Politiche 2022. Il Bis è pronto, nome Mario cognome Agenda (di Antonio Padellaro)

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Letta occhi di tigre che dice di no al patto elettorale con i 5Stelle (in fumo come minimo tre milioni di voti ). Mentre Calenda, er magnete, in una botta sola cerca di estromettere Fratoianni e Bonelli, una spruzzata rossoverde che nei collegi in bilico farebbe comodo. Si vedrà. Con questi Vetomani il centrosinistra non vincerà mai, anzi sembra proprio disinteressato al risultato. Con smarrimento dei poveri elettori tra cui non pochi, data per persa la partita con la destra, meditano il non voto.

Strane elezioni queste dove l’altro polo, a un passo dal traguardo ha invece paura di vincere e mette le mani avanti. Basta leggere, sul Corriere della Sera, l’intervista a Guido Crosetto, co-fondatore di FdI e assai ascoltato da Giorgia Meloni. Titolo: “Serve un patto con gli avversari per il bene dell’Italia”. Svolgimento: “ A settembre sul nostro Paese si abbatterà uno tsunami, con una prevedibile minore ricchezza del 10%. Vivremo momenti di difficoltà spaventosa, con rischi addirittura di conflitti sociali da guerra civile, non solo figurata, visto quanto cresce la rabbia”. Di fronte a simili cataclismi Crosetto chiede una propaganda elettorale “senza demonizzazioni reciproche che farebbero male non solo alla Meloni”. La quale, scherzando ma non troppo sostiene che la sinistra la odia talmente che fa di tutto per spedirla a Palazzo Chigi (ricorda il “complotto per farci vincere” della grillina Paola Taverna nel 2016: col senno di poi allarme non infondato).

A Crosetto, che teme una campagna con slogan del tipo “L’Italia fallirà con la Meloni”, fanno da controcanto gli alfieri della cosiddetta “Agenda Draghi” convinti che la leader di FdI, catapultata alla guida del Paese resterebbe isolata in quanto nessuno in Europa, a parte Orban, le stringerebbe la mano. Ragion per cui se sommassimo i veti del Pd-Azione ai timori di Crosetto l’auspicato “patto” non potrebbe certo limitarsi al fair play elettorale. Come non pensare che dal 26 settembre in poi, esauriti i canonici giri di giostra, si riproponga l’ipotesi dell’ennesimo commissariamento della politica italiana, e dunque del governo? Questa volta senza inutili traslochi visto che il salvatore della patria bis non dovrebbe neppure muoversi da Palazzo Chigi. Nome: Mario. Cognome: Agenda.