Processo “Rango-Zingari”, l’appello dell’antiracket Lucio Ferrami a imprenditori e cittadini

“Sono state accolte le costituzioni di parte civile della presidenza del Consiglio, della Federazione antiracket italiana (Fai), dell’Associazione Antiracket ‘Lucio Ferrami’ di Cosenza e di quattro imprenditori, di cui due soci dell’antiracket cosentina, nel corso dell’udienza preliminare del processo Rango-Zingari che vede coinvolti 47 presunti affiliati alla cosca cosentina”.

Lo riferisce un comunicato della Fai.

“Nel processo Rango-Zingari, che nasce da due distinte operazioni condotte dalla Dda il 27 novembre 2014 e il 12 maggio 2015 – e’ scritto nel comunicato – viene contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso a 23 persone, l’estorsione, il traffico di droga e, inoltre, l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Luca Bruni, giovane boss dell’omonimo clan scomparso a gennaio del 2012. Secondo l’accusa gli artefici dell’omicidio sarebbero Franco Abbruzzese, in qualita’ di mandante, e Maurizio Rango, Daniele Lamanna, Adolfo Foggetti ed Ettore Sottile in qualita’ di organizzatori ed esecutori dell’assassinio”.

“Un’operazione radicale – afferma la referente per la Calabria delle Associazioni antiracket, Maria Teresa Morano – che denota platealmente l’incalzare delle cosche sul territorio. La presenza di un’associazione antiracket, a Cosenza e’ un segnale di sostegno ed una garanzia per coloro che decidono di denunciare. Tocca adesso agli imprenditori comprendere l’importanza che si evince dallo svolgimento iniziale di questo processo e cogliere il momento di svolta positivo dato dal presidio di un associazionismo che va a contrastare lo strapotere delle cosche sulle imprese“.

L’associazione antiracket Ferrami – sostiene il presidente Alessio Cassano – diventa un punto di riferimento per la citta’ di Cosenza. Ad un anno dalla sua costituzione ha dimostrato l’importanza di fare rete sociale e sensibilizzare la coscienza civica di imprenditori e cittadini che hanno a cuore la propria impresa ed il proprio territorio. Questo e’ il primo processo nel quale ci costituiamo parte civile non lasciando soli gli imprenditori che si sono rivolti all’associazione. L’appello che rivolgiamo in questa sede agli imprenditori e ai commercianti e’ quello che rivolgersi all’associazione e’ il modo piu’ sicuro per fronteggiare il racket. Il nostro ringraziamento va alle forze dell’ordine che in questo, come in altri casi, svolgono il proprio dovere e stanno a fianco dei cittadini“.

(ANSA)