Reggio, Edoardo Lamberti Castronuovo: sanità, editoria e politica al servizio di Paolo Romeo

L’editoriale di Edoardo Lamberti Castronuovo, faccendiere reggino da sempre vicino all’impero di Paolo Romeo e da sempre suo “editore” di riferimento stavolta non è passato inosservato e non è rimasto chiuso tra i confini di Reggio (https://www.iacchite.blog/reggio-le-menti-raffinatissime-di-una-certa-stampa-serva-del-potere/). Troppa arroganza, troppa sicumera per sperare di finire ancora una volta nei soliti ammiccamenti della massomafia reggina per dimostrare che, in fondo, comandano sempre loro e possono permettersi di “minacciare” gli stessi magistrati che ne hanno scoperchiato il fetido pentolone.

Di Edoardo Lamberti Castronuovo aveva parlato a lungo Alberto Sarra, l’ex delfino di Peppe Scopelliti, che nonostante le “cantate” si è beccato pure una dura condanna a 13 anni. Sarra non è proprio un collaboratore di giustizia. Il suo status rimane quello di imputato del procedimento Gotha e per questo è stato detenuto a lungo in regime di isolamento. Ma Alberto Sarra, un tempo sottosegretario della giunta regionale e fedelissimo dell’ex governatore, ha parlato parecchio. E con cognizione. Lui del sistema di potere – massonico, mafioso e criminale, secondo la Dda – che per anni ha governato la città e la Regione ha fatto parte da protagonista. Mal tollerato, ha sempre detto fin dal suo primo interrogatorio. E fin da allora ha iniziato a spiegare ruolo e pesi di chi ne faceva parte.

L’ex sottosegretario infatti non solo «conferma – si legge in uno dei tanti verbali riassuntivi – che senza il Romeo le carriere politiche di Giuseppe Valentino, Giuseppe Scopelliti, Pietro Fuda, Antonio Caridi e Umberto Pirilli, non si sarebbero sviluppate o non si sarebbero sviluppate allo stesso modo» ma ha parlato – in maniera approfondita – «della rete relazionale di Paolo Romeo». E per Sarra, è ben più ampia di quanto fin ora emerso.

«Il primo nome che le segnalo – diceva al pm Lombardo che lo interrogava – è quello di Eduardo Lamberti Castronuovo, molto vicino politicamente all’onorevole Belcastro, assessore provinciale nella giunta presieduta da Giuseppe Raffa». Due nomi noti, in città e nella provincia tirrenica. Ex candidato sindaco del centrosinistra contro Scopelliti, Lamberti deve la sua notorietà non solo alle variegate attività imprenditoriali – è proprietario di un noto istituto clinico e di una rete televisiva, ReggioTv – ma anche alla folgorante carriera politica. Divenuto assessore dopo il passaggio al centrodestra, pochi anni dopo si è laureato anche sindaco di San Procopio. Un incarico che alla morte della Provincia gli ha permesso di aspirare all’ingresso in Consiglio metropolitano. Cosa puntualmente avvenuta. Sarra lo conosce bene. E conosce bene anche le trattative che hanno portato al suo ingresso nella giunta provinciale di centrodestra guidata da Peppe Raffa.

L’INGRESSO IN GIUNTA – «Prima della sua designazione – ricorda – incontrai Lamberti Castronuovo in Cannitello, presso il ristorante Chiringuito. Per tali ragioni parlai anche con Raffa. Le modalità della designazione provocarono alcune mie lamentele rivolte a Raffa, che portarono ad una riunione nella sede della Provincia». Sebbene Lamberti fosse entrato in giunta in quota Grande Sud, quella nomina a Sarra e ai suoi non era piaciuta. Ma, a detta dell’ex sottosegretario, a volerla era stato qualcuno ben più potente di lui. «Rappresentai in quella sede che quale movimento Grande Sud non ci erano piaciute le modalità di nomina, in quanto non ero stato informato che il prescelto era Lamberti Castronuovo. Noi preferivamo infatti il D’Agostino». Per capire come mai fosse stato scelto, spiega Sarra, ci è voluto un po’, ma il quadro poi si è chiarito. «Formalmente indicato dall’onorevole Belcastro», all’epoca sottosegretario all’Ambiente del governo Berlusconi e testa di ponte romana di Grande Sud, la nomina di Lamberti – spiega Sarra – «era in realtà voluta dal Paolo Romeo e dal suo gruppo. Non sono in grado di dire in che modo si possa ipotizzare la consapevolezza del Raffa o la sua adesione alla scelta».

IL PROGETTO – Per gli inquirenti, quelle che arrivano da Sarra sono conferme. Agli atti, ben documentate da numerose intercettazioni, ci sono innumerevoli conversazioni fra Romeo e Lamberti, registrate proprio nel periodo di formazione della giunta Raffa. Un processo in cui Paolo Romeo avrebbe avuto un peso, se è vero, come sostiene Sarra, che «anche in questo caso la nomina di Lamberti quale assessore con delega alla Cultura e alla Legalità va inquadrata a mio avviso nell’interesse di Romeo di inserirsi in tali ambiti». Ma questo non è l’unico incarico – continuava il sottosegretario – per il quale Lamberti abbia potuto contare sull’endorsement di Romeo. «La successiva candidatura a sindaco di San Procopio dello stesso Lamberti è da leggersi in una più ampia strategia diretta a collocarlo nel consiglio della città metropolitana». Un obiettivo antico per Romeo, che anche pubblicamente – tramite il forum Reggio 2020 – ha sempre predicato la necessità di costruire quella città-Stato metropolitana, che strizza l’occhio ai progetti secessionisti della ‘ndrangheta reggina degli anni Novanta. Ma quelle dell’ex deputato Psdi non erano solo parole. Per mettere le mani sul nuovo ente e soprattutto sulla pioggia di denari arrivati per agevolarne la nascita, Romeo ha costruito una ragnatela fitta di contatti, destinati a collocarsi in posti chiave. Fra loro – spiega Sarra – c’era anche  Lamberti Castronuovo.  Entrato poi anche nel Consiglio metropolitano di Reggio Calabria. Ecco chi è il tycoon con le mani in pasta nella sanità, che crede di poter infangare il lavoro di magistrati coraggiosi come Giuseppe Lombardo senza che nessuno lo tocchi… Ma la pacchia, anche per chi si crede “intoccabile” sta inesorabilmente finendo.