Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci oggi parla con il Fatto Quotidiano dell’indagine nei confronti della professoressa che mandò alla trasmissione di Raitre il video dell’incontro tra Matteo Renzi e Marco Mancini in un autogrill. La donna rischia il processo per il reato di diffusione di registrazioni e riprese fraudolente. Nel colloquio con Ilaria Proietti Ranucci prima di tutto dice che siamo di fronte «a un continuo assedio delle fonti. Così è a rischio la libertà di informazione». Poi racconta che anche la redazione all’epoca pensò a una polpetta avvelenata. Ma le verifiche tolsero ogni dubbio: «Abbiamo accertato che davvero chi ci aveva fornito quel materiale era una persona in carne e ossa, e una insegnante come sosteneva. Che era vero che si trovava lì con il padre che ha problemi di salute e che dunque si erano dovuti fermare per una impellenza determinata dall’assunzione di certi farmaci. Abbiamo fatto pure una verifica sui medicinali e sui loro effetti per vedere se stava in piedi tutta la storia».
Poi Ranucci racconta del faccia a faccia tra la prof e Renzi organizzato a giugno 2021: «Ma poi Renzi non è venuto. E noi nella speranza che lo facesse, avevamo pure stravolto il format della trasmissione. Che poi è andata in onda con una sedia vuota, la sua». Per il conduttore di Report punta il dito sul rischio processo per la docente: «Anche chi non è iscritto all’albo dei giornalisti può partecipare al diritto di cronaca. Però mi vorrei soffermate sugli effetti nocivi di tutto questo: intanto questa signora è costretta a pagarsi le spese legali. Io spero che Renzi rifletta su questo». Infine: «Ma che tipo di informazione vogliono quelli che braccano le fonti dei giornalisti? Preferiscono un giornalismo che non fa domande? Allora diciamola una volta per tutte: c’è chi preferirebbe un’informazione fatta solo dei loro monologhi».