Omicidio Cordì nella Locride, ergastolo per gli amanti diabolici

La Corte d’Assise di Locri, presieduta dalla giudice Amelia Monteleone, ha condannato all’ergastolo con isolamento diurno per tre mesi Susanna Brescia, accusata dell’omicidio dell’ex compagno Vincenzo Cordì, trovato carbonizzato nelle campagne di Gerace nel novembre del 2019. Pena massima anche per l’amante e complice Giuseppe Menniti.

Ventitré anni di reclusione per Francesco Sfara, figlio della donna, nato da una precedente relazione. Assolto invece l’altro figlio, Giuseppe Sfara, per non aver commesso il fatto.

La sentenza di primo grado è arrivata dopo oltre 24 ore di camera di consiglio, e determina un accoglimento pieno delle richieste del pubblico ministero Marzia Currao. In aggiunta si è configurato anche il tentativo di depistaggio messo in atto dall’imputata, facendo credere gli investigatori che Cordì si era suicidato perché da tempo affetto da una forte depressione. Accolta in parte anche la richiesta di risarcimento della parte civile: 20mila euro andranno alla sorella della vittima, Rosamaria, che non ha mai perso un’udienza di un processo durato 2 anni.
La Corte ha fissato in 90 giorni il tempo necessario alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza.