politica”. occhiutomannapaolini

Un’ operazione, quella che avverrà a Cosenza, che coinvolge, oltre a Occhiuto e Paolini, anche altri big. E – lo ribadiamo -, anche se non dovessero arrivare le manette o altre misure cautelari, segnerà l’addio alle ambizioni politiche del cazzaro e anche del quaquaraquà di Rende. Oltre che del già trombatissimo e sputtanatissimo Paolini. Su questo, neanche quella gran donna di Jole Santelli potrà fare nulla, nonostante tutte le sue “armi segrete”.