Occhiuto indagato a Roma, ecco il “nuovo paradiso fiscale” del cazzaro e dei suoi compari

Dal 28 maggio 2014, giorno in cui fu arrestato Corrado Clini e in cui fu costretta a rassegnare le dimissioni da assessore a Cosenza Martina Hauser, l’operazione “New Eden” ha occupato grande spazio sui media per qualche mese. Il 16 novembre 2014 Report dedicò una memorabile inchiesta ai traffici di Clini e dei suoi compari, tra i quali anche il sindaco di Cosenza, che all’epoca non era tra gli indagati e poteva persino permettersi di essere intervistato e di “insinuare” che qualcuno – addirittura!- lo avesse truffato… Successivamente, tuttavia, era calato un grande silenzio, fino a ottobre del 2019, quando la testata AltrePagine ha diffuso la notizia che i media di regime avevano abilmente nascosto per diversi mesi ovvero la chiusura delle indagini del secondo troncone dell’inchiesta “New Eden” (letteralmente “Nuovo Paradiso”) nella quale Mario Occhiuto è indagato e ora rinviato a giudizio, esattamente come i suoi compari, per associazione a delinquere transnazionale, riciclaggio di denaro sporco, corruzione e altro. 

Ma c’è un altro “step” di questa complessa operazione giudiziaria che adesso emerge dalle carte, risalente al 2016, quando il pm Alberto Galanti aveva lasciato trapelare alcune indiscrezioni, tra le quali anche la banca svizzera dove i nostri “eroi” avevano depositato i soldini per poterli riciclare. Risale a questo periodo il coinvolgimento di Mario Occhiuto (che in precedenza non era stato iscritto nel registro degli indagati). Impossibile non ironizzare su una “battuta” dell’attuale sindaco pro tempore di Cosenza, che tempo fa aveva paragonato la nostra città alla Svizzera. Il confronto – apparentemente – sembrava puntato sulla (molto) presunta qualità della vita in città ma il lapsus (freudiano) è tutto in queste pesantissime note di cronaca giudiziaria che tratteggiano bene la portata milionaria dei traffici di Clini, Occhiuto, della zarina dei Balcani e dei loro degni compari. E spiegano compiutamente dove si trova almeno uno dei “paradisi fiscali” del terribile cazzaro, ancora per poco alla guida della nostra sventurata città. L’articolo è stato pubblicato da Il Messaggero e lo riportiamo integralmente. 

OPERAZIONE “NEW EDEN” – “NUOVO PARADISO” – (tratto da “Il Messaggero”) –

Corrado Clini, l’ex esponente del governo Monti, è indagato in una inchiesta in cui si ipotizzano i reati di associazione per delinquere e corruzione aggravata dalla transnazionalità nonché riciclaggio di denaro sporco. Sotto la lente degli investigatori del Nucleo speciale spesa pubblica della Finanza di Roma sono finiti finanziamenti per progetti ambientali internazionali fra Cina e Montenegro. Ben 214 milioni di euro (200 per la Cina e 14 per il Montenegro), sarebbero stati dirottati verso imprenditori compiacenti, i quali avrebbero fatto circolare parte dei capitali attraverso un vorticoso giro di fatture false, per poi farli finire direttamente su conti correnti cifrati riconducibili, fra gli altri, a Clini e alla compagna. Le acquisizioni documentali hanno trovato riscontro a quanto il sostituto Galanti ha già ampiamente ricostruito. Un’altra parte dell’indagine, invece, riguarda il motivo per il quale l’Italia finanziò Stati come la Cina per progetti ambientali.

Un dato, dunque, sembra essere confermato: il «sistema» delineato da questa inchiesta sembrerebbe molto simile a quello già finito a processo a Roma, che riguarda lo stanziamento di 54 milioni di euro destinati a finanziari, il progetto New Eden, per la riqualificazione ambientale dell’Iraq. Un processo in cui risulta imputato lo stesso Clini e Augusto Calore Pretner, ex componente della società Med Ingegneria di Padova.

Stando agli accertamenti investigativi, i 54 milioni di euro sarebbero passati attraverso il consorzio Nature Iraq – di cui fa parte la Med Ingegneria – e la statunitense Iraq Foundation. Parte di quel denaro pagato con le tasse degli italiani, pari a 3 milioni 435mila euro, confluiva «nei conti corrente intestati a Nature Iraq e Iraq Foundation; dai medesimi conti – si legge negli atti investigativi – erano tratti i bonifici con cui dette società pagavano le fatture emesse nei loro confronti dalla Gbc (società olandese, ndr)».

Le somme «versate da Gbc e Nature Iraq e Iraq Foundation, attraverso il passaggio sul conto di Orient Invest ltd, pervenivano dapprima sul conto corrente svizzero intestato a Coolshhade Enterprise e, attraverso l’ulteriore passaggio di Limecross Limited Tortola, sui conti correnti nella disponibilità di Pretner, codice “Sole”, Clini, codice “Pesce” e Mascellani, ora deceduto, codice “Schiavo”». Tutti i conti correnti, cifrati, sono aperti all’Ubs Lugano Bank in Svizzera. Ed è proprio qui che la procura di Roma ha trovato le prove che inchiodano Clini e i suoi affiliati. Insomma, gli investigatori hanno seguito il flusso dei soldi e hanno svelato il meccanismo. Ora qualcuno dovrà darne conto.