Reggio, i retroscena di Perna: bilancio, rifiuti, termovalorizzatore. “Melicuccà e occupazione giovanile? Fatti sconvolgenti”

Un flusso di pensieri messi insieme uno dietro l’altro, ma anche un racconto delle piccole cose. Così è stato definito “Diario: 385 giorni a Palazzo San Giorgio”, l’ultimo libro di Tonino Perna, ex vicesindaco di Reggio Calabria che ha ricevuto il benservito da Falcomatà poco prima che il cittadino venisse sospeso per via della condanna della vicenda Miramare. Al Giardino dei Monfortani, al Parco Caserta, il Professore ha risposto alle tante domande dei presenti, snocciolando curiosità e retroscena su parti del testo, ovviamente relative al suo periodo di vice amministratore della città dello Stretto.

Un periodo, poco più di un anno, in cui ne ha “viste” – ma anche “sentite” – tante. E le ha iniziate a raccontare dopo i dovuti saluti, quelli dell’editore del libro, Franco Arcidiaco di Città del Sole, e quello dei giornalisti Paola Suraci e Mario Meliadò“C’è una parte della città che vorrebbe fare e gli impediscono di fare”, ha esordito. Il che è solo un’anteprima dei tanti episodi a cui fa riferimento e che si rifanno a una gestione in cui Perna non riusciva a ritrovarsi. Dal bilancio approvato in fretta e furia (“Il Sindaco: ‘bene, approviamo il bilancio’. E io: ‘no, io non lo approvo’. E lui: ‘dobbiamo approvarlo, poi lo veniamo a sapere dai giornali e l’opposizione ci attacca. Anche ora il bilancio non si fa, viene preso così com’è, non si discute”) alle risposte in Consiglio sull’idea di unificare lo Stretto, passando per le vicende Covid e rifiuti.

Tonino Perna: “chi me l’ha fatto fare? Alcuni amici, ma dopo due mesi sarei potuto andare via”

Chi me l’ha fatto fare? Alcuni amici, che io stimo, mi hanno spinto a provarci”, ha detto ancora. “Molti in maniera insistente, altri invece mi dicevano no. Ero tra due fuochi. Una volta entrato, però, potevo andarmene via dopo due mesi. E il motivo è legato al Covid. Era fine 2021, il direttore Costarella mi chiama e mi dice che devo trovare un hotel Covid. Vado a parlare col dirigente. La gente moriva perché guarivano alcuni malati ma non potevano uscire di casa perché ancora contagiosi e i malati gravi non potevano entrare. ‘Ma bisogna fare un bando’, mi dice il dirigente. ‘Ma quale bando? La gente muore!’, rispondo. ‘Fai una manifestazione d’interesse, prendi 3-4 alberghi e in una settimana lo chiudi’. Avevo trovato uno della Jonica, ma non si è presentato. Questo perché Spirlì fa un provvedimento che dà agli alberghi vuoto per pieno tot giorno per disponibilità. Chiede 1000 posti, ma per le Asl ne bastavano 200. Per questo si sono ritirati tutti e ne è rimasto uno solo”.

Tonino Perna e i rifiuti: “avevo parlato con l’Assessore per il termovalorizzatore, ma mi hanno detto che non dovevo intervenire”

Per non dimenticare la questione rifiuti“quello che mi ha bloccato è stato il problema dei rifiuti”, ha continuato Perna. “Come si fa a fare il dirigente e trovare per strada immondizia? Ho parlato con l’Assessore all’Ambiente, allora Capitano Ultimo. Gli ho chiesto di intervenire sul termovalorizzatore e gli ho chiesto anche una perizia indipendente su Melicuccà. Appena torno a casa mi arriva in chat un messaggio: ‘perché sei andato a parlare con l’Assessore? Non è una tua competenza’, mi dicono. Ma come? Sono vicesindaco e non è di mia competenza? Insistere su Melicuccà è incredibile. Hai la relazione del Cnr che dice che è pericolosa! Una questione si chiude, non si insiste”.

Tonino: “abbiamo scoperto questi 30 milioni per l’occupazione giovanile. Falcomatà doveva semplicemente andare a Roma, ma non c’è mai andato”

Un altro tema è quello sull’occupazione giovanile, che già aveva affrontato in quella famosa conferenza stampa post “licenziamento”: “un fatto scandaloso, sconvolgente”, confessa ancora Perna davanti ai presenti. “La storia comincia così: l’imprenditore Piero Milasi mi chiama per dirmi che il Comune di Reggio gli deve dei soldi del Decreto Reggio: ‘è da 3 anni che non mi pagano ma io quel lavoratore non l’ho licenziato’, mi dice. Così mi informo ma chi di dovere mi parla di fascicoli vecchi. L’unico che mi dà una mano è Demetrio Barreca, che mi parla di una convenzione con Venezia. Dalla contabilità, così, scopriamo questi 30 milioni da spendere per la nostra città. E’ sconvolgente, e già a maggio-giugno mi ero stancato. Immaginate cosa si può fare con 30 milioni. Ne parlo con la Calabrò. ‘Sì, facciamo il bilancio e ne parliamo’, mi dice. Passano mesi e io nel frattempo incontro gli imprenditori. Appena questa cosa si è saputa, bastava semplicemente andare a Roma per aggiornare, perché scadeva a dicembre dell’anno scorso ed era settembre. Chi doveva andare a Roma era il Sindaco, che non c’è mai andato. Adesso c’è l’Assessore Angela Martino che si sta impegnando e spero ce la faccia. Mi ha chiesto consigli e io mi auguro che si vada avanti. Tra tutte le cose, quella dell’occupazione giovanile ha la priorità. Ho avuto un incontro con lei ed era preoccupata. Se tu sei il Sindaco e l’Assessore fa qualcosa di positivo, porta a te un vantaggio e non concorrenza. Per me questo è pazzesco. E invece no, sono un pericolo. Per me questo era inaspettato. O la cosa parte dall’alto o niente, così era. E’ questo bloccava me ma anche gli Assessori”.

E a chi gli chiede perché non è andato via prima, anziché “cantare” in conferenza solo dopo il licenziamento, Perna ammette: “ho pensato di mollare, quando ho visto che c’erano muri di gomma da varie parti. Però ad aprile 2021 ho scoperto questi 30 milioni per i giovani e ho creduto che a un certo punto avrei potuto fare questo, una leva per dare una risposta. Se tu mi chiami e mi dici che hai bisogno di una persona di fiducia, ti credo. Si è pensato che io non ero controllabile, potevo fare delle cose che non erano gestibili”.

E la frecciata finale: “la grande mancanza di rispetto è stato comunicarmi la decisione non una settimana prima, ma un’ora prima”, con riferimento a Falcomatà e alla scelta del benservito prima della sospensione. “La grande delusione però – aggiunge – è per alcuni Consiglieri Comunali, a parte qualche eccezione, specie per le donne. I Consiglieri non rispecchiano la parte migliore della città. Non si capisce perché la città esprime questo livello di classe politica”. Di seguito le interviste sul tema allo stesso Perna e all’editore del libro Franco Arcidiaco, di Città del Sole.